Accordo tra Regione-cliniche private: proseguono gli esami, sospeso il ricorso

Le associazioni di categoria delle Strutture sanitarie private accreditate regionali (Aiop, Anisap e Assosalute) hanno fatto sapere con una nota stampa di aver positivamente accolto le interlocuzioni intercorse durante il fine settimana con la Regione e che si concretizzeranno venerdì 7 marzo in un tavolo di confronto in merito alla delibera con cui a fine 2024 la giunta regionale ha recepito il nuovo nomenclatore tariffario regionale. Dunque ha sia sospeso lo stop all’erogazione di prestazioni in convenzione con il sistema sanitario regionale, sia congelato il deposto dell’istanza contro l’atto politico al Tar del Fvg. Questo è accaduto a conclusione di alcune giornate frenetiche e di preoccupazione dopo che le cliniche e strutture private afferenti alle sigle sindacali (inizialmente anche una struttura triestina afferente ad Aris) avevano deciso di interrompere l’erogazione di esami diagnostici per immagini e di prestazioni di riabilitazione; era accaduto in conseguenza alla riduzione dei rimborsi che l’ente pubblico prevedeva nel tariffario, e che riguardava circa un migliaio di voci.

La vertenza è anzitutto nazionale ma si riflette anche a livello locale: sono 32 le strutture private totali in Fvg che lavorano anche in regime di convenzione con il SSR, per 3.000 lavoratori, 350.000 esami di diagnostica e 400.000 riabilitazioni, 9.000 interventi di ortopedia.

Nella nota stampa si dice che “’amministrazione regionale, infatti, ha manifestato la volontà di proseguire fattivamente un tavolo di lavoro, già convocato per venerdì prossimo, per trovare una soluzione alle criticità del nuovo tariffario che impatta su numerose prestazioni sanitarie. Dopo l’incontro avvenuto durante il fine settimana tra i vertici regionali e quelli di Aiop, Anisap e Assosalute, le associazioni hanno deciso di sospendere temporaneamente il deposito dell’istanza per la fissazione dell’udienza al Tar, senza la quale il ricorso non può essere deciso. Inoltre, hanno deciso di riaprire le prenotazioni, certi che la Regione troverà metodi e soluzioni per lavorare insieme e risolvere le numerose criticità”.

Nei giorni scorsi anche i sindacati avevano espresso forti perplessità, la Procura di Trieste aveva poi aperto un fascicolo per valutare se ci fossero i presupposti di interruzione del servizio pubblico.

“La priorità – hanno spiegato i rappresentanti delle tre associazioni – è salvaguardare la continuità del servizio e la salute dei cittadini. Avere un tavolo di lavoro significa poter contare su uno spazio di confronto reale, fattivo e costante dove si lavora a concretamente per arrivare a soluzioni condivise e sostenibili. 

Vanno ascoltati soprattutto i timori delle strutture sanitarie mono o bi-specialistiche: basti pensare, per esempio, alle cliniche che fanno esclusivamente radiologia o riabilitazione, le specialità più coinvolte dall’abbassamento delle tariffe, che si trovano in un momento di grandissima difficoltà. Nell’ultima settimana, i pazienti e gli utenti hanno chiamato allarmati i nostri centralini e hanno inondato di commenti, richieste e dubbi i nostri siti web e i profili social: il nostro impegno è per loro e, naturalmente, per tutta la forza lavoro coinvolta”.

Martedì scorso, 25 febbraio, infatti, le Associazioni di categoria del privato accreditato regionale avevano depositato il ricorso al Tar regionale contro alcune delle nuove tariffe sanitarie in vigore dal 29 dicembre scorso e avevano unitariamente deciso di sospendere, a partire da sabato primo marzo, le prenotazioni in regime di convenzione con il SSR (servizio sanitario regionale) delle prestazioni che sono state oggetto di una drastica  diminuzione del rimborso (come  RX, TC, Risonanza Magnetica, riabilitazione, ecc). Tali nuove tariffe, infatti, ferme da 20 anni e caratterizzate da una riduzione del rimborso compresa tra il 20% ed il 60% con il recepimento del nuovo tariffario, rendono insostenibili i costi di erogazione.