Papa al Gemelli: “ci vorranno 24-48 ore per capire se c’è un peggioramento”

Policlinico Gemelli, Roma

La crisi di broncospasmo, con vomito inalato e poi aspirato, che il Papa ha avuto “è iniziata intorno alle 14 e si è conclusa questo pomeriggio”. È quanto trapela da fonti vaticane a proposito del bollettino medico di stasera, venerdì 28 febbraio.

Il momento critico, dunque, è rientrato nell’arco della giornata, “ma per valutare quanto abbia inciso sul quadro clinico, e cioè se ci sia stato un peggioramento, ci vorranno 24-48 ore”, fanno sapere le stesse fonti: “con l’ausilio della ventilazione meccanica i livelli di scambio gassoso sono tornati ai livelli precedenti alla crisi”.

Il Santo Padre, infatti, al posto della “ventimask”, ora utilizza in modo fisso una mascherina che copre naso e bocca e miscela l’ossigeno all’aria.

In sintesi, il quadro clinico del Papa rimane complesso: non è fuori pericolo, come avevano detto i medici nella conferenza stampa del 21 febbraio, tanto che la prognosi rimane riservata.

La differenza tra la crisi di oggi e quella di sabato scorso è che una settimana fa si trattava di una crisi respiratoria, mentre quella attuale è una crisi di vomito provocata dal broncospasmo, che ha determinato un episodio di vomito inalato dal Papa e poi successivamente aspirato con un macchinario specifico. Sempre a quanto si apprende, “continuano ad arrivare al Santo Padre una quantità enorme di messaggi, lettere, disegni, preghiere da ogni parte del mondo”.