Una suora irachena porta la croce

Via Crucis al Colosseo: suor Genevieve, dalla Piana di Ninive -porta la croce: “Con me i dolori e le lacrime dell’Iraq”

È emozionata suor Genevieve Al Haday, suora irachena dell’ordine delle domenicane di Santa Caterina, nel raccontare al Sir tutta la sua emozione per essere stata scelta a portare la Croce durante la Via Crucis al Colosseo con Papa Francesco, il prossimo Venerdì Santo. “Non so ancora in quale stazione”, dice con un sorriso la religiosa, originaria del villaggio cristiano di Qaraqosh, nella Piana di Ninive, uno dei tanti invasi dallo Stato islamico nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2014, quando circa 120mila cristiani furono costretti a fuggire ad Erbil, in Kurdistan, per cercare rifugio dalla violenza dei jihadisti.

Ricordo nitido. Il ricordo di quella notte è ancora nitido nella mente di suor Genevieve: “Io mi trovavo nel villaggio di Telluskof. Con altre quattro consorelle siamo riuscite ad entrare in un bus per Duhok portando con noi persone anziane e disabili. Erano le dieci di sera. Una distanza che di solito si percorreva in 20 minuti ha richiesto oltre tre ore”. Un tempo sufficiente per capire che quello che stava accadendo sotto i suoi occhi era l’”Esodo” dei cristiani di Ninive.

Lacrime di solitudine. “Che il mondo trovi pace e serenità, che le popolazioni cristiane e non, credenti e non, vivano insieme nel rispetto reciproco, nella carità, nella giustizia, nel diritto. Questi sono i valori più importanti che non devono essere disattesi. Il mondo ha tanto bisogno di carità, di fraternità e di condivisione. Noi abbiamo sperimentato la bellezza della fraternità grazie alla solidarietà che ci è arrivata dopo l’invasione dell’Isis da ogni parte del mondo”. E la fraternità non conosce confini, dall’Iraq all’Italia: “Tre giorni fa una signora anziana che abita qui, a Roma, vicino alla nostra casa, è venuta a bussare da noi. Una volta entrata è scoppiata a piangere. Erano lacrime di solitudine che mi hanno fatto riflettere alla solitudine di Gesù nell’orto degli ulivi. E allora ho pensato che Venerdì sera al Colosseo, su quella piccola Croce, dovevano esserci anche le lacrime di questa signora e quelle di tanti che si sentono soli e abbandonati”.