Papa in Turchia e Libano. Mons. Kmetec (presidente vescovi): “Viaggio per la pace e l’unità fraterna tra le Chiese”

Leone XIV ritratto (foto vatican media sir)

I preparativi erano iniziati da tempo. Si è anche creata una Commissione mista che sta lavorando per definire il programma e i dettagli della visita. Mancava solo l’annuncio della data ufficiale. Ora c’è. Ieri la Santa Sede ha confermato che accogliendo l’invito del capo di Stato e delle autorità ecclesiastiche del Paese, Papa Leone XIV compirà un viaggio apostolico in Turchia dal 27 al 30 novembre, recandosi in pellegrinaggio a İznik in occasione del 1.700° anniversario del Primo Concilio di Nicea.

Successivamente, il Santo Padre si recherà in viaggio apostolico in Libano dal 30 novembre al 2 dicembre. Il Sir ha raggiunto telefonicamente mons. Martin Kmetec, arcivescovo metropolita di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca.

Mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente dei vescovi turchi (foto Wikipedia)

Il Papa verrà in Turchia. Come avete accolto questo annuncio?

La nostra reazione è certamente di profonda gioia e gratitudine per questo gesto del Papa, che dimostra grande attenzione verso le piccole Chiese cristiane. È significativo che abbia scelto di iniziare le visite del suo Pontificato proprio da queste Chiese, presenti in Medio Oriente, una regione segnata da difficoltà e conflitti. In particolare, siamo felici che la visita proseguirà anche in Libano. Nutriamo la speranza che questo viaggio porti frutti e rafforzi in noi la consapevolezza di essere parte del gregge di Cristo.

Il Papa seguirà le orme del primo Concilio di Nicea. Come lei stesso ha detto, oltre all’importanza del Medio Oriente, si tratta anche di un viaggio ecumenico. Significa che Leone pone anche l’unità delle Chiese al centro del suo Pontificato?

Sì, certamente: questo è il suo obiettivo principale.

Papa Leone desidera realizzare la promessa fatta da Papa Francesco di recarsi a Nicea, incontrando anche il Patriarca Bartolomeo.

Si tratta di un gesto fortemente ecumenico. Inoltre, è importante ricordare che anche le Chiese ortodosse, spesso piccole e poco visibili, hanno bisogno di sostegno, di attenzione e di amore fraterno. Questa visita rappresenta proprio un segno concreto che va in quella direzione.

Qual è il messaggio che vi attendete da Papa Leone?

Ci auguriamo che il Papa ci confermi nella fede e nella fedeltà a Cristo. Che rafforzi l’amore fraterno tra le Chiese e nelle Chiese. Desideriamo che ci incoraggi a vivere con speranza e con forza d’animo, mantenendo un atteggiamento cristiano in ogni situazione della vita.

Quindi si può dire che è un viaggio in nome della pace e dell’unità fraterna tra le Chiese?

Sì, certamente. Porterà un forte messaggio di pace per il mondo. Il Papa, già da tempo, invita i grandi della Terra a non giocare con le tragedie dei piccoli popoli e delle comunità più fragili. Li esorta a impegnarsi e lavorare seriamente per la giustizia e per la costruzione della pace.

Questo viaggio sarà sicuramente un’occasione per ribadire con forza questo appello.

I preparativi sono numerosi. Il Papa visiterà prima Nicea e poi il Fanar, secondo un programma preliminare diffuso dal Patriarcato ecumenico. Voi come vi state organizzando? Che atmosfera si respira in questi giorni?

Innanzitutto va detto che la Commissione mista per la preparazione della visita si riunisce già da tempo. La questione principale è stata definire il programma, cercando di armonizzarlo con i criteri di una visita di Stato, tenendo conto anche degli aspetti legati alla sicurezza e alla logistica. Abbiamo avuto diversi incontri con i vescovi per riflettere su quali siano i nostri compiti in questo contesto. Stiamo preparando i fedeli affinché siano consapevoli dell’importanza di questo evento. Desideriamo che la visita del Papa sia vissuta come un momento di grande significato per tutti.

È un’occasione storica, soprattutto considerando che si tratta della sua prima visita qui in Turchia. Per noi è davvero importantissima.

Purtroppo, sono forti i venti di guerra in tutta la regione ma che ci coinvolgono tutti.
Sì, certamente. Questa visita ci sprona a impegnarci ancora di più, ad aprirci al soffio dello Spirito. Ci invita a essere fedeli al messaggio di Cristo, a vivere il Vangelo con autenticità, a essere una Chiesa di speranza, una Chiesa che vive nella gioia e nella verità della salvezza.