Commento al Vangelo
Domenica 9 marzo: commento di don Renato De Zan

09.03.2025 – 1° Quaresima -C
Lc 4,1-13
In quel tempo, 1 Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2 per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3 Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo». 5 Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6 e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7 Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8 Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 9 Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; 10 sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano; 11 e anche: Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 12 Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 13 Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.
Gesù gli rispose: “Sta scritto….”
Il Testo
1. Il testo di Lc 4,1-13 presenta l’esperienza di Gesù con il demonio prima dell’inizio del suo apostolato pubblico (Lc 4,14). Le tentazioni costituiscono un’inclusione tra l’inizio del ministero di Gesù e il suo compimento sulla croce (“Il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato”; cf Lc 22,3-4: “Allora Satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era uno dei Dodici. Ed egli andò a trattare con i capi dei sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo a loro”). Ma Satana è già un vinto: “I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore»” (Lc 10,17-18). La struttura è semplice: presentazione della scena (digiuno per quaranta giorni nel deserto) e dei protagonisti (Gesù, Spirito Santo, diavolo) in Lc 4,1-2; dialogo tra il diavolo e Gesù (in Lc 4,3-12) con le tre tentazioni (vv. 3-4: il pane; vv. 5-8: il potere e il denaro; vv. 9-12: la vera adorazione di Dio); il diavolo si allontana da Gesù per tornare (in Lc 4,13).
2. Luca propone il racconto delle tentazioni di Gesù con una cadenza diversa da quella presentata da Matteo (Mt: pane, magia, potere; Lc: pane, potere, magia). L’ordine lucano ha diverse spiegazioni, di cui due sono le più accreditate. Luca imposta il suo vangelo come un lungo cammino di Gesù dalla Galilea a Gerusalemme. L’ultima tentazione lucana avviene a Gerusalemme. L’altra spiegazione dice che Luca intende porre in parallelo il secondo Figlio di Dio con il primo, il popolo d’Israele (secondo la narrazione di Deuteronomio). Gesù, obbediente alla volontà del Padre e aiutato da una retta conoscenza della Parola, ha saputo superare quelle tentazioni sulle quali invece è caduto nel deserto il primo figlio di Dio, Israele.
L’Esegesi
1. A livello di composizione del testo alcuni ipotizzano che Lc 3-4 sia un breve catechismo: in Lc 3 c’è la preparazione catecumenale (predicazione del Battista) e il battesimo, mentre in Lc 4 ci sono tutte le contrarietà che il neofita è chiamato ad affrontare a causa della sua fede (e Gesù funge da modello). Nel racconto delle tentazioni il neofita – secondo l’ipotesi – imparerebbe a fondare la propria fede e la propria risposta alle lusinghe del maligno solo sulla Parola di Dio, come ha fatto Gesù (v. 4: “Sta critto…”; v. 8: “Sta scritto…”; v. 12: “è stato detto…”).
2. Il popolo d’Israele inizia il suo esodo nel deserto, guidato da una colonna di nubi, che è simbolo dello Spirito di Yhwh (cf Is 63,11-14). Allo steso modo Gesù inizia la sua vita pubblica pieno di Spirito Santo. A Gesù si contrappone il “Diavolo” che intende mettere in discussione la sua figliolanza divina (“Se sei Figlio di Dio..”: vv. 3.9). Le tentazioni, dunque, non sono una spinta al peccato (come normalmente diciamo). Nella Scrittura la tentazione è la prova radicale della totale accettazione o del totale rifiuto di Dio, della sua logica e dalla sua visione della realtà. Gesù sceglie Dio, la sua “logica” e la sua “visione” della realtà.
3. Le tentazioni di Gesù sono anche una presentazione sintetica delle tentazioni del credente. L’uomo non può essere solo materia ed è per questo motivo che non può vivere di solo pane. Ha bisogno dell’ascolto del Trascendente (“Non di solo pane vivrà l’uomo”). L’uomo non può vendersi alla potenza e alla gloria che sono dominati dalla mentalità luciferina di Satana. Ne diventerebbe schiavo per sempre. Un credente deve scegliere: “Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza” (Lc 16,13). L’uomo, infine, non può pensare di ridurre Dio a propria misura perché Dio è sempre “oltre” i pensieri e la realtà che l’uomo può raggiungere (cf Is 55,8-9).
Il Contesto Celebrativo
1. La Quaresima è il “segno sacramentale della nostra conversione” (Colletta gen.). La comunità cristiana attua questo cammino di conversione in cinque tappe, accompagnata, sorretta e guidata dalla Parola che di volta in volta presenterà, celebrando, i seguenti brani: le tentazioni di Gesù (1° domenica), la trasfigurazione (2° domenica), il fico infruttuoso (3° domenica), il figlio prodigo e il padre buono (4° domenica), l’adultera (5° domenica). I primi quattro testi sono tratti dal Vangelo di Luca. Il quinto, l’adultera, attualmente si trova nel vangelo di Giovanni. Manoscritti antichi, invece, ci testimoniano che poteva trovarsi anche nel vangelo di Luca.
2. L’atto di fede di Gesù nel superare la tentazione si è fondato sullo Spirito e sulla Parola come l’atto di fede dell’ebreo è fondata sulle azioni di Dio (cf Prima lettura: Dt 24,4-10: il credo storico). Spirito e Parola sono la punta dell’iceberg di tutto ciò che Dio compie ancora oggi in favore di ogni credente. Gesù è causa e modello di ogni rifiuto del male. Egli è il centro della fede del credente. Questo è il motivo per cui la comunità celebrante, all’inizio della Quaresima chiede appassionatamente di “conoscere il mistero di Cristo: “Concedi a noi tuoi fedeli di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita” (Colletta generale). “Conoscere” non equivale ad avere nozioni, ma a fare esperienza profonda di Lui attraverso la Parola (cf la Seconda lettura: Rm 10,8-13).