Pordenone: omelia del Vescovo Giuseppe nella Giornata della pace, 1° gennaio 2025


Otto giorni dopo il Natale celebriamo la solennità della Santa Madre di Dio, che ci conduce al cuore del mistero dell’Incarnazione. Come i pastori, anche noi siamo invitati a tener fisso lo sguardo sul bambino Gesù e su Maria sua madre. Questo evento suscita stupore e gioia nei pastori, mentre Maria “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Luca 2,19). Maria non dice una parola ma ascolta in silenzio i pastori, perché di fronte alla Parola fatta carne tutti siamo invitati a contemplare la grazia di Dio che viene a noi. Maria è la Madre di Dio, colei che ha accolto il Figlio nel suo grembo. La sua maternità va oltre l’esperienza umana: grazie alla sua fede Maria diventa la prima discepola di Gesù, modello della Chiesa che vive della Parola ricevuta da Dio.
In questo primo giorno dell’anno accogliamo la benedizione di Dio, il suo amore e la sua bontà che viene a noi. È la benedizione di Dio che dà consistenza profonda a tutti gli auguri di buon anno che ci scambiamo. La liturgia lo fa riproponendoci l’antichissima benedizione con cui i sacerdoti dell’Antico Testamento benedicevano il popolo: “Ti benedica il Signore e ti custodisca. … Rivolga a te il suo volto e ti conceda pace” (Numeri 6, 24.26). Il volto di Dio “quando venne la pienezza del tempo” (Galati 4,4), si è rivelato nel volto di un uomo, suo Figlio, che la festa di oggi ricorda pure il nome che gli fu affidato; Gesù Cristo, salvatore del mondo. Gesù è la benedizione per ogni persona e per tutta l’umanità; Gesù è la sorgente di grazia, di misericordia e di pace. Lui è il Principe della pace, perché il suo amore e la sua vita donata per la nostra salvezza ci riconcilia con Dio, con i fratelli e anche con noi stessi, riempendo il nostro cuore di gioia e di serenità. Dove Gesù viene accolto trasforma la vita delle persone, infondendo la forza e il coraggio per essere strumenti della sua pace. Nel nome di Gesù anche tutti noi possiamo invocare Dio come padre, perché lo Spirito stesso grida nei nostri cuori: “Abbà! Padre!” (Galati 4,6).
Per questo papa Paolo VI ha voluto che il 1°di gennaio di ogni anno fosse celebrata la Giornata Mondiale della Pace. Oggi noi celebriamo le 58ª Giornata che ha come tema: Rimetti a noi i nostri debiti, concedi la tua pace. La riflessione che fa il Papa nel messaggio è legata al senso biblico ed ecclesiale dell’Anno Giubilare che oggi iniziamo qui nel Santuario, una delle quattro chiese giubilari della nostra Diocesi. Quest’Anno Giubilare 2025 richiama i temi della speranza e del perdono, cuori di ogni Giubileo, invitandoci alla conversione, alla riconciliazione e riappacificazione tra i popoli. Nella bolla di indizione del Giubileo, Papa Francesco ha voluto che
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l’Anno Santo 2025 sia il Giubileo della Speranza, riscoprendola nei segni dei tempi che il Signore ci offre. Scrive al numero 8: “Il primo segno di speranza si traduce in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra. Immemore dei drammi del passato l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza”. Pala Francesco ci invita a metterci in ascolto delle grida dell’umanità minacciata. Così inizia il suo messaggio: “All’alba di questo nuovo anno donatoci dal Padre celeste, tempo Giubilare dedicato alla speranza, rivolgo il mio sincero augurio di pace ad ogni donna e uomo, in particolare a chi si sente prostrato dalla propria condizione esistenziale. … A tutti voi speranza e pace, perché questo anno è un Anno di Grazia, che proviene dal cuore della Redentore!”.
Carissimi, mai come oggi sentiamo il bisogno e la necessità di pregare perché il Signore ci doni la pace. Constatiamo, purtroppo, che la guerra genera sempre nuove tensioni e nuove guerre. Sono quasi tre anni che è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina provocando moltissimi morti e distruzione. All’inizio ci ha fatto paura ma poi, purtroppo, ci siamo abituati e rassegnati. Nel frattempo, sono scoppiati molti altri focolai di guerra che seminano, oltre che devastazioni e uccisioni, odio e vendetta. Non rassegniamoci alla logica della guerra, dell’uso indiscriminato della forza, della corsa sfrenata agli armamenti che arricchiscono le fabbriche di armi che sono fabbriche di morte! Non crediamo mai, come purtroppo sta capitando, che per finire una guerra siano necessarie più armi.
Il mondo non cambia con le parole o con una bacchetta magica ma cambierà solo se cambia il cuore. Se non cambia il cuore dell’uomo, la pace non arriverà mai. Scrive Papa Francesco nel suo messaggio: “Cerchiamo la pace vera, che viene donato da Dio a un cuore disarmato: un cuore che non si impunta a calcolare ciò che è mio e ciò che è tuo; un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esista a riconoscersi debitori nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo” (n.13).
Ecco perché è provvidenziale quest’Anno Santo 2025! Il Giubileo è il segno della misericordia e del perdono che Dio offre a chi si converte e a chi desidera iniziare un cammino che porta alla purificazione del cuore, a riconoscere che siamo tutti figli e figlie dello stesso Padre che ci ama e ci chiede di amare ed essere vicini ai più poveri e sofferenti. Questo santuario Madonna del Monte è una delle quattro chiese giubilari per tutto il 2025. Vuole essere un segno eloquente del desiderio della Diocesi di lavorare per la pace. Invito le parrocchie, le associazioni e anche gruppi di persone a vivere durante quest’anno qualche altro momento di Giubileo e di pellegrinaggio in questo santuario, per chiedere al Signore, il principe della Pace, la fine di tante guerre, la fine della corsa agli armamenti, anche nucleari, perché il mondo possa sperimentare un’era di fraternità, di giustizia e di pace.
Concludo con una bella espressione del messaggio del Papa: “La pace non giunge solo con la fine della guerra, ma con l’inizio di un nuovo mondo, un mondo in cui ci scopriamo diversi, più uniti e più fratelli rispetto a quanto avremmo immaginato”. Il Signore conceda a tutte e a tutti il dono della pace.
 Giuseppe Pellegrini Vescovo