Vescovi del Triveneto: dagli esercizi spirituali la preghiera per invocare da Dio il dono della pace

Il messaggio di pace dei Vescovi della CET dopo gli esercizi spirituali: "La consapevolezza della gravità della situazione ha caratterizzato la nostra preghiera e, in comunione con le nostre Chiese, abbiamo perseverato nel chiedere il dono della pace su tutta la popolazione coinvolta. Abbiamo affidato al Padre di ogni misericordia le loro sofferenze e i tanti, troppi, morti di questi giorni"

Da lunedì 7 a venerdì 11 marzo, nel corso della prima settimana di Quaresima, i Vescovi della Conferenza Episcopale Triveneto hanno vissuto insieme l’esperienza degli esercizi spirituali.

Gli esercizi – incentrati sulla Divina Misericordia – sono stati guidati da p. Cesare Falletti, monaco cistercense, presso il Centro di Spiritualità e Cultura “Don Paolo Chiavacci” a Pieve del Grappa – località Crespano (TV).

In questo tempo specialmente dedicato al silenzio, all’ascolto prolungato della parola di Dio e alla preghiera personale e comunitaria per le necessità della Chiesa e del mondo, i Vescovi hanno avuto costantemente nel cuore le tragiche vicende dell’Ucraina ed hanno pregato affinché cessi al più presto la follia della guerra, tacciano le armi e parlino di più la diplomazia e la politica, trovino finalmente spazio e s’impongano le ragioni della giustizia e della pace.

Hanno, quindi, affidato le loro riflessioni e preghiere nel seguente messaggio:

 

“Noi Vescovi del Triveneto, riuniti per gli esercizi spirituali, abbiamo vissuto tale esperienza nella trepidazione per il contesto di guerra e di violazione del diritto internazionale che, in particolare, ferisce il continente europeo.

La consapevolezza della gravità della situazione ha caratterizzato la nostra preghiera e, in comunione con le nostre Chiese, abbiamo perseverato nel chiedere il dono della pace su tutta la popolazione coinvolta. Abbiamo affidato al Padre di ogni misericordia le loro sofferenze e i tanti, troppi, morti di questi giorni.

La meditazione sul volto misericordioso di Dio, che si è manifestato nell’incarnazione del suo Figlio, ha motivato e rafforzato la nostra preghiera. Ci è pesato non essere presenti nei territori delle nostre Diocesi ma proprio per questo la comunione nella preghiera si è rafforzata.

Sono stati comunque sempre garantiti i legami e i contatti necessari per concertare, in particolare attraverso la Caritas, un’azione pastorale adeguata alla drammatica situazione che si va manifestando anche su tutto il territorio del Nordest italiano.

Siamo consapevoli che in queste settimane è esplosa una conflittualità notevole e complessa, dalle espressioni tragiche, e di cui siamo molto preoccupati per i risvolti ulteriori che potrebbe assumere.

Papa Francesco ha dato voce a tale consapevolezza nell’Angelus di domenica scorsa: «In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria». E ha poi aggiunto: «Tutto il popolo cristiano […] vuole avvicinarsi e dire: “La guerra è una pazzia! Fermatevi, per favore! Guardate questa crudeltà!”».

Ci ha colpito e turbato molto constatare la fatica che caratterizza la testimonianza evangelica delle diverse Chiese che abitano i territori oggi in guerra. Tutto il continente europeo ne vive le ripercussioni. Sentiamo infragilito l’impegno ecumenico di noi tutti cristiani.

Abbiamo così intensificato la vicinanza alle comunità e ai gruppi di cristiani – provenienti in particolare dall’Ucraina (ma non solo) e che vivono ed operano in mezzo a noi. Ci ricordano, dall’interno delle nostre Diocesi, che il dono della pace è necessario per il bene comune.

Quanto si è manifestato in questi giorni – e che suscita tanta trepidazione nei cuori – diventa un forte appello alla conversione interiore di tutti, ad ogni livello della società europea e mondiale.

Con il senso di vulnerabilità che abbiamo appreso dalla pandemia, e a cui ancora siamo legati, con sincera umiltà intendiamo affermare la bellezza e la bontà dell’umanità che tutti insieme vogliamo preservare e custodire. Ma questo sarà possibile solo nell’orizzonte di una fraternità da costruire con ancor maggior convinzione, con tutti i mezzi di dialogo possibili, con l’impegno richiesto a tutti i soggetti sociali e politici attori nell’attuale «cambiamento d’epoca».

Dobbiamo tutti aiutarci a superare la tremenda tentazione che le guerre risolvano i problemi di una complessa situazione internazionale. E da credenti intendiamo testimoniare e offrire, quotidianamente e ovunque, la nostra rinnovata fiducia in Dio, datore della Pace.

 

A conclusione degli esercizi spirituali, nel pomeriggio di venerdì 11 marzo, i Vescovi hanno poi svolto una riunione della Conferenza Episcopale Triveneto per un aggiornamento ed una condivisione su vari temi dell’odierna vita ecclesiale.