Pordenone
La comunità di Sant’Agostino festeggia i 50 anni di presenza pastorale in città
La parrocchia nasce il 10 gennaio 1970, su decreto del vescovo Vittorio De Zanche
I primi dieci lustri di storia della comunità di sant’Agostino, in Torre nuova o “alta”, in Pordenone, vengono narrati da Tarcisio Morassut e Giuseppe Savorgnan, entrambi pensionati e con famiglia, legati a questa comunità, da anni di generosa collaborazione.Le notizie importanti e quelle minute, sono raccolte in una pubblicazione di 80 pagine, suddivisa in 11 capitoli diversamente ampi, con un’agile introduzione e un ringraziamento finale; sono corredate da 44 foto e la riproduzione di alcuni documenti fondativi; seguono i ritratti o “medaglioni” dei sette preti che si sono susseguiti come parroci e un diacono; e quelli di sei “amici”, che hanno condiviso un tratto del percorso di questa comunità, che ha rinsaldato un solido senso di appartenenza ecclesiale e generato vocazioni. I parroci sono: don Luigi Riccetto, mons. Gino Pavan, don Renato d’Aronco, don Claudio Polo, don Lorenzo Barro, padre Tarcisio Candian, don Marino Rossi e il diacono Mario Ferrari, la cui vocazione è maturata in parrocchia.Gli “amici” della parrocchia sono: don Bruno Cescon, don Federico Zanetti, don Loris Vignandel, suor Anna Sostero, don Giosuè Tosoni e don Dionisio Vivian.La pubblicazione, affidata alle nuove generazioni, cita, nella dedica, i compianti don Luigino Ricetto, mons. Gino Pavan, don Renato d’Aronco e don Claudio Polo, accompagnata dal testo paolino di Tessalonicesi 2,7-8: “…siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature…”.
L’avventura pastorale
La parrocchia nasce il 10 gennaio 1970, su decreto del vescovo Vittorio De Zanche, preso atto dell’espansione edilizia e l’aumento delle famiglie; segue, il 22 agosto 1972, il riconoscimento civile della medesima, con circa 500 famiglie.In data 1° marzo 1973 don Luigino Ricetto – già cooperatore ai Santi Ilario e Taziano di Torre, dalla quale comunità la parrocchia è stata generata -, viene nominato parroco pro tempore dal vescovo Freschi; non dispone di alcuna struttura; celebra in un garage o in una casa, con locali di fortuna per la catechesi; per eventi importanti, come le prime comunioni, celebra presso la matrice.Il 3 novembre 1978, il vescovo Freschi nomina parroco mons. Igino Pavan, insegnante del Seminario, che agli inizi si avvale di alcune famiglie come riferimento; nel frattempo si studia un progetto di fattibilità delle opere parrocchiali, affidato all’architetto Giovanni Donadon – sala per uso chiesa, canonica, oratorio, abitazione del sacerdote; i lavori sono dell’impresa edile di Bruno Vicenzotto da Sacile; il 30 aprile 1980 mons. Pavan benedice la posa della prima pietra e il 31 agosto, il vescovo Freschi benedice la “sala-chiesa”, con i dipinti di sant’Agostino e santa Lucia, eseguiti da don Giuseppe Pellarin. L’8 dicembre 1981, il vescovo Freschi inaugura le opere parrocchiali, con un Consiglio pastorale operativo.Per la festa patronale dell’agosto 1980 nascono le prime iniziative della “sagra” e il 31 maggio del 1981 sono 50 i fanciulli che si accostano alla prima comunione e accompagnano la processione. Nasce il “Circolo ricreativo parrocchiale”; si impreziosisce la sala-chiesa, sorge la Corale, si realizza il presepe i il concorso presepi tra le famiglie.Mons. Pavan è circondato da tanta gioventù, nelle attività parrocchiali; nasce l’esigenza di una piattaforma polifunzionale e sorge il capitello dedicato a Maria “Madre di Dio e Madre nostra”. Col vicario parrocchiale don Renato d’Aronco si sviluppa l’impegno della solidarietà.Il 24 febbraio 1991, dopo dodici anni di presenza, mons. Pavan lascia il ministero per raggiunti limiti d’età e il 31 marzo 1991 subentra don Claudio Polo, col titolo di parroco effettivo, apprezzato per il carattere aperto.Si consolidano le strutture di partecipazione – Consiglio pastorale e degli Affari economici -; sorge il gruppo Caritas e si sviluppa il volontariato missionario; tra i vari collaboratori – tra gli esterni c’è don Ettore Aprilis e don Dante Spagnol –, emerge la figura di suor Anna Sostero, elisabettina, instancabile animatrice liturgica e dei gruppi, presente per ben 18 anni, in modo costruttivo.Incoraggiate da don Claudio, tra le figure dei collaboratori parrocchiali, risaltano due giovani seminaristi: Marino Rossi e Federico Zanetti; l’attività del “Gruppo del sabato” e la presenza di illustri sacerdoti, insegnanti anche in seminario; nel 1993 inizia la “estate ragazzi”, e nel 1997 vengono recuperate le ex scuole elementari di Coritis, in Val Resia, ai piedi del monte Canin (640 mt), per le attività coi gruppi.Negli Anni Novanta si potenziano i campi scuola parrocchiali; si pongono le basi per la diffusione dello scautismo, con l’appoggio di Ezio Migotto e le prime emergenti figure di capi con i quali organizzare i vari campeggi, per le diverse branche – tanto per fare un esempio, nel 1997 il Clan conta una quarantina di aderenti -.Nel 1992 mons. Pavan è festeggiato in parrocchia per il 50° di sacerdozio; vivace è il Circolo ricreativo; il Coro parrocchiale diviene un’istituzione e incoraggia un “Coro giovanile”; si susseguono vivaci eventi pastorali.
La Chiesa
In un’assemblea del 1997, presente l’architetto Francesco Corrado, viene presentato il progetto del tempio, inserito in un “complesso parrocchiale”, articolato in vari edifici: la chiesa a pianta circolare; un corpo a “L”, per le attività di catechesi e ricreative; un porticato coperto, di raccordo del complesso; l’insieme è concepito come una “corte”; le varie scelte vengono fatte in sintonia con le indicazioni pastorali del Concilio Vaticano II, da realizzare col contributo dei parrocchiani – con l’iniziativa “un mattone al mese”, della CEI e della Regione F.V.G.Domenica 29 agosto 1999, il vescovo Corrà benedice la prima pietra della chiesa, dedicata a sant’Agostino. A settembre iniziano i lavori affidati all’impresa Sante Lot di Torre; l’impianto elettrico alla ditta Andrea Ceciliot, di Torre.Fecondo risulta essere il 2000, col pellegrinaggio del giubileo a Madonna di Castelmonte e l’ordinazione diaconale di Mario Ferrari (20 febbraio). L’anno successivo, rimane indimenticabile per molti il messaggio di don Claudio, a undici anni di presenza e dieci di lavori condivisi, preludio della benedizione e inaugurazione della chiesa, da parte del vescovo Poletto, l’8 dicembre 2001.Il 30 giugno 2002 la comunità festeggia il 60° di sacerdozio di mons. Pavan e il 30° di don Claudio; il mese dopo, il campanile giunge alla sommità, con la collocazione delle campane.Ad affiancare don Claudio, il vescovo Corrà nomina amministratore parrocchiale don Lorenzo Barro; la parrocchia viene suddivisa in dieci zone pastorali. Sono anni di vivace impegno pastorale e nel 2005 viene istituito il “Gruppo famiglie” e costituito il “Gruppo evangelizzazione”; nel 2008 dalla Caritas parrocchiale viene aperto il “Centro di ascolto” per accogliere e sostenere le varie situazioni di fragilità; risultavano ad esempio presenti ben 190 persone anziane, ultra ottantenni; nel 2009 risalta la presenza di una “comunità di Ghanesi”; nel 2013, in una relazione tenuta al Consiglio pastorale, don Claudio ringrazia don Bruno Cescon e don Dionisio Vivian che, nel periodo di assenza per motivi di salute, hanno assicurato una costruttiva presenza liturgica e non solo. Nel febbraio 2014, padre Tarcisio Candian, dell’Ufficio missionario, viene nominato amministratore parrocchiale, fino all’agosto 2017, data in cui viene designato don Marino Rossi nuovo amministratore parrocchiale; darà un impulso alla catechesi e alla liturgia, accompagnando la comunità a vivere il 50° anniversario dell’istituzione della parrocchia, festeggiato nel gennaio scorso, dopo aver celebrato, nel maggio 2019, la prima messa di don Luca Ciligot, un giovane di Torre, già animatore e collaboratore in parrocchia, sopratutto nei “punti verdi” degli ultimi anni.