Sudan: Comboniani, “assordante silenzio” sul conflitto e sulla crisi umanitaria

“Un assordante silenzio” sul conflitto e la crisi umanitaria in Sudan. Lo ha denunciato martedì 11 marzo a Roma, alla Camera dei deputati, fratel Antonio Soffientini della Provincia italiana dei Missionari comboniani, durante la conferenza stampa “Sudan: promuovere negoziati di pace per garantire aiuti umanitari”.

In relazione allo scoppio il 15 aprile 2023 del nuovo conflitto nel Paese dell’Africa nord occidentale, fratel Soffientini ha ricordato lo stretto legame tra la storia del Sudan e quella dei missionari e delle missionarie comboniane, che di questo popolo hanno “condiviso gioie e fatiche”. “Come Famiglia Comboniana presente in Italia, abbiamo voluto aprire un percorso e siamo qui oggi a portare avanti questo percorso con le realtà e con le associazioni che lavorano in Sudan e accompagnano la popolazione”.

Ha preso poi la parola, in collegamento video da Port Sudan, padre Jorge Naranjo, direttore del Comboni College of Science and Technology. Naranjo ha elencato alcuni dati, come i 10 milioni di bambini che dallo scoppio del conflitto non frequentano più la scuola e l’87% degli universitari che ha dovuto abbandonare gli studi per l’inaccessibilità delle strutture; ha poi richiamato l’attenzione sull’export di armi acquistate con la vendita di oro: “Sono ben conosciute e documentate le rotte delle armi che alimentano questo conflitto. Si sa dove sono prodotte queste armi, e generano entrate straordinarie per chi le produce. Il conflitto sudanese richiede sicuramente l’aiuto umanitario ma deve portarci a pensare alla visione di mondo che vogliamo conseguire. Dobbiamo riuscire a creare meccanismi che non alimentino questi conflitti. Solo allora si potrà costruire una pace sostenibile”.