La Parola del Papa
Il Papa al Colosseo “Basta guerre, con i loro cumuli di morti”
“I conflitti sono presenti ovunque ci sia vita, ma non è la guerra che aiuta ad affrontarli, né a risolverli”. Lo ha detto Leone XIV, nel discorso rivolto, alla presenza dei leader religiosi, ai partecipanti all’Incontro internazionale di preghiera per la pace organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio al Colosseo.” Abbiamo pregato per la pace secondo le nostre diverse tradizioni religiose e ora ci siamo raccolti insieme per lanciare un messaggio di riconciliazione”, l’esordio del Papa , dopo la preghiera ecumenica per la pace e il saluto ai leader presenti e un pellegrinaggio simbolico all’interno dell’ anfiteatro Flavio. “Il mondo ha sete di pace: ha bisogno di una vera e solida epoca di riconciliazione, che ponga fine alla prevaricazione, all’esibizione della forza e all’indifferenza per il diritto”, la tesi di Leone , che ha lanciato un forte monito:
“Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, distruzioni, esuli!
Noi oggi, insieme, manifestiamo non solo la nostra ferma volontà di pace, ma anche la consapevolezza che la preghiera e una grande forza di riconciliazione”. “Il prossimo anno l’appuntamento è ad Assisi”, ha annunciato Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, al termine dell’incontro.
“Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere”,
il grido d’allarme del Pontefice: “La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore”, ha spiegato Leone XIV: “Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio”. “Abbiamo fede che la preghiera cambi la storia dei popoli”, l’auspicio: “I luoghi di preghiera siano tende dell’incontro, santuari di riconciliazione, oasi di pace”.
“Mai più l’uno contro l’altro, ma l’uno accanto all’altro”,
le parole pronunciate da San Giovanni Paolo II, il 27 ottobre 1986, nello storico incontro con i leader religiosi ad Assisi: “Fu un momento storico, una svolta nei rapporti tra le religioni”. “Nello spirito di Assisi, anno dopo anno, sono continuati questi incontri di preghiera e dialogo, che hanno creato un clima di amicizia tra i leader religiosi e hanno accolto tante domande di pace”, il bilancio del Papa:
“Il mondo oggi pare essere andato nella direzione opposta, ma noi ricominciamo da Assisi,
da quella coscienza del nostro compito comune, da quella responsabilità di pace”.
“Insieme ribadiamo l’impegno al dialogo e alla fraternità, voluto dai padri conciliari, che ha dato tanti frutti”.
Così il Papa ha rilanciato la Nostra aetate, di cui oggi si celebrano i 60 anni. “Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio”, le parole della dichiarazione conciliare rilanciate oggi da Leone XIV: “Tutti i credenti sono fratelli. E le religioni, da sorelle, devono favorire che i popoli si trattino da fratelli, non da nemici”. Nel suo discorso, Prevost ha inoltre fatto proprio quanto scritto dal suo predecessore l’anno scorso, per l’analogo incontro svoltosi a Parigi: “Dobbiamo allontanare dalle religioni la tentazione di diventare strumento per alimentarenazionalismi, etnicismi, populismi. Le guerre si inaspriscono. Guai a chi cerca di trascinare Dio nel prendere parte alle guerre!”.
“Mai la guerra è santa, solo la pace e santa, perché voluta da Dio!”,
ha esclamato con forza Leone XIV: “Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova. Non possiamo accettare che questa stagione perduri oltre, che plasmi la mentalità dei popoli, che ci si abitui alla guerra come compagna normale della storia umana. Basta! E il grido dei poveri e il grido della terra. Basta! Signore, ascolta il nostro grido!”.
Ci vuole “una storia diversa del mondo: la storia dell’età negoziale, la storia di un mondo nuovo senza guerra”. Al termine del suo discorso al Colosseo, il Papa ha citato Giorgio La Pira, “testimone di pace”: le sue parole, scritte a San Paolo VI “mentre lavorava politicamente in tempi difficili”, “più che mai possono essere un programma per l’umanità”.
“La cultura della riconciliazione vincerà l’attuale globalizzazione dell’impotenza, che sembra dirci che un’altra storia e impossibile”,
ha assicurato Leone XIV: “Si, il dialogo, il negoziato, la cooperazione possono affrontare e risolvere le tensioni che si aprono nelle situazioni conflittuali. Devono farlo! Esistono le sedi e le persone per farlo”. “Mettere fine alla guerra e dovere improrogabile di tutti i responsabili politici di fronte a Dio”, la citazione di Papa Francesco: “La pace è la priorità di ogni politica.
Dio chiederà conto a chi non ha cercato la pace
o ha fomentato le tensioni e i conflitti, di tutti i giorni, i mesi, gli anni di guerra”. “Questo e l’appello che noi leader religiosi rivolgiamo con tutto il cuore ai governanti”, ha concluso Leone: “Facciamo eco al desiderio di pace dei popoli. Ci facciamo voce di chi non e ascoltato e non ha voce. Bisogna osare la pace! E se il mondo fosse sordo a questo appello, siamo certi che Dio ascolterà la nostra preghiera e il lamento di tanti sofferenti. Perché Dio vuole un mondo senza guerra. Egli ci libererà da questo male!”.
