Le Giornate di Primavera FAI aprono le porte di sei Beni

Sabato 22 e domenica 23 marzo 2025 tornano le Giornate FAI di Primavera, appuntamento che ogni anno apre le porte di luoghi del patrimonio culturale italiano. L’edizione di quest’anno assume un significato speciale: il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano celebra il suo 50° compleanno. Per l’occasione le Delegazioni di Pordenone e di Portogruaro proporranno un percorso tra sei beni con l’opportunità di accedere a luoghi solitamente chiusi al pubblico, accompagnati dai racconti degli Apprendisti Ciceroni e dei volontari. La Delegazione FAI di Pordenone per la prima volta organizzerà un evento diffuso simultaneamente in cinque diversi comuni . In questo modo sarà più ampia la possibilità di partecipazione in un weekend che vedrà il coinvolgimento di alcuni tra i molti Comuni sostenitori del FAI per festeggiare questo compleanno. (Per accedere è previsto un piccolo contributo).

San Vito al Tagliamento

A San Vito al Tagliamento, sabato 22 e domenica 23 (dalle 9 alle 18) sarà possibile visitare uno dei luoghi più rappresentativi del centro storico: Palazzo Altan Rota, raffinato esempio di dimora veneta affacciata su Piazza del Popolo. Un’occasione per scoprire, grazie agli studenti “apprendisti Ciceroni” dell’ISIS Paolo Sarpi e dei Licei Le Filandiere, un patrimonio che parla di storia, arte e identità. Nessuna prenotazione necessaria, solo la voglia di lasciarsi guidare in un viaggio tra i saloni del piano nobile, la Sala del Consiglio Comunale, il giardino all’italiana e il parco storico, custode di oltre 150 specie vegetali. A rendere ancora più preziosa l’apertura straordinaria del Palazzo – oggi sede del Municipio – è il recente restauro degli affreschi del primo piano, un intervento che restituisce luce e valore a uno dei gioielli architettonici di San Vito. Un evento che, come spiega l’assessore alla cultura Andrea Bruscia, rappresenta molto più di una semplice visita: “Sono un appuntamento imperdibile per riscoprire il nostro straordinario patrimonio artistico e storico. L’apertura di Palazzo Rota assume oggi un significato ancora più forte, mentre guardiamo con entusiasmo alle opportunità legate a Pordenone Capitale della Cultura 2027. San Vito ha nella cultura e nella bellezza uno dei suoi asset principali, espressi attraverso i suoi magnifici palazzi storici, recuperati grazie a un impegno costante. Ogni occasione per valorizzare questo patrimonio è un passo avanti verso un futuro in cui arte e storia siano sempre più centrali”. IIn questa direzione si inserisce la collaborazione con il FAI, che ha portato il Comune ad aderire alla rete dei Comuni soci, rafforzando un legame virtuoso tra istituzioni, territorio e cittadini, che trova il suo senso più autentico proprio in iniziative come questa, dove la memoria del passato si intreccia con la visione del futuro. Per partecipare è previsto un contributo libero.
Silvia Giacomini

Spilimbergo

Fondata nel 1922, la Suola Mosaicisti del Friuli di Spilimbergo sarà aperta agli appassionati dell’arte, della cultura e dell’artigianato. Ad accompagnare i visitatori in veste di Ciceroni saranno gli studenti dell’indirizzo Turistico dell’istituto Il Tagliamento, sempre di Spilimbergo. Nelle due giornate (dalle 9 alle 18, ultimo ingresso 17.30, ingresso portone sud) sarà possibile vedere al lavoro tra tessere e opere musive gli allievi della scuola. Inoltre verrà allestito un render che mostra come sarà fatta la grande pavimentazione musiva esterna alla Scuola. Si tratta di 1263 metri quadrati di pavimentazione sul selciato che porta dall’edificio centrale della scuola verso il centro della cittadina. I mosaici avranno come tema la flora e la fauna del Friuli Venezia Giulia, partendo dalle Alpi fino al mare, seguendo la “linea del Tagliamento, questo fiume che ci unisce” spiega Gian Piero Brovedani, direttore della Scuola. Una “sorta di decalogo moderno che simbolicamente ricorda e riprende il decalogo musivo della Basilica di Aquileia” prosegue il direttore. La nuova grande opera di pavimentazione a tessere verrà realizzata a fasi: l’auspicio è di aver completato i primi 300 metri quadrati per il prossimo agosto, per poi completare tutti i 1263 mq per agosto del 2026 in occasione della tradizionale mostra organizzata ciascuna estate dalla Scuola. Il settore musivo registra 63-64 laboratori in tutto il Fvg, un sapere artigianale che si tramanda di mano in mano grazie alla lezione dei maestri artigiani. La Scuola Mosaicisti del Friuli fu fondata su suggerimento di Lodovico Zanini, delegato per il Friuli dell’Umanitaria di Milano, ed Ezio Cantarutti allora Sindaco di Spilimbergo, concretizzò l’opera nel 1922. All’interno dell’edificio scolastico si possono scoprire le varie fasi di esecuzione e di creazione musiva, ammirare le oltre 400 opere collocate lungo i percorsi espositivi interni, camminare su una superficie in mosaico e terrazzo di ben 2700 mq.
V. S.

Campagna di Maniago

La Fattoria Dorigo si trova a Campagna, piccola frazione a vocazione agricola di Maniago. Le prealpi Carniche, con il monte Jouf in bellavista, le fanno da sfondo: la quiete dei campi, dei prati e dei frutteti si estende tutt’intorno a perdita d’occhio. All’interno della proprietà i viali in terra battuta, delimitati da gelsi secolari, sono sempre mantenuti in buono stato e consentono di passeggiare tra i numerosi fabbricati e boschetti di querce e altri alberi spontanei.
L’attività agricola iniziata nei primi del ‘9A00 dagli avi dell’attuale proprietario, Bruno Dorigo, era limitata a pochi campi e a qualche capo di bestiame, dal 1976 si è consolidata con una decisa espansione nella coltivazione dei cereali e più recentemente di prodotti ortofrutticoli.
La Fattoria ospita un museo delle antiche attrezzature contadine raccolte e conservate nel corso degli anni, che prosegue anche all’esterno, dove sono allineati oltre cinquanta trattori d’epoca. L’edificio dal contenuto più prezioso è però quello che ospita il museo Abarth, storico marchio di auto sportive, che è la vera passione di Bruno Dorigo. Durante le Giornate FAI di Primavera sarà possibile conoscere (dalle 9 alle 18 ultimo ingresso 17.30) un luogo più unico che raro, frutto della passione e costanza di un grande collezionista che da oltre cinquant’anni ha raccolto modelli, motori, progetti, cimeli della casa automobilistica torinese. Fattoria Dorigo non è solo automobilismo, ma un luogo eclettico, frutto della fantasia di Bruno che ha realizzato i fabbricati annessi in stile western per custodire la collezione dei trattori d’epoca, di utensili di vita contadina.
In occasione delle Giornate FAI sarà poi possibile anche fare una passeggiata di 800 metri all’andata e altrettanti al ritorno, nel viale del boschetto fino a una casetta in stile western, per poi proseguire fino alla vecchia malga tutta in sasso, “Stali di Marcanton”, che recentemente ristrutturata.

Villanova di Fossalta di Portogruaro

Come ogni anno, la prima domenica di primavera il Fondo per l’Ambiente Italiano organizza su scala nazionale una giornata alla scoperta di luoghi di grande interesse dal punto di vista storico, ambientale, artistico, spesso difficilmente visitabili e aperti per l’occasione.
Anche la Delegazione FAI di Portogruaro con il Gruppo FAI Giovani aderisce alla giornata, che si svolge quest’anno domenica 23 marzo e coincide con un anniversario importante: 50 anni di presenza sul territorio nazionale, 50 anni di attività e di impegno per promuovere e tutelare i nostri preziosi beni artistici, l’ambiente, la natura, “casa comune” a cui assicurare un futuro.
L’ itinerario alla scoperta del territorio portogruarese conduce questa volta a Villanova di Fossalta di Portogruaro, dalle 10 alle 18, e ha come meta la Zignago Vetro: “Lo stabilimento è un esempio emblematico di architettura industriale moderna, che unisce efficienza operativa e sostenibilità. L’estetica sobria riflette la vocazione industriale del sito, mentre la progettazione sostenibile sottolinea l’impegno verso il rispetto dell’ambiente, creando un perfetto equilibrio tra innovazione, funzionalità e attenzione al contesto”.
Accompagnati, come ormai da tradizione, dagli studenti del Liceo XXV Aprile di Portogruaro in veste di “Apprendisti Ciceroni”, i visitatori potranno conoscere l’importanza del vetro nelle nostre vite e tutta la catena di produzione, in un percorso dal titolo “Storia di Uomini, Terre, Vetro e… come Ecosostenibile”.
Per gli iscritti FAI o per coloro che si iscriveranno in loco, ci sarà la possibilità di accedere a una visita speciale (alle ore 11.20 oppure alle 15.20), che permetterà loro di ammirare la bellezza di opere d’arte contemporanea, tra cui alcune creazioni dell’artista Mimmo Paladino, uno degli esponenti più noti della Transavanguardia.
Ada Toffolon

Pordenone

Le Giornate di Primavera del FAI riaprono a Pordenone, per il secondo anno, l’Antico Ospitale dei Battuti. Grazie al lascito testamentario di Marilena Busato, vedova De Luca, l’antico Ospitale dei Battuti di Pordenone, risalente al XIV secolo, è stato donato al FAI, che ne ha aperto le porte per la prima volta nel 2024. Il 22 e 23 marzo sarà nuovamente possibile accedere al bene, solitamente chiuso al pubblico, per ammirare le preziose testimonianze documentarie della Confraternita dei Battuti, con affreschi trecenteschi e cinquecenteschi. L’Antico Ospedale sorge nel campiello o piazza del Cristo di fronte alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, detta del Cristo. Nel campiello, un tempo luogo di giochi di tanti bambini e di incontro della vecchia Pordenone, confluiscono quattro calli e una piccola ruga. L’Ospedale gestito dalla Confraternita dei Battuti che con lasciti e donazioni svolgeva la propria azione caritativa ed assistenziale per chi abitava in città o arrivava da fuori. Ai battuti si deve anche il Monte di Pietà. Dei locali dell’antico ospedale rimangono due sale decorate con affreschi cinquecenteschi al primo piano. In una ci sono due dipinti di Antonio Sacchiense, il nipote del Pordenone, la presentazione di Maria al Tempio e il suo Sposalizio, tra due Sibille che fanno da quinte, mentre nell’altra un ciclo pittorico sempre di scuola pordenoniana, con tratti che fanno pensare alla bottega dell’Amalteo, secondo Giancarlo Magri dopo il restauro. L’abbattimento di alcune pareti divisorie ha restituito alla stanza il suo aspetto e senso originale: uno spazio a pianta rettangolare, riferibile ad una Sala Oratorio, luogo di raduno e di preghiera dei membri della Confraternita, sala decorata. Al centro delle pareti, partendo dal lato sud, vi è un grande lacerto di quanto rimasto dell’immagine della Madonna dei Battuti, con ai lati due porzioni di putti reggenti la Corona, con sottostanti lacerti raffiguranti due confratelli. Nella parete d’ingresso, sopra la porta, entro una partitura ovale delimitata da una cornice con cartigli, è la scena della Pietà. Nel lato nord-est al centro di un’ampia superficie ovale, è raffigurata la Fuga in Egitto; nello sfondo paesaggistico si può scorgere in forma immaginaria il Duomo pordenonese di San Marco con la porta Furlana e il fiume Noncello.
Maria Luisa Gaspardo Agosti

Sacile

Nel cuore della campagna friulana, ai confini con il Veneto, l’affascinante Tenuta VistortaVilla Brandolini d’Adda (in località Vistorta) rappresenta un perfetto equilibrio tra storia, natura e architettura. Residenza della famiglia Brandolini fin dal XV secolo, la villa ha visto nei secoli trasformazioni che l’hanno resa un’eccellenza vitivinicola e paesaggistica. Il parco della neoclassica Villa Brandolini d’Adda è uno dei Grandi Giardini Italiani, cominciò a prender forma agli inizi del Novecento con le prime piantumazioni di tigli, querce, magnolie, faggi, olmi, taxodio, abeti, cedri, varietà tipiche dei giardini veneti e friulani dell’Ottocento. Il grande paesaggista inglese Russell Page, con un intervento iniziato nel 1965 e durato tre anni, lo trasformò in «un grande parco romantico e naturalistico nella tradizione del giardino russo dell’Ottocento», elegante ma sobrio, con i laghetti di risorgiva progettati in modo che l’acqua sia sempre in circolo e mai stagnante, con gli isolotti e le ninfee, con i boschetti di conifere e latifoglie e un bosco di sequoie giganti, con gli splendidi roseti, con le orchidee rare coltivate nella serra. Gli interni della villa svelano ambienti di raffinata eleganza, con saloni di rappresentanza, biblioteche e scenografiche scalinate realizzate su progetto dell’architetto Luigi Vietti negli anni ‘50. In questo scenario i Brandolini da generazioni cercano di tramandare un’eredità di valori che si rispecchi anche nei vini. La lavorazione in origine avveniva nella cantina ospitata nella barchessa dove tutt’ora sono conservate botti e strumenti. Dagli anni 80 è la pregevole barchessa settecentesca di Cordignano ad accoglierla.
Maria Luisa Gaspardo Agosti