Il papa si affaccia dal Gemelli e saluta. Poi il rientro a Santa Marta

Domenica 23 marzo, Papa Francesco si affaccia dalla finestra del Gemelli (Foto Calvarese SIR)

Papa Francesco si è affacciato da un balconcino del secondo piano (o quinto, contando dall’entrata, che è al quarto piano) del Policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato per 38 giorni a causa di una polmonite bilaterale. In sedia a rotelle, si è avvicinato alla finestra aperta, ha salutato la folla con gesti delle mani e con il dito alzato in segno di “ok”.

La prima apparizione pubblica. “Grazie a tutti”, le sue brevi parole: “Vedo questa signora con i fiori gialli, è brava!”. Ad attendere l’affaccio del Papa, che si è mostrato per la prima volta ai fedeli dal ricovero, centinaia di persone che lo hanno salutato con un lungo applauso e il suo nome scandito a gran voce, insieme a “Viva il Papa”. Moltissimi i giornalisti, soprattutto televisivi, presenti per raccontare l’evento. Presente anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Si è conclusa così la sua quarta degenza nel nosocomio romano, la più lunga del pontificato.

Il rientro e la sorpresa. Subito dopo il suo breve saluto e la benedizione, il Santo Padre è salito a bordo della Fiat Cinquecento, con i naselli per l’ossigeno,  per dirigersi verso Casa Santa Marta, dove – secondo le prescrizioni dei medici – dovrà rispettare due mesi di convalescenza, senza poter incontrare gruppi di persone o assumersi grossi impegni. Si tratta, dunque, di dimissioni protette. La polmonite bilaterale, motivo del ricovero, sembra infatti essere risolta, ma rimangono altre infezioni polimicrobiche.  Prima di far rientro a Casa Santa Marta, il Papa è andato nella basilica di Santa Maria Maggiore, come è solito fare anche prima e dopo ogni viaggio apostolico, e ha consegnato al card. Makrickas dei fiori da porre davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani, da lui molto venerata. La Cinquecento con a bordo il Santo Padre, in realtà, partita dal Policlinico Gemelli era arrivata già in prossimità dell’Arco del Perugino, e quindi della residenza papale, ma con una sterzata improvvisa e fuori programma – forse voluta proprio da Papa Francesco stesso – è tornata su via di Porta Cavalleggeri e ha imboccato il tunnel per dirigersi alla basilica papale.

Il testo dell’Angelus e gli appelli per la pace. “In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati”, si legge nel testo dell’Angelus preparato da Papa Francesco per questa terza domenica di Quaresima, e diffuso prima dell’affaccio dal balcone in forma scritta, come è avvenuto nelle altre cinque domeniche del ricovero.  “Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose”, osserva Francesco. Poi il riferimento alla tragica attualità: “mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti”.

“Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo”,

l’appello: ”Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale”. “Sono lieto invece che l’Armenia e l’Azerbaigian abbiano concordato il testo definitivo dell’Accordo di pace”, scrive inoltre il Papa: “Auspico che esso sia firmato quanto prima e possa così contribuire a stabilire una pace duratura nel Caucaso meridionale”. Non manca l’omaggio ai fedeli: “Con tanta pazienza e perseveranza state continuando a pregare per me: vi ringrazio tanto! Anch’io prego per voi”.

“E insieme imploriamo che si ponga fine alle guerre e si faccia pace,

specialmente nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Myanmar, Sudan, Repubblica Democratica del Congo”, l’altro appello di Francesco: “La Vergine Maria ci custodisca e continui ad accompagnarci nel cammino verso la Pasqua”.

Il saluto al personale e ai vertici del Gemelli. Prima di affacciarsi dal balcone del quinto piano dell’ospedale per un saluto e per impartire la benedizione, Papa Francesco ha salutato brevemente il personale e i vertici dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli. Lo ha comunicato la Sala Stampa della Santa Sede, che ha reso noto nel dettaglio le persone salutate dal Santo Padre:  il rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, professoressa Elena Beccalli; il presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, dottor Daniele Franco; inoltre il Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, professor Antonio Gasbarrini; il vicepresidente della Fondazione Policlinico Gemelli, dottor Giuseppe Fioroni; il direttore generale della Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, professor Marco Elefanti, l’assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, mons. Claudio Giuliodori, e il prof. Sergio Alfieri, direttore del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche del Policlinico e responsabile dell’equipe medica del Gemelli; il direttore sanitario della Fondazione Policlinico Gemelli, dottor Andrea Cambieri.