La Parola del Papa
Domenica 22 giugno, angelus id papa Leone XIV

Cari fratelli e sorelle,
si susseguono notizie allarmanti dal Medio Oriente, soprattutto dall’Iran. In questo scenario drammatico, che include Israele e Palestina, rischia di cadere in oblio la sofferenza quotidiana della popolazione, specialmente a Gaza e negli altri territori, dove l’urgenza di un adeguato sostegno umanitario si fa sempre più pressante.
Oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione, e non dev’essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto. Ogni membro della comunità internazionale ha una responsabilità morale: fermare la tragedia della guerra, prima che essa diventi una voragine irreparabile. Non esistono conflitti “lontani” quando la dignità umana è in gioco.
La guerra non risolve i problemi, anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia dei popoli, che impiegano generazioni per rimarginarsi. Nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato.
Che la diplomazia faccia tacere le armi! Che le Nazioni traccino il loro futuro con opere di pace, non con la violenza e conflitti sanguinosi!
Saluto tutti voi, romani e pellegrini! Sono lieto di salutare i Parlamentari e i Sindaci qui presenti in occasione del Giubileo dei Governanti e degli Amministratori.
Saluto i fedeli di Bogotá e Sampués in Colombia; quelli venuti dalla Polonia, tra cui alunni e insegnanti di un Istituto tecnico di Cracovia; la Banda musicale di Strengberg, in Austria; i fedeli di Hannover, in Germania; i cresimandi di Gioia Tauro e i ragazzi di Tempio Pausania.
A tutti auguro una buona domenica, e benedico coloro che oggi partecipano attivamente alla festa del Corpus Domini, anche con il canto, la musica, le infiorate, l’artigianato e, soprattutto, con la preghiera e la processione. Grazie a tutti e buona domenica!