Papa al Gemelli. Card. Makrickas: “Affidiamo il Santo Padre alla Salus Populi Romani”

“La Salus Populi Romani custodisca Papa Francesco in questo momento delicato”. È l’invocazione del card. Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica papale di Santa Maria Maggiore. Davanti all’icona mariana, particolarmente venerata dal Pontefice che durante il suo pontificato l’ha visitata ben 124 volte, ogni giorno fedeli e pellegrini si raccolgono in preghiera, accompagnando con il rosario e l’Angelus le intenzioni e la salute del Santo Padre. Un legame speciale unisce Francesco alla Madre di Dio: qui il Papa “viene a guardare e a essere guardato”, affidando a Maria “la propria vita e i popoli che incontra”.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

Eminenza, la Basilica di Santa Maria Maggiore, e in particolare l’icona della Salus Populi Romani, è molto cara al Papa. Come sta vivendo la comunità della Basilica questo particolare momento di preghiera e vicinanza al Santo Padre?
Nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il Santo Padre è un pellegrino frequente che si ferma in preghiera di fronte all’immagine della Salus Populi Romani. Lo ha fatto prima e dopo ogni viaggio apostolico, anche quando ritornava dall’ospedale a Santa Marta: prima passava sempre a salutare la Madonna.

Anche in questo momento di prova e malattia, abbiamo voluto, come comunità e come fedeli della Basilica, essere vicini al Santo Padre con la nostra preghiera.

Per questo, ogni giorno alle ore 11.30 recitiamo il Rosario nella Cappella del Santissimo Sacramento, attualmente esposto nella Cappella del Crocifisso. A mezzogiorno l’Angelus è per la salute e le intenzioni del Papa.

La preghiera accompagna il Papa durante tutto il giorno?
L’altro Rosario che dedichiamo specificamente a lui è alle ore 17.15 nella Cappella della Salus Populi Romani, prima dell’ultima Messa del giorno. Inoltre, da qualche mese, abbiamo un particolare rito liturgico durante l’ultima Messa della giornata, quella delle ore 18. Al termine della Messa, infatti, l’icona della Salus Populi Romani viene chiusa con una preghiera di invocazione, affinché la Madonna protegga la città di Roma, i pellegrini che visitano questa Basilica e tutti i credenti del mondo. Ora aggiungiamo anche un’invocazione speciale per custodire il nostro Santo Padre.

Sono questi tre momenti particolari in cui la comunità della Basilica rivolge una preghiera speciale per il Papa. Naturalmente lo ricordiamo anche durante la liturgia, nella preghiera dei fedeli: il pensiero è sempre presente.

C’è una partecipazione significativa da parte del popolo?
Sì, vediamo che le persone vengono, sapendo che c’è questa preghiera speciale per il Santo Padre. Anche i numerosi pellegrini provenienti da tutto il mondo per l’Anno Giubilare partecipano. Così la Cappella, soprattutto quella della Salus Populi Romani, è piena per ogni Santa Messa e per il Rosario. Le persone che frequentano abitualmente la Basilica colgono questa occasione per pregare in modo particolare per il Santo Padre. Certamente la preghiera più sentita è quella che si recita in piazza San Pietro, ma il nostro contributo e il nostro servizio ai fedeli che frequentano la Basilica sono proprio questi due momenti del Rosario.

Da cosa nasce, Eminenza, questo rapporto così speciale del Papa con Maria, e in particolare con la Salus Populi Romani?
Ogni volta che Papa Francesco è venuto qui in preghiera, è emerso con chiarezza questo rapporto speciale. Il Santo Padre desiderava sempre contemplare il volto della Madre di Dio, Madre della Chiesa, una Madre che si prende cura della salute spirituale e corporale di tutti i fedeli. Questo rapporto è unico. Quando il Santo Padre visitò il santuario di Guadalupe in Messico, pronunciò parole molto toccanti.

Disse: “Io non vengo a vedere Maria, ma vengo perché Maria guardi me, guardi la mia vita, guardi le intenzioni che porto per il mondo, per i popoli che visito, per le persone che incontro”.

È, dunque, un rapporto del tutto speciale.

Foto Vatican Media/SIR

Lei, Eminenza, è stato creato cardinale nell’ultimo concistoro ed è custode di questa Basilica. Come sta vivendo personalmente questo periodo?
Vivo questa nomina e questa attenzione del Santo Padre con gratitudine e soprattutto con grande responsabilità. Quando parliamo della Basilica, sottolineo che prima di tutto stiamo parlando di un santuario. Il Santo Padre ha desiderato fortemente che questo santuario rimanesse un luogo speciale di preghiera, aperto a tutto il mondo con i suoi tesori spirituali, culturali e artistici. Per me è una responsabilità immensa realizzare questo desiderio del Papa, facendo di questo santuario un luogo di preghiera e accoglienza per tutti i pellegrini del mondo. È un luogo così speciale che il Papa lo ha scelto anche per la futura e lontana sepoltura.

Qual è il suo personale augurio, nell’attesa che il Papa ritorni in salute dopo questo ricovero? Immagina già una preghiera condivisa a Santa Maria Maggiore?
Sicuramente sarà una grande preghiera di ringraziamento per la salute del Santo Padre, una preghiera di gioia perché il Santo Padre torni in mezzo a noi per continuare il suo ministero di pastore della Chiesa universale. I momenti più importanti del suo Pontificato sono sempre segnati dal passaggio in questa Basilica, dove viene a incontrare, guardare ed essere guardato dalla Madre di Dio.