Giubileo dei governanti: 20-22 giugno

Messa di inizio papato, 18 maggio, i governanti presenti (Foto Calvarese Sir)

Un Giubileo quello dei Governanti molto significativo e con un programma intenso per le iniziative e gli incontri che si svolgeranno. L’Anno Santo con la sua cadenza venticinquennale, rappresenta sempre di più un momento di dialogo con Gesù e di ispirazione cristiana.

Il Giubileo dei governanti farà vivere momenti all’insegna della speranza, che rimanda alla fede che viene da Dio. La speranza va accolta con il cuore aperto e proprio i governanti per mezzo della politica, delle leggi, possono giungere con il loro servizio al cuore delle persone con grande responsabilità e nel modo giusto. In questo tempo dove la pace in molte parti del mondo vacilla, si registrano diversi conflitti ad altissima intensità (Myanmar, Sudan, tra Israele – Hamàs e tra Russia – Ucraina), inoltre molte genti specie bambini soffrono per la fame. I vari governanti devono impegnarsi in primo luogo come operatori di pace e risolvere tali ingiustizie.  A loro spetta il compito di collaborare insieme anche con gli organismi internazionali, l’Unione Europea, l’Unione Africana, ONU ecc. Governanti che ascoltino, dialoghino, siano uniti politicamente per risolvere le controversie e porre fine alle guerre e alla fame nel mondo.

Vivere il Giubileo con profonda devozione nel ricevere la confessione, partecipare all’Eucaristia e con un pellegrinaggio per attraversare la Porta Santa per ottenere l’indulgenza plenaria è opportunità di rinnovamento spirituale. Molti avranno anche la possibilità di incontrare il nuovo Pontefice.

Un pensiero va rivolto alle Porte Sante giubilari che sono state aperte a cura delle Diocesi locali anche in Ucraina, in Medio Oriente, in Africa, e in tante parti del mondo che oppresse dalla guerra e dalla fame sono segno di speranza per una pace giusta e duratura.

Mentre, il pianeta è in balia degli eventi, segnato dalla follia di guerre a causa di egoismi personali e nazionali, Papa Leone XIV esorta tutti ad un impegno concreto per la pace nel mondo. Il Giubileo della speranza al quale si avvicinano gli amministratori locali e territoriali, parlamentari e governanti vuole essere la sosta necessaria a un mondo che, nel suo correre continuo, sembra perdere la rotta. Occorre farsi guidare dalla parola di Dio.

La posizione di governante/amministratore non è mai comoda, occorre rispondere alla chiamata con generosità, spirito di servizio, dedizione e amore. La missione di servizio del governante è anche quella di dar voce a chi non ha voce. In tempi di crisi sia economica che sociale, ma anche dell’anima il compito del governante è aiutare la gente a non smarrire l’orizzonte della speranza. Ascoltare il grido dei poveri, dei rifugiati. La politica è un invito all’azione e la speranza ben si lega al vivere giornaliero fatto di fatiche, sfide di questo nostro tempo.

Gli esempi preziosi e il sostegno di figure come san Tommaso Moro, Giorgio La Pira, Alcide De Gasperi, don Sturzo, Giuseppe Toniolo, Dossetti, servo di Dio Enrico Medi, Giuseppe Zamberletti,  Aldo Moro, ecc. possono aiutare a rendere più edificante l’impegno politico di coloro che amministrano la cosa pubblica al servizio del bene comune della società. Il loro agire deve precedere sempre l’interesse privato e concentrarsi sull’uomo e non sulle cose materiali.

Anche la Dottrina sociale della Chiesa con i suoi principi morali, etici, economici, sociali, è senza dubbio un riferimento sicuro per un politico e amministratore cristiano e non. I responsabili della vita pubblica svolgono un servizio arduo e delicato che necessita di preparazione, competenza ma soprattutto consapevolezza e alto senso della moralità. Spesso si cerca l’utilità personale oppure del partito politico o coalizione trascurando il bene collettivo. Occorre un comportamento responsabile, giusto equilibrato cercando di adoperarsi verso coloro che ne hanno più bisogno e che sono in

condizioni sociali, culturali più svantaggiose. La persona, con le sue limitazioni, esigenze personali, familiari e sociali deve essere messo al centro da parte di governanti, legislatori, amministratori pubblici, che esercitano la politica con un impegno cristiano, solidale e caritatevole verso gli altri. Occorre trovare un impegno comune nella diversità dei nostri ordinamenti politici, che dia un nuovo senso al nostro agire con leggi consone al Vangelo e che non arrechino danni all’ unità delle famiglie e dei cittadini.

La partecipazione all’incontro giubilare da parte di amministratori, parlamentari e politici sia occasione per far rinvigorire quella fiducia e speranza necessaria per una “Missione” politica complessa sempre più rivolta con giustizia caritatevole per il prossimo. Anche San Paolo VI affermava che la politica è “ la forma più alta di carità”.  Buon Giubileo.

Clemente Patrizi