Roberto Pastorini: dalla famiglia alla diaconia

Roberto Pastorini è stato ordinato diacono permanente dal vescovo Pellegrini, domenica 31 marzo nella parrocchia di Summaga, circondato dall’affetto della moglie e dei figli, presente il parroco don Giuseppe Liut e quanti stanno condividendo il suo cammino di vita ecclesiale.

  Roberto Pastorini è stato ordinato diacono permanente dal vescovo Pellegrini, domenica 31 marzo nella parrocchia di Summaga, circondato dall’affetto della moglie e dei figli, presente il parroco don Giuseppe Liut e quanti stanno condividendo il suo cammino di vita ecclesiale.In ricerca. Secondogenito di Ida Tesolin e del compianto Quarto Pastorini, nato il 4 giugno 1971, frequenta il catechismo a Summaga, col parroco don Umberto Fabris che lo prepara ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, con Suor Serafina e Suor Costanza, presenti nella Scuola materna parrocchiale.Frequenta l’Itis Leonardo da Vinci a Portogruaro e diviene perito elettronico. Tra gli insegnanti di religione ricorda don Gino Doro, ma perde di vista la vita della parrocchia. Si riavvicinerà grazie alla figura carismatica del frate cappuccino padre Antonio Gioli, ora parroco di Fossalta di Portogruaro, ricco di creatività.In attesa del servizio militare si inserisce nel mondo del lavoro, in un mobilificio. Sognava di fare il Lagunare, ma viene dislocato in ufficio e conosce il cappellano militare don Angelo Santarossa che gli offre la possibilità, alla fine del 1992, di partecipare ad una indimenticabile parata militare a Lourdes.Finita la “leva”, entra nel “postulandato” dei frati cappuccini di Rovigo, per capire a quale vocazione lo chiamasse il Signore. Riceve una buona formazione umana e spirituale, assieme ad altri 8 “postulanti”. Dedicavano molto tempo al servizio alla “mensa dei poveri” e alla distribuzione di vestiario ai bisognosi.A Bassano del Grappa indossa il saio e frequenta il “noviziato”, coi “voti temporali di obbedienza, povertà e castità”. A Villafranca di Verona inizia il biennio di teologia. Si accosta agli studi filosofici e alla teologia fondamentale. Questo cammino gli consente di comprendere che quella di divenire frate non era la sua strada.Chiamata agli studi teologici. E’ però affascinato dallo studio della teologia. Nel 1997 si iscrive all’Istituto teologico dell’Italia Settentrionale di Padova, per frequentare il triennio, alla ricerca del Dio di Gesù Cristo, che dà senso alla propria vita. La famiglia lo sostiene economicamente, mentre la sorella Cinzia si era già sposata. Vive in appartamento a Padova e sostiene regolarmente gli esami. Rientra a Summaga il sabato e la domenica dai genitori e frequenta il gruppo di Azione Cattolica Giovani, in qualità di animatore. Nell’ultimo anno inizia a fare delle supplenze, come insegnante di religione, in contatto con don Giosuè Tosoni, dell’Ufficio scuola della diocesi.Nel settembre del 2000 gli viene affidato l’insegnamento della religione alle elementari di Travesio, Pinzano e Anduins, affrontando 50 km all’andata e 50 al ritorno. Un sacrificio non indifferente. Lo fa per cinque anni con entusiasmo, affascinato dal dialogo educativo coi ragazzi, con i colleghi d’insegnamento e l’approfondimento del patrimonio religioso e culturale che è chiamato a condividere: “Non è una cosa facile riuscire a parlare ai ragazzi, per incoraggiarli a scoprire il senso profondo della vita”, confida.Chiamata alla famiglia. Nel frattempo conosce Marta, classe 1981, anch’essa da Summaga, studente alle Magistrali di Portogruaro e si frequentano. Lei si iscrive all’Istituto di Scienze dell’Educazione di Portogruaro, mentre Roberto si iscrive all’Istituto di Studi Ecumenici di Venezia, ove consegue la “licenza in teologia” nel 2005.Nel 2009 decidono di convolare a nozze a Summaga, col parroco don Giuseppe Liut e vanno ad abitare nella casa paterna, essendo nel frattempo morto il papà. Nel 2011 nasce Francesco e nel 2013 Andrea.Roberto continua ad insegnare religione ai ragazzi e ragazze delle elementari di Meduna di Livenza e a San Giovanni di Motta. Nel frattempo, ripensando alla gioia che aveva sperimentato nel “servizio ai poveri” quand’era a Rovigo, inizia a riflettere sul “servizio della diaconia”, confrontandosi col parroco don Giuseppe Liut. Don Giosuè, responsabile del diaconato permanente, lo inserisce nel cammino formativo e frequenta i corsi del sabato, in Seminario. C’è una interruzione con la nascita del secondogenito, pur continuando a frequentare la vita della parrocchia, anche in qualità di vice presidente del Consiglio Pastorale Parrocchiale.Chiamata alla diaconia. Riprende il cammino formativo del diaconato permanente, dapprima con don Giuseppe Grillo, poi con don Daniele Rastelli, attuale responsabile. Dopo il “lettorato” già conseguito a Villafranca di Verona, consegue l’accolitato (2018) e di lì a poco avviene l’ammissione al diaconato. Si rinsaldano nel contempo i contatti con vescovo diocesano Giuseppe Pellegrini, che lo incoraggia a proseguire il cammino verso il diaconato permanente.Ora Roberto insegna a Meduna di Livenza e a San Giovanni di Motta. La moglie Marta, che agli inizi era titubante per il cammino del marito, ha accolto la scelta e anch’essa condivide un impegno in parrocchia a Summaga, come animatrice del Grest e fa l’insegnante alla Scuola materna della parrocchia della Beata Maria Vergine di Portograuaro.Conclude Roberto questo capitolo della sua storia di vita: “Sono felice di servire la comunità ecclesaile, conformandomi sempre più a Cristo Servitore, come emerge dal Vangelo di Marco, al capitolo 10,35-45”.Leo Collin