Pordenone
Quattro giornate dedicate alla montagna al Teatro Verdi
C’è una montagna che sfugge alle descrizioni da cartolina, che resiste nella vita quotidiana dei paesi e nella tenacia di chi li abita. È la montagna di mezzo: fragile ma produttiva, concreta e vitale. A questo universo fatto di silenzi operosi e relazioni invisibili, il Teatro Verdi di Pordenone dedica il Montagna Teatro Festival 2025, da domani, giovedì 11, Giornata Internazionale della Montagna, a domenica 14 dicembre, con la collaborazione progettuale del CAI nazionale: quattro giornate per restituire visibilità e prospettiva a territori che troppo spesso restano in ombra. Un ponte tra pianura e Terre Alte che intreccia teatro, musica, danza, letteratura, poesia, fotografia e incontri, per riaffermare la montagna come luogo di pensiero e relazione tra persone e ambiente. «Il Festival nasce da una riflessione sul valore della montagna come luogo di vita, cultura e sostenibilità» spiega il Presidente Giovanni Lessio «È un impegno che il Teatro porta avanti da anni, e che oggi, nel cammino verso Pordenone Capitale Italiana della Cultura, trova nuova forza e significato: le nostre valli devono tornare a essere voce viva del futuro».
Apertura nella serata di giovedì con l’evento di danza “Notte Morricone” (ore 20.30), creazione di Marcos Morau, uno dei coreografi oggi più noti a livello internazionale per potenza visionaria, per Aterballetto: un tributo all’immaginario e alla sua capacità di unire epoche, generazioni e geografie diverse, proprio come la montagna unisce terra e cielo. Venerdì 12 si entra nel vivo della riflessione con la prima tappa, alle 18.00, della rassegna R-Evolution Green, curata dal geografo Mauro Varotto: un percorso che proseguirà fino a maggio 2026 sui temi del cibo di montagna. Con studiosi come Davide Papotti, Marialaura Felicetti, Pier Giorgio Sturlese e Cristina Sist si indagherà cosa significhi oggi custodire una montagna abitata e produttiva approfondendo i valori sociali, nutrizionali e ambientali delle filiere alte. Al termine una degustazione a cura di Agrifood tradurrà questi temi in sapori. In serata (ore 20.30), la musica diventa viaggio con “Dagli Appennini alle Madonie” del Barga Jazz Ensemble guidato da Bruno Tommaso. Sabato 13 dicembre la parola passa ai giovani in un incontro, ore 11.00, su impresa e rigenerazione delle aree interne promosso con Confcooperative e Università di Udine dal titolo Montagna pordenonese: visioni future. Alle 17.00 la presentazione del volume fotografico “Dolomiti. Un paesaggio tutelato” di Manuel Cicchetti e Antonio G. Bortoluzzi ne svela l’incanto fragile. Spazio poi alla poesia (ore 18.30) che si fa paesaggio vivo con Azzurra D’Agostino in dialogo con Roberto Cescon: un appuntamento in collaborazione con Fondazione Pordenonelegge che rinsalda il legame e l’amore del Verdi per la poesia, come testimoniano i versi impressi sulle facciate esterne del Teatro. In serata, Christian Poggioni con Clara Zucchetti in scena con “Montagna – Se non mente chi dice che Dio qui non è lontano”, viaggio spirituale nella verticalità dell’animo umano.
Nella mattinata di domenica Enrico Brizzi invita a riscoprire il cammino come conoscenza in “Lezioni di cammino”, in collaborazione con il Premio ITAS del Libro di Montagna. A chiudere il Teatro Montagna Festival lo spettacolo “Lunga vita agli alberi” di e con Stefano Mancuso e Giovanni Storti, per la regia di Arturo Brachetti (partner dell’evento Confcooperative): qui scienza e teatro si incontrano in un dialogo ironico e illuminante sul mondo vegetale per comprendere la straordinaria intelligenza delle piante. Il MTF nasce grazie al lavoro condiviso di istituzioni, enti, imprese e associazioni – in primis Comune di Pordenone e Regione – che riconoscono nella cultura un motore di coesione e presidio attivo dei territori, di cui il Teatro Verdi è storico propulsore. Ingresso gratuito agli incontri con prenotazione obbligatoria; biglietti per gli spettacoli dell’11 e del 14 disponibili in biglietteria e online. Informazioni: teatroverdipordenone.it.
