Missione green: salvare il pianeta e chi ci abita

Finalmente un passo avanti: l’Unione europea ha trovato l’accordo sulla riduzione del 90% delle emissioni di anidride carbonica (CO2) entro il 2040. Non è stato facile – ci sono volute 18 ore di dibattito -, del resto il percorso del Green Deal (accordo verde), che entro il 2050 dovrebbe portare l’Europa ad essere il primo continente ad impatto climatico zero (zero emissioni) non è mai stato un’autostrada su cui tutto scorre liscio quanto piuttosto un sentiero tortuoso pieno di inciampi. Sulla soluzione presa ha pesato l’imminenza della Cop30 (Brasile, 10-21 novembre), ma questo poco conta: per l’ambiente contano invece le decisioni prese e ancor più la loro applicazione.

Decisioni soprattutto e doppiamente importanti per noi, che in questo ambiente viviamo. Da una parte perché andranno a ridurre emissioni inquinanti e quindi ci faranno vivere meglio e lasciare un mondo meno malato alle nuove generazioni, andando così a sanare almeno in parte la drammatica situazione del pianeta denunciato a lungo, e invano, dagli scienziati e, fin dal 2015, da papa Francesco con la sua Laudato Si’. Dall’altra parte, però, resta vero che dopo le grandi scelte politiche, al fine di centrare l’obiettivo sono imprescindibili comportamenti adeguati a quanto stabilito. Comportamenti che coinvolgono tutti: cominciando dalle industrie e arrivando giù fino alle scelte di ogni singolo cittadino. Ed è su questo fronte che hanno trovato ostacoli, specie riguardo la mobilità a emissioni zero (l’elettrico, ad esempio, non è stato un successo quanto a vendite) come pure riguardo il riscaldamento domestico (senza sostegno nazionale e regionale pochi avrebbero potuto installare gli impianti di fotovoltaico). Insomma l’emissione zero è un po’ come la dieta: tutti sanno e sognano i risultati del beneficio che ne verrà, ma ciascuno poi fatica a cambiare abitudini consolidate e comode.

Quanto alle decisioni prese, a cui si sono opposte Polonia Slovacchia e Ungheria, aspettano la convalida dell’Europarlamento del prossimo 10 dicembre e, come detto, si muovono nell’ottica del taglio del 90% delle emissioni rispetto ai dati del 1990. Ma non è tutto oro quel che luccica: si sono chiesti anche sconti più elevati (passati dal 3 al 5%) per chi, non raggiungendo gli obiettivi, ricorra all’acquisto di crediti da paesi terzi. Su spinta del nostro paese, accolta dai ventisette, vi sarà pure la possibilità di chiedere un ulteriore 5% di sconto. L’Italia si è mossa cercando la flessibilità e ha ottenuto consenso anche riguardo la mobilità a zero emissioni e precisamente riguardo alla possibilità di adottare, in alternativa all’elettrico, biocarburanti e carburanti sintetici e-fuel (mirano alla neutralità carbonica, essendo creati miscelando idrogeno verde e anidride carbonica catturata dall’atmosfera).

Papa Leone XIV, nell’imminenza della Cop30, ha lanciato un suo forte appello affinché il mondo “abbracci con coraggio la conversione ecologica, tenendo presente il volto umano della crisi climatica” e invitando i governanti a non farsi guidare da ”egoismo collettivo, non considerazione dell’altro e miopia”, aspetti che finora hanno inficiato il raggiungimento degli obiettivi.

Lo stesso Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite che organizzano la Cop30, ha dichiarato “sul clima abbiamo fallito” dato che il mondo no è riuscito a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi centigradi, con le conseguenze climatiche di eventi eccezionali e devastanti, manifestatasi ormai in ogni parte del pianeta.

A dieci anni dagli inascoltati accordi di Parigi sul clima è tempo di bilanci. La Cop30 è in pieno svolgimento a Belem, nello stato del Parà, cuore dell’Amazzonia. Data la scarsa efficacia delle edizioni precedenti – con scelte sì coraggiose ma attuazioni latitanti – auguriamoci che l’ambiente in cui i grandi della terra stanno discutendo il da farsi per salvaguardare il pianeta – e soprattutto chi ci abita – incida vigorosamente. E auguriamoci pure che decidere sull’ambiente da uno dei paradisi verdi della terra renda palese a tutti i presenti cosa si rischia di perdere.

Simonetta Venturin