Black Blues Brothers al Verdi di Pordenone

Il secondo, attesissimo show dei Black Blues Brothers, cinque straordinari acrobati kenioti reduci da un tour mondiale che li ha visti esibirsi per più di 500.000 spettatori, apre il cartellone 2025 del Teatro Verdi di Pordenone. Martedì 7 e mercoledì 8 gennaio (inizio ore 20.30) sul palco del Verdi tutta l’energia acrobatica di questa scatenata compagnia che ha già conquistato le platee di più di 20 nazioni in Europa, Medio Oriente e Australia tra festival e teatri. In una fumosa sala d’aspetto di una stazione ferroviaria cinque uomini con indosso trench alla Humphrey Bogart, sono in attesa. Di un treno? Di una persona? Per ingannare il tempo ascoltano twist e rock’n’roll da un juke-box d’epoca e provano a chiamare al telefono la propria fidanzata, ma proprio queste due passioni per la musica e per l’amore fanno perdere il treno al gruppo. Ecco allora che si scatenano in acrobazie incredibili, che sfruttano tutto ciò che li circonda per numeri mozzafiato: tavoli, sedie, dischi musicali, bandiere… persino i passaggi a livello! Uno spettacolo acrobatico comico musicale, con una colonna sonora indimenticabile (da Glenn Miller a Keith Emerson, da Chubby Checker a Elvis Presley, passando per Aretha Franklin) che accompagna un repertorio dinamico e divertente fatto di piramidi umane, salti mortali, esercizi con la corda, numeri col fuoco e molto altro! Ma i Black Blues Brothers sono anche “figli” di un progetto virtuoso di aggregazione ed emancipazione, Sarakasi, un trust di circo sociale, fondato a Nairobi dall’alto funzionario ONU Rudy van Dijck e da sua moglie Marion Op het Veld, che opera nelle situazioni difficili e nelle periferie dell’Africa Orientale. Da ciò scaturisce una serata di sana leggerezza e allegria in compagnia della vitalità dei Black Blues Brothers. Lo spettacolo è scritto e diretto da Alexander Sunny con Bilal Musa Huka, Rashid Amini Kulembwa, Seif Mohamed Mlevi, Mohamed Salim Mwakidudu e Peter Mnyamosi Obunde. Le coreografie sono di Electra Preisner e Ahara Bischoff.