8xmille
Restaurato il simbolo della città: il campanile di San Marco

Il campanile di S. Marco di Pordenone è una tra le più belle e più antiche torri campanarie del nord Italia (verosimilmente si presume che i lavori di costruzione siano iniziati nel 1291), segno forte e tangibile dell’identità cristiana, viva nella sua dimensione storica, ma anche stabile riferimento visivo e patrimonio culturale comune.
Qualsiasi persona arrivi a Pordenone o dall’autostrada o dal treno può contemplare questa torre campanaria, che rende inconfondibile lo skyline della città.
Nella lunga storia del campanile molteplici sono stati gli interventi di restauro, risistemazione e riparazione a causa degli agenti atmosferici (ad es. fulmini), terremoti, deperimento materico.
Nel mese di febbraio 2022 si sono staccati, rovinando pericolosamente sulla viabilità pubblica, alcuni frammenti di laterizio riferibili all’apparato corticale ed interessando il paramento esterno, segnatamente in forma più marcata e diffusa gli elementi decorativi in cotto. In ragione di quanto esplicitato gli interventi previsti, all’interno di un più articolato progetto generale di restauro, hanno perseguito la salvaguardia del bene e la messa in sicurezza del campanile al fine di scongiurare danni a persone e cose. Il progetto presentato è stato il frutto del concorso di una lunga serie di verifiche, analisi e monitoraggio del degrado del paramento. Lo studio tecnico incaricato (che da anni collabora con la proprietà) ha concordato con la Soprintendenza modalità e metodologie per i lavori da eseguire. I lavori sono stati assegnati ad impresa qualificata, con partecipazione ad invito onde limitare le offerte a sole imprese di comprovata capacità ed esperienza.
La Commissione diocesana ha accompagnato passo dopo passo, con vari sopralluoghi, lo sviluppo progettuale. Una stretta vigilanza è stata esercitata in corso d’opera, in collaborazione con l’ufficio amministrativo, onde controllare anche il contenimento dei costi nei massimi preventivati.
Tutti sanno che i restauri sono costosi e che le risorse delle singole parrocchie sono esigue. S’è pensato e avviato un piano finanziario, elaborato in accordo con la Diocesi, che ha previsto un concorso di contributi privati (per es. Fondazione BCC Pordenonese, singole persone …) e pubblici (Regione Friuli Venezia Giulia, Amministrazione comunale).
Per la copertura dei costi è stato fondamentale l’intervento e il contributo CEI. Il sostanzioso contributo è stato possibile grazie all’8xmille.
Com’è noto la firma a favore della Chiesa Cattolica nella dichiarazione dei redditi, che ogni cittadino italiano è tenuto fare annualmente, dà la possibilità alla Chiesa Cattolica di operare in vari ambiti, tra i quali: supportare molteplici opere di carità, provvedere al sostentamento del clero, avere cura della gestione e conservazione dei beni culturali ecclesiastici. Tali beni ecclesiastici rappresentano il grande patrimonio culturale presente in Italia e concorrono a rendere particolarmente attrattivo il bel paese. Questi beni hanno necessità di essere custoditi e conservati con un’azione sistematica e permanente, i cui costi sono talvolta impressionanti.
Il cittadino, anche non appartenente alla stessa, ponendo la firma a favore della Chiesa Cattolica, si fa carico di questo patrimonio culturale inestimabile, unico e irripetibile.
È necessario educare la popolazione spiegando al meglio le finalità dell’8xmille, oltre ogni leggenda metropolitana o racconto fantasioso di cui ogni tanto si sentono sgradevoli echi. L’8xmille serve anche e in maniera consistente a conservare, custodire e restaurare edifici e opere d’arte, che rappresentano la quasi totalità del patrimonio artistico italiano.
Tale patrimonio ci rende orgogliosi e ci educa alla bellezza; con la sola presenza è performativo per ognuno di noi e ci rende senz’altro migliori.
A noi il compito di custodirlo e preservarlo anche per le future generazioni e lo possiamo fare al meglio ponendo la nostra firma, nella dichiarazione dei redditi, a favore della Chiesa Cattolica.