Sabato 7 giugno a Concordia: ordinati due nuovi sacerdoti. Sono Riccardo Mior e Marco Puiatti

La nostra Chiesa diocesana e il nostro Seminario, con le parrocchia di origine e di servizio sono in festa per i nuovi due presbiteri, Riccardo e Marco, che dopo il diaconato del 15 settembre scorso, ricevono l’ordinazione presbiterale in Cattedrale a Concordia Sagittaria sabato 7 giugno alle 9.30, vigilia della solennità di Pentecoste.

[Su IL POPOLO cartaceo le interviste ai due novelli sacerdoti]


Papa Leone XIV nelle sue prime ordinazioni il 31 maggio scorso ha infatti usato alcune espressioni che mi sembrano significative e che ci aiutano a riflettere.
“Teniamo nel cuore e nella mente, ben scolpita, questa espressione di San Paolo! «Voi sapete come mi sono comportato»: la trasparenza della vita. Vite conosciute, vite leggibili, vite credibili! Stiamo dentro il popolo di Dio, per potergli stare davanti, con una testimonianza credibile. Insieme, allora, ricostruiremo la credibilità di una Chiesa ferita, inviata a un’umanità ferita, dentro una creazione ferita. Non siamo ancora perfetti, ma è necessario essere credibili.”
Ha così ribadito la fondamentale importanza della testimonianza evangelica proprio per essere accanto alle ferite del nostro tempo, che ci riguardano tutti. Sono evidenti attorno e dentro di noi le difficoltà e i limiti che sperimentiamo ogni giorno a livello fisico, psicologico, spirituale, morale, relazionale… Con il ministero presbiterale Marco e Riccardo saranno a contatto con tutta questa realtà che non va nascosta o negata, ma piuttosto accolta, ascoltata, accompagnata con quella misericordia e quell’amore che Gesù ci ha insegnato con il suo esempio.
Ancora papa Leone: “Essere di Dio – servi di Dio, popolo di Dio – ci lega alla terra: non a un mondo ideale, ma a quello reale. Come Gesù, sono persone in carne e ossa quelle che il Padre mette sul vostro cammino. A loro consacrate voi stessi, senza separarvene, senza isolarvi, senza fare del dono ricevuto una sorta di privilegio.”
Saremo ipocriti se pensassimo solo alla fragilità degli altri, anche i presbiteri sono persone in carne e ossa, in cammino verso una perfezione che arriverà solo nel Regno dei cieli, mentre qui siamo tutti santi per il Battesimo ricevuto e peccatori per la nostra debole condizione umana.
La credibilità del prete non si gioca solo nell’intensa e volenterosa azione pastorale verso gli altri, ma anche e soprattutto nell’affidare se stesso ogni giorno al Signore e alla forza dello Spirito Santo, che agisce attraverso le ferite per farne feritoie della sua Grazia.
Anche Marco e Riccardo come tutti i sacerdoti vanno accompagnato da tanti buoni samaritani quanti sono le persone che incontrano in una reciprocità di amore che il comandamento nuovo del Vangelo ci indica: “amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.
Una terza espressione di papa Leone ci offre uno sguardo ulteriore: “Non è rumorosa la gioia di Dio, ma realmente cambia la storia e ci avvicina gli uni agli altri”. Memori di una programmatica esortazione apostolica di papa Francesco, Evangelii Gaudium, sappiamo quanto il Vangelo sia fonte di gioia per chi lo vive e lo annuncia prima di tutto, per chi lo riceve e a sua volta lo dona. Forse la gioia profonda che provano Marco e Riccardo donandosi al Signore e alla Chiesa potrà essere la testimonianza più bella.
Credibili, non perfetti, ma gioiosi.
Don Marino Rossi
Rettore del Seminario diocesano