Comunità di Torre, ingegno, coraggio e generosità

Molte le iniziative e proposte della parrocchia cui non è mancata la risposta dei fedeli

Col diffondersi della pandemia, non tutti si sono chiusi in se stessi, soccombendo alla paura del contagio. C’è chi ha cercato di reagire, alimentando nel proprio cuore e in quello degli altri, delle “idee-forza”. E’ quanto accaduto a Torre. Poiché non si potevano stampare i fogli settimanali da porre in chiesa, a disposizione dei fedeli, con appuntamenti e altri messaggi, come di consuetudine, così il parroco don Giosuè ha stampato i fogli settimanali in formato gigante appendendoli in vari luoghi, ben visibili, cercando di diffondere anche delle “idee guida”, che rinsaldassero la propria identità.

L’appello

La diffusione dei messaggi era assicurata anche da un buon impianto voce, in modo che le parole, nelle celebrazioni, fossero udite con chiarezza, anche da quanti si trovavano fuori del tempio, nell’ampio auditorium dell’oratorio ad esempio, impossibilitati ad entrare in chiesa, a causa della riduzione dei posti, per essere opportunamente distanziati.Ad esempio, a commento delle parole di Gesù “Non vi lascerò orfani”, proferite agli apostoli, intimoriti dal fatto che il loro “maestro” aveva annunciato che sarebbe ritornato al Padre, ecco la proposta di un brano tratto dalla Lettera a Diogneto (II° secolo), nella quale si ricorda che “i cristiani dimorano nella terra, ma sono cittadini del cielo”; e che l’anima “è sì racchiusa nel corpo, ma sostiene il corpo”.Oppure un brano di un’omelia di papa Giovanni XXIII, proclamata il 17 maggio 1944 ad Istambul: “Credete voi di potervi chiudere in casa tappando le porte e dicendo: io penso a me stesso, non mi curo degli altri; la salute altrui non mi interessa per nulla? (…) Chiamati a vivere in un’epoca dolorosa di distruzioni e di odi, in cui gli egoismi individuali vengono sacrificati agli egoismi nazionali (…), ciascuno di noi deve pensare al dovere suo, di contribuire alla ricostruzione morale del mondo”.

La risposta

Viene a crearsi una gara di generosità, da parte di varie persone, che si danno da fare nel donare prodotti igienizzanti, per la pulizia delle mani e la disinfestazione degli ambienti e i volontari della Protezione civile collaborano all’installazione di impianti audio-video, per consentire la ricezione dei messaggi anche dall’auditorium. C’è chi provvede, anonimamente, a riempire il “baule della carità”, con viveri a lunga conservazione e altri prodotti, per aiutare le famiglie in difficoltà, compreso fratel Francesco, per il quale vengono raccolti altri 1.500 euro, da aggiungere ad una colletta precedente.

Il grazie

La festa del Corpus Domini, senza la solenne processione per le vie del quartiere, diviene l’occasione per ringraziare apertamente quanti si sono dati e si danno da fare, per sostenere con continuità la vita della comunità. “E’ questa un’ottima occasione per ringraziare quanti prestano un servizio in parrocchia: don Dionisio, il diacono Mauro, i membri del Consiglio pastorale e per gli affari economici; quanti sono parte attiva del gruppo dei catechisti, della liturgia, coro compreso, della Caritas, dell’oratorio, della redazione de ‘L’Amico di casa’, del gruppo famiglia, del gruppo del servizio – donne e uomini dediti alle pulizie e a garantire bellezza e funzionalità agli ambienti della parrocchia -; il personale della scuola dell’infanzia ‘Mons. Giuseppe Lozer’, gli addetti alla segreteria; quanti pregano per la parrocchia e, come gli ammalati o gli anziani, offrono le loro sofferenze per il suo bene… In particolare i ‘guardiani’ della nostra salute: ci aiutano a valorizzare gli ambienti della parrocchia, evitando ogni contagio – per dire loro che quello che facciamo sarà fruttuoso se accompagnato dalla gioia di sentirsi amici del Signore, amici fra noi e con tutti, col cuore, prima che con la mente; con la testimonianza personale, prima ancora che col lavoro svolto -. A conforto dei nostri ‘guardiani’, piace citare un’espressione di san Cirillo d’Alessandria: ‘Vedi come lo Spirito trasforma, per così dire, in un’altra immagine coloro nei quali abita? Porta con facilità, dal gusto delle cose terrene a quello delle cose celesti e da un’imbelle timidezza, ad una forza d’animo piena di coraggio e di grande generosità’. Del resto ogni vocazione o servizio nella Chiesa è dono dello Spirito Santo, da accogliere e vivere con gioia, senza risparmio di energie, ‘con una giusta incoscienza’, come amo spesso dire, sia a me che agli altri; non si fa niente se troppo calcolatori e si fa male, se troppo precipitosi”.