Addio a don Pierluigi Di Piazza Sacerdote e costruttore di Pace

Fondatore del Centro di accoglienza "Balducci" di Zuliano

Le varie fonti informative sono concordi nel definire come un “uomo artefice e costruttore di pace”, don Pierluigi Di Piazza, che ha lasciato la scena di questo mondo il 15 maggio, a 74 anni, la quinta domenica di Pasqua.Lo aveva fatto con scelte precise che ha vissuto senza ostentazione, come la fondazione del “Centro Balducci” di Zuliano, ove è stato esposto il 15; in attesa della celebrazione dei riti funebri; e martedì 17, presso “Sala Petris”; col suono delle campane della chiesa di Tualis (Comeglians), quale parroco di “San Michele Arcangelo” e, idealmente, di tutta la Carnia e il Friuli, nella consapevolezza di aver perso un figlio; mercoledì 18 le esequie e la sepoltura.Nasce a Tualis di Comeglians (UD) il 20 novembre 1947. Frequenta il Seminario e viene ordinato prete nel 1975. Nel 1994 si laurea in teologia all’Università San Tommaso d’Aquino di Roma e poi si dedica all’insegnamento. Ma non solo.Nel 1989 fonda il Centro di accoglienza e promozione culturale “Ernesto Balducci”. La struttura, prima di tutto, diviene luogo di accoglienza di migliaia di profughi e migranti da tante parti del mondo, favorendo la loro integrazione. Ma è anche una associazione che traccia “percorsi di Pace, di Giustizia e di Solidarietà” attenta a tutto il mondo.Ho iniziato a familiarizzare con le sue proposte per una cultura di pace, presentando ai lettori di questo settimanale, il messaggio caldeggiato da alcuni suoi amici preti, racchiuso nelle “Lettere di Natale” che suggerivano i contenuti portanti, amplificati nella “Via Crucis per la Pace”. Si è snodata per 24 edizioni, da Pordenone ad Aviano, luogo assunto a “simbolo di una pace da edificare – vanificando e contrastando i rischi di una guerra armata”. Proprio dal “Centro Balducci” giungevano i contenuti di persone come l’amico don Luigi Ciotti e altre personalità.Di lui scrive il filosofo e scrittore Vito Mancuso: “Lui era così: sospettoso perché innamorato. Il grande amore per il Bene e la Giustizia lo portava a guardare il mondo e il potere e i potenti in questo modo, come a smascherare l’ipocrisia. Ma a tu per tu, Pierluigi era di una dolcezza e di una delicatezza uniche. Gentile e vero. Rude e delicato. Semplicemente friulano.Ti saluto con la gioia e il dolore che si intrecciano dentro di me e fanno a pugni tra loro e si abbracciano: la gioia di esserti stato amico, il dolore che non ci sei più. In realtà però tu ci sei ancora: vivi in tuo fratello Vito, in suor Marina, in tutti gli altri parenti, amici e collaboratori, e anche in me. Soprattutto vivi in Dio, che in questi momenti riconosce la tua anima e la bacia e le dice: ’Vieni benedetta, perché avevo fame e mi hai dato da mangiare, avevo sete e mi hai dato da bere, non avevo una casa e tu me l’hai data’. La casa fondata da Pierluigi si chiama Centro Balducci e quante sono state le persone ospitate che in essa hanno trovato una casa! Mandi Pierluigi, mandi!”.