L'editoriale
Sul baratro del mondo
Sul baratro del mondo
Simonetta Venturin
Fino a che punto è grave la situazione internazionale ce lo hanno detto le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciate giovedì 10 settembre nel corso della visita in Slovenia, in risposta ad una domanda dei giornalisti. Sentirle dal presidente, che si è distinto negli anni per sobrietà e pacatezza, per saper mantenere piedi per terra e calma razionale in ogni situazione di acque agitate, interne d esterne al paese, ha sortito una preoccupata alzata di orecchie al sentirlo dichiarare: “Il rischio estremamente alto che si scivoli in un conflitto di dimensioni inimmaginabili é incontrollabile”. Parole riferite all’attacco di droni subito dalla Polonia, il cui spazio aereo è stato violato.
Sospettata prima la Russia, che ha negato, ma che nel passato aveva mandato droni anche sui cieli dei paesi Baltici, Moldavia. Il presidente Trump ha provato a buttare acqua sul fuoco con una laconica lettura in chiave di errore, salvo poi dichiarare che la pazienza nei confronti di Putin si sta esaurendo. Chi non ha creduto neanche per un istante alla possibilità di un “incidente” russo è stato il primo ministro polacco Tusk, che ha raccontato come i lanci siano durati tutta la notte con il primo drone arrivato alle undici e mezzo di sera e l’ultimo alle sei e mezza dell’indomani mattina. Pertanto, ha immediatamente disposto l’invio di 40mila uomini sul confine violato: impresa ardua per la geografia della Polonia che confina per 500 chilometri con Russia e per 400 con la Bielorussia; due alleate, tra l’altro, in esercitazione congiunta proprio durante lo svolgersi dei fatti.
Per l’Unione Europea e per l’Alleanza atlantica questo è un momento ad alta tensione: la Polonia ha invocato l’articolo quattro del Trattato Nord Atlantico che comporta riunione immediata dei membri e decisione di sostegno congiunta. Il risultato è stato annunciato da Mark Rutte, segretario generale dell’Alleanza atlantica, che dopo aver definito “vergognoso” l’attacco russo alla Polonia, ha illustrato la decisa operazione “Sentinella orientale” con azioni di pattugliamento sulle zone di confine. Azione ancor più legittimata dall’ennesimo drone russo che, qualche giorno dopo la Polonia, ha nuovamente violato i cieli della Romania.
Nonostante ciò, per quanto decisione dovuta, l’operazione non è priva di insidie. Quasi profeticamente, solo un paio di giorni prima, il presidente Mattarella aveva annunciato: “Ci si muove su un crinale in cui, anche senza volerlo, si può scivolare in un baratro di violenza incontrollata”: un timore che, col passar delle ore e l’evolversi dei fatti, si fa di tanti.
Per cercare di frenare questa accelerazione alle armi e al loro uso, questo fronteggiarsi da nemici dichiarati non ci sarebbe che la via dei tavoli e del dialogo. Siamo consapevoli quanto questi sembrino quasi impossibili al momento, eppure per tutti – dall’una e dall’altra parte, in questo e negli altri scenari di guerra del mondo – solo chi si ferma non è perduto.
