Papa Francesco: Coena Domini tra i detenuti

Papa Francesco celebra con i detenuti del carcere romano Regina Coeli la messa in Coena Domini: 600 i partecipanti, 12 ricevono la lavanda dei piedi dal Papa.

Grande attesa al carcere di Regina Coeli: Giovedì Santo, 29 marzo, Papa Francesco celebra la messa in Coena Domini. Sono oltre 600 i partecipanti all’incontro, tra detenuti e personale carcerario. 12 detenuti di diverse nazionalità e religioni ricevono la lavanda dei piedi dal Papa. Cattolici, protestanti, ortodossi, buddisti e musulmani, a rappresentare la composizione multietnica dello storico penitenziario romano nel cuore di Trastevere. Essendo un carcere di prima accoglienza il 60-65% della popolazione è costituito da giovani tra i 18 e i 35 anni, appartenenti a 60 diverse nazionalità . E’ il quarto Papa in visita a Regina Coeli, l’ultimo è stato Giovanni Paolo nel 2000, anno del Grande Giubileo. E non è la prima volta che Papa Francesco decide di trascorrere il Giovedì Santo con i carcerati: appena eletto andò nel carcere minorile di Casal del Marmo; tre anni fa Rebibbia; l’anno scorso nella casa di reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone.

La messa nella rotonda del carcere. “Siamo elettrizzati e molto impegnati nell’organizzazione – dice padre Vittorio Trani, 74 anni, cappellano di Regina Coeli da 40 anni -. Sarà una visita privata senza estranei, solo le persone detenute e il personale penitenziario”. Il Papa presiederà la messa in Coena Domini alle 16 nella rotonda del carcere, considerata la piazza e luogo simbolico dove convergono tutte le sezioni del carcere. Qui ogni domenica alle 9 si allestisce l’altare per celebrare la messa. “Il carcere di Regina Coeli, a differenza di altri penitenziari, non ha una vera e propria cappella – spiega padre Trani – perché l’edificio è stato convertito all’uso attuale nel 1881, in un periodo in cui la presenza della massoneria cercava di emarginare la religione cattolica”. In questi giorni il cappellano sta distribuendo i compiti: chi leggerà le letture, chi farà servizio all’altare, chi riceverà la lavanda dei piedi.

Lavanda dei piedi a 12 detenuti di diverse religioni. I 12 detenuti a cui il Papa laverà i piedi sono stati scelti sulla base di due criteri, spiega: “Dare rappresentatività alle diverse nazionalità e alle diverse confessioni e religioni”.

Oltre ai cristiani ci saranno un buddista e due musulmani. “Al di là dell’appartenenza religiosa – precisa il cappellano – hanno tutti una grande considerazione nei confronti di Papa Francesco. Ammirano il suo coraggio e la sua attenzione al mondo del carcere. Lo sentono come un amico, con un cuore grande capace di comprendere anche l’animo di un detenuto”. Dopo la messa il Papa si recherà nell’infermeria e nella sezione ottava, che ospita le persone che hanno commesso reati particolari (testimoni di giustizia, attentati, ecc.) e hanno bisogno di protezione da eventuali aggressioni.

Atmosfera di grande attesa e fermento. “Tra i detenuti c’è atmosfera di grande attesa e fermento – racconta padre Trani -. Papa Francesco sta dicendo a tutti che anche nello sguardo di chi ha commesso qualcosa di grave si può incontrare Cristo.

È l’approccio evangelico di offrire ad  ogni persona una chance, una possibilità di pentirsi e ricominciare una nuova vita. Tutto ciò mentre la società continua a considerare la realtà del carcere e della giustizia come un aspetto scomodo, da rifiutare. Invece il Vangelo invita al perdono, al cambiamento e al recupero della persona. Sarebbe bello che l’opinione pubblica avesse questo sguardo”.