Veneto Orientale
Concordia: santo Stefano patrono, iniziative della parrocchia
Il parroco monsignor Natale Padovese, invita i concordiesi e le persone di buona volontà, a visitare la mostra dedicata ai santi Cirillo e Metodio. È allestita presso l’Auditorium Turriano,
Concordia festa di Santo Stefano titolare della Cattedrale e patrono diocesi
Nel contesto della 44^ edizione della ‘Fiera di Santo Stefano’, titolare della Cattedrale e patrono della diocesi di ‘Concordia Pordenone’, risaltano questi appuntamenti religiosi.
Giovedì 3 agosto, nella memoria del rinvenimento delle reliquie di santo Stefano, protomartire, alle 7.30 c’è la prima messa; alle 9.30 il pontificale; alle 18.00 il canto solenne dei Vespri e alle 18.30 la messa.
Venerdì 4, anniversario della ‘dedicazione’ della cattedrale: alle 7.30 la prima messa; alle 10.30 messa solenne (preceduta dall’ora media); alle 18.30 Messa.
Il parroco monsignor Natale Padovese, invita i concordiesi e le persone di buona volontà, a visitare la mostra dedicata ai santi Cirillo e Metodio. È allestita presso l’Auditorium Turriano, da sabato 29 luglio, a lunedì 7 agosto, dalle 20.00 alle 23.00. Promossa dalla parrocchia, in collaborazione col Centro Culturale Von Balthasar. L’inaugurazione si tiene alla Sala Rufino, sabato 29 luglio, alle 20.30. Interviene il curatore della medesima, dottor Sergio Pellegrini, del Centro Culturale Regionale Studium di Gorizia.
L’intento che ha guidato la scelta di questa mostra, sottolinea mons. Natale, è che “i fratelli Cirillo e Metodio, ci richiamino al compito missionario che tutti riceviamo col Battesimo: annunciare il Vangelo con la vita. Seguendo così le loro orme, come quelle di Santo Stefano e dei ‘Martiri Concordiesi’, che oltre ad essere credenti, si resero ‘credibili’ con la propria vita”.
Cirillo e Metodio sono nativi di Salonicco, di nobile famiglia greca, col padre Leone, comandante della città. Cirillo – il suo nome era Costantino, poi cambiato in Cirillo quando si fece monaco -, era il più giovane di 7 fratelli. In tenera età espresse il desiderio di dedicarsi alla ricerca della ‘Sapienza’. Si trasferì a Costantinopoli, ove intraprese gli studi filosofici e teologici. Tra i precettori, ebbe il patriarca Fozio. Anastasio Bibliotecario riferisce dell’amicizia che intercorreva fra i due e delle loro dispute dottrinarie. Dimostrava una cultura ampia. Studiò nozioni di astronomia, geometria, retorica e musica. Nel campo della linguistica, diede prova del suo genio. Oltre al greco, Cirillo parlava correntemente il latino, l’arabo e l’ebraico.
Da Costantinopoli, l’imperatore inviò i 2 fratelli in varie missioni, anche tra gli Arabi. Durante la missione presso i Càsari, Cirillo rinvenne le reliquie di papa san Clemente, un Vangelo ed un salterio, scritti in lettere russe.
La missione più importante affidata a Cirillo e Metodio fu presso le popolazioni slave della Pannonia e della Moravia. Il sovrano Rostislav, martire e venerato come santo, chiese all’imperatore bizantino di inviare missionari nelle sue terre – celando dietro motivazioni religiose, anche il fattore politico della preoccupante presenza tedesca nel suo regno. Cirillo accettò l’invito e, giunto in terra di missione, incominciò a tradurre brani del Vangelo di Giovanni, inventando un nuovo alfabeto, detto glagolitico (significa “parola”), oggi noto come alfabeto cirillico. Non tardarono a manifestarsi contrasti col clero tedesco, primo evangelizzatore di quelle terre. Nell’867 Cirillo e Metodio si recarono a Roma per far ordinare sacerdoti i loro discepoli, ma forse la loro visita fu dettata da un’esplicita convocazione da parte di papa Adriano II, insospettito dall’amicizia tra Cirillo e l’eretico Fozio. Il pontefice riservò loro un’accoglienza positiva: ordinò prete Metodio ed approvò le loro traduzioni della Bibbia e dei testi liturgici, in lingua slava. Cirillo gli fece dono delle reliquie di san Clemente, da lui ritrovate in Crimea. Cirillo si ammalò e morì a Roma il 14 febbraio 869. Venne sepolto presso la basilica di San Clemente. Metodio ritornò in Moravia. Durante un successivo viaggio a Roma, venne consacrato vescovo ed assegnato alla sede di Sirmiun – odierna Sremska Mitroviča. Quando in Moravia, a Rostislav, successe il nipote Sventopelk, favorevole alla presenza tedesca nel regno, iniziò la persecuzione dei discepoli di Cirillo e Metodio, visti come portatori di un’eresia. Lo stesso Metodio fu detenuto per 2 anni in Baviera. Morì presso Velehrad, nel sud della Moravia, il 6 aprile 885. I suoi discepoli vennero incarcerati, o venduti come schiavi, a Venezia. Alcuni riuscirono a fuggire nei Balcani, Non a caso, in Bulgaria si venerano proprio Cirillo, Metodio ed i loro discepoli Clemente, Nahum, Saba, Gorazd ed Angelario, comunemente festeggiati al 27 luglio. Il Martyrologium Romanum ed il calendario liturgico, dedicano invece ai fratelli Cirillo e Metodio, la festa del 14 febbraio, nell’anniversario della morte del primo.
Leo Collin