Pordenone
Da Telefono Azzurro a Genitori Connessi Un cammino che dura da trentacinque anni
Proposte e servizi attivati anche nel nostro territorio per stare "dalla parte dei minori"
Attraverso la linea di ascolto e consulenza: 196.96, viene offerto un servizio di assistenza che, in 35 anni di ascolto, ha consentito di affrontare migliaia di casi, a tutela dei minori. Tanto per dare un’idea della portata, dei contatti, dal 1987 al 2020, sono stati affrontati oltre 80 mila casi concreti.”Telefono Azzurro” nasce nel 1987 a Bologna, promosso da Ernesto Cafarro, professore di neuropsichiatria infantile all’Università degli Studi di Bologna. Negli anni, l’organizzazione è in grado di offrire un ascolto di 24 ore su 24, alle richieste di aiuto, telefoniche e on line – mobile, web, chat, app, social netwok. Con una rete di contatto con i “Servizi del territorio”, a favore dei minori; è gestita da personale qualificato. Alla linea si rivolgono anche adulti. Ad essi viene offerto un ascolto e una consulenza, con l’obiettivo di aiutarli a gestire concretamente, le situazioni di disagio o di pregiudizio, nei confronti dei ragazzi.In quanto “Ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione”, Telefono Azzurro favorisce un contatto periodico con le Scuole di tutta Italia, con l’obiettivo di offrire agli insegnanti, delle attività formative e di prevenzione, che ruotano su varie tematiche: lotta al bullismo; agli abusi verso i minori; educare all’uso sicuro di internet; promuovere la multiculturalità; tutelare i diritti dell’infanzia.
Genitori Connessi
Un’attuazione concreta di questa linea di ascolto, la si può cogliere nel progetto, diffuso nel nostro territorio; il “servizio” è denominato: “Genitori Connessi”. E’ presente presso i vari “Istituti comprensivi” di Pordenone, con Torre e Roraigrande. E’ patrocinato dal Comune di Pordenone; da “Eupolis”, studio associato. E’ finanziato da BCC Pordenonese e Monselice e dal Rotary Pordenone Alto Livenza.Condivide un progetto di cultura digitale; punta su una formazione innovativa, alla didattica “digitalmente aumentata”, offrendo una rete di connessione che consenta di costruire “Bune pratiche” didattiche, tra il mondo della Scuola e varie Istituzioni culturali. Cooperazione e scambio delle informazioni, stanno alla base dei vari appuntamenti formativi, che vede disponibile un team di persone competenti: Massimo Battistella, Luigi Campello, Stefano Moriggi, Paolo Ferri e altri.Tra i video accessibili on line, sul sito: https://www.genitoriconnessi.pn.it/, si può ascoltare uno degli stimolanti incontri; è intitolato: “Oltre lo schermo”, con Gregorio Ceccone e Matteo Maria Giordano, col quale abbiamo già potuto intrattenerci, per altri servizi, riportati su queste pagine.I due, offrono un contributo alla “educazione digitale”, ponendosi accanto alle famiglie del territorio friulano e veneto, come educatori, operando in “combinata” con gli insegnanti. Obiettivo del contributo: incoraggiare a comprendere il mondo dei minori, che a volte sembrano “rintanati nel mondo digitale”. Realtà che opera con un fatturato di oltre 150 miliardi di dollari, superando anche la produzione cinematografica. Il loro obiettivo è di conquistare il mercato, come attestato nel documentario: “The Social Dilemma”.Hanno segnalato il sito PEGI, utile a genitori e insegnanti: fornisce una classificazione dei video giochi, in base all’età, con “Etichette” specifiche: attenzione alla presenza di scene rumorose o violente; al linguaggio adottato, nel rispetto dell’età suggerita.Ad essi suggeriscono di aggiornarsi continuamente su questo mondo, che fornisce continue novità. Ricordano che l’educazione affettiva e sessuale non và delegata al web. Nella conversazione, sottolineando l’importanza di creare una “rete educativa”, è stato additato un gruppo di famiglie, dell’area Veneto-friulana, che tra le scelte condivise, a beneficio dei propri figli, hanno fatto quella di evitare, per una specifica fascia d’età, il regalo dello smartphone.