Diocesi
Missione diocesana in kenia: aprile 1970-aprile2020
50 anni in tempo di Coranavirus non permettono festeggiamenti: ma spalancano i ringraziamenti. Ecco la storia delle missioni in Kenia della Diocesi di Concordia-Pordenone, le parrocchie, i missionari, le piccole e grandi conquiste
Nell’aprile del 1970 – giusto cinquant’anni or sono – è stata inaugurata la missione diocesana in Kenya, diocesi di Nyeri, come scriveva lo stesso pioniere, il compianto don Dante Spagnol, che laggiù ha svolto il suo servizio, a nome e per mandato della diocesi, fino al 1994: “La missione diocesana nel Kenya è presente con due parrocchie: Naro Moru e Gatarakwa. La prima è situata sulle pendici del monte Kenya, la seconda sulle colline dell’Aberdare. Confinanti, distano tra loro 50 km; coprono un’area molto superiore alla stessa diocesi di Concordia-Pordenone. La popolazione è Kikuyu con analoghi problemi sociali e pastorali”. Ora si è allargata, con l’apertura della Missione di Dol Dol, dal 1982.La missione fu voluta dal vescovo mons. Vittorio de Zanche, su richiesta del vescovo di Nyeri Cesare Gatimu, come si ricorda nel volume a lui dedicato: “S.E. Mons. Vittorio De Zanche. Il Concilio ecumenico Vaticano secondo e i Papi del tempo”. Così, succintamente, narra il testo: “Egli non poteva rimanere fuori dalla nuova ondata missionaria che pervase la Chiesa: gemellò la diocesi con due vastissime parrocchie della diocesi di Nyeri, inviandovi sacerdoti, suore, laici e soccorsi; qui recandosi, quasi ottantenne, per rendersi conto, per confortare e, una volta ritornato, per stimolare ed aiutare ancora di più” (pag 24). Già nel 1968 il presule qui si era recato, sollecitato dal documento pontificio “Fidei donum”, in cerca di una diocesi con cui gemellarsi, con la collaborazione dei missionari della Consolata (pag 209-10).
Corresponsabilità dei laiciE’ sempre don Dante a descrivere la realtà, con l’intento di sottolineare che la loro esperienza poteva fare da “modello” e incoraggiamento a tutti gli operatori pastorali.Racconta che nel 1974-75, nella diocesi di Nyeri, si tiene una sorta di sinodo a cui parteciparono anche i laici: “La prima volta che la diocesi – preti laici e religiosi – s’interpellava”. Emergeva l’idea che i laici sono parte integrante della Chiesa. “Noi siamo la Chiesa”: “è stato lo slogan, in quel periodo così felice per la Chiesa locale. Saranno pertanto loro, laici, a renderla autosufficiente nel ministero, nell’evangelizzazione e nel sostentamento economico”.Prosegue, narrando la nascita, nelle parrocchie e foranie, dei “Comitati pastorali”: una sorta di “Comunità di base”. Il sacerdote non si sentiva più solo col catechista; diventava il coordinatore delle varie attività svolte dai laici, consapevoli della loro vocazione ecclesiale.Con questo spirito di corresponsabilità, all’interno della parrocchia, ogni iniziativa viene discussa ed eventualmente accettata dal “Comitato”, il quale rappresenta ed anima i vari “Centri”. Ogni domenica, la comunità di ciascun “Centro” s’incontra per la preghiera, l’ascolto della Parola e per la carità. Il sacerdote si fa presente una volta o due al mese, per celebrare l’eucarestia.Insomma, matura una “Chiesa ministeriale”. Infatti: “I ministeri nascono da una maggior consapevolezza del senso ecclesiale e dalle necessità di ogni Centro. Ad esempio i leaders o responsabili della Comunità; i catechisti, i lettori, i predicatori, i membri del coro, i distributori dell’Eucarestia, i ministri della carità”. Sottolinea: “Il principale problema pastorale in cui tutti sono coinvolti, per una risposta cristiana, sono i giovani – il 60% della popolazione è infatti sotto i 21 anni -, e quello delle ragazze madri”.
MissionariSi ricordano, infine, con riconoscenza, i missionari che qui hanno svolto il servizio pastorale o tutt’ora operano, affiancati da generosi laici, dalle Suore Elisabettine e dalle Figlie di San Giuseppe Caburlotto e si ringrazia quanti vorranno offrire ulteriori contributi.Il compianto don Dante Spagnol fu presente dal 1970 al 1994; don Romano Filippi dal 1971 a tutt’oggi; il compianto don Mario Del Frari, dal 1972 al ’79; don Giacomo Santarossa, col quale ci siamo confrontati, dal 1972 al ’99; il compianto don Bruno Fontana, dal 1979 all’88; don Elvino Ortolan, dal 1979 a tutt’oggi; il compianto don Luigi Zadro, dal 1984 al ’96; don Renzo De Ros, dal 1988 al ’96.Leo Collin