Parrocchia di San Francesco, esperienza di servizio a Bologna per i giovani

Ragazze e ragazzi, accompagnati da don Gianfranco Furlan, hanno prestato volontariato alle mense Caritas

Don Gianfranco Furlan ci ha fatto pervenire la narrazione dell’esperienza che egli ha fatto, assieme a 12 animatori maggiorenni, offrendo un servizio alle mense di Bologna, dal 23 luglio scorso.Quella dell’Antoniano, sede anche del Coro, dalle 10.00 alle 14.00. Gli ospiti venivano accolti, registrati e fatti accomodare. Venivano serviti con un primo, un secondo e contorno; la frutta e acqua fresca. Compito dei volontari era quello di apparecchiare e sparecchiare; igienizzare; lavare le pentole; aiutare in cucina; raccogliere la spazzatura e differenziarla.Alla mensa Santa Caterina, Fondazione San Petronio, della Caritas di Bologna, il servizio era analogo a quello dell’Antoniano. Andava dalle 16.00 alle 20.00. Con i fruitori era possibile intrattenersi a dialogare.La terza mensa era collegata alla Comunità di Sant’Egidio, presso la parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli, in città. Nell’Oratorio sono stati confezionati 200 panini, da distribuire per strada, assieme ad un succo di frutta e un dolcetto, lungo le vie del centro città. Il gruppetto usciva intorno alle 19.00, con consegna diretta ai senza tetto, con possibilità di dialogare e relazionarsi con le persone. Con timore per le imprevedibili reazioni, ma anche con tanta soddisfazione, quando nasceva il dialogo. Confida uno dei volontari, Alberto: “La logica dell’uscire per strada, e andare incontro alle persone, senza attenderle in un luogo prestabilito, ci ha fatto toccare con mano quale fosse il loro disagio, ma anche quale fosse la dignità che li distingueva. Abbiano parlato con loro; abbiamo ascoltato le loro storie di vita; abbiamo aperto una finestra sul loro personale vissuto, ascoltandoli con rispetto, come un dono prezioso”.Una tappa significativa è stata la salita a piedi al Santuario della madonna di San Luca, dove ai piedi dell’immagine della Vergine, ognuno dei protagonisti, ha messo i suoi sogni e speranze per il futuro e ha affidato i propri cari.Si riportano alcune testimonianze.Greta confida: “È stata la mia prima esperienza di servizio alle mense. Non sapevo bene cosa aspettarmi. Sono rimasta stupita da molte cose. Ho fin da subito guardato con ammirazione i numerosi volontari e operatori, che ogni giorno dedicavano il loro tempo e le loro energie nel servizio. Mi ha colpito la gentilezza, la riconoscenza e l’educazione degli ’utenti’, con cui spesso si scambiava qualche parola. In quei momenti ci si rende conto di quanto bisogna essere riconoscenti, ad avere un tetto sotto cui dormire. A mio parere, è stata un’esperienza che tutti dovrebbero fare, in modo tale che più persone, soprattutto giovani, si avviino verso la strada del volontariato, ricca di insegnamenti”.Melissa narra: “Credo che per i ragazzi come noi, sia fondamentale capire che è possibile avere un posto nel mondo e poter essere utili agli altri. Spesso, forse a causa dell’età, siamo portati a pensare di essere estranei a quella società di adulti, sentendoci disorientati, insoddisfatti e incompresi. Abbiamo bisogno di credere che i confini del mondo intorno a noi non si esauriscano nelle quattro mura della nostra cameretta, o nelle strade che percorriamo ogni giorno, nel tragitto ’casa-scuola’ e viceversa. Ma che c’è dell’altro, che non vediamo, che non sappiamo, che non abbiamo ancora scoperto. Non esistono solamente i nostri soliti amici, coccolati e viziati dalle famiglie. Esistono tante persone che hanno bisogno di noi. Le esperienze di volontariato aiutano a capire che la propria esistenza può essere preziosa e mai scontata, per quanti si trovano in situazioni di disagio. Fare volontariato significa fare delle rinunce per ricavarsi del tempo da dedicare agli altri. Fare volontariato significa essere chiamati a prendersi cura di chi ne necessita, non per fini egoistici, ma per amore verso il prossimo. Il volontario non si aspetta un riconoscimento. Sa che spesso nemmeno un ’grazie’ giunge da parte dell’ospite della mensa. Il volontario sceglie di essere tale, perché sente di poter dare qualcosa agli altri, senza aspettative. L’unica ricompensa è la gioia interiore che solo i sorrisi delle persone riescono a trasmettere. Non hanno valore materiale, ma ti arricchiscono l’anima, facendoti sentire soddisfatto e indispensabile per qualcuno”.Francesca annota: L’esperienza del volontariato mi lascia sempre qualcosa in più da portare con me nella vita. Non ci rendiamo conto, nella nostra vita, della fortuna di tornare a casa e trovare la dispensa piena e un letto per riposare. Il servizio a Bologna mi ha ricordato di quanto sia facile aiutare qualcuno e quanto poco basti per far sorgere un sorriso a una persona, con dei gesti semplici”.La narrazione ha il sapore di un commiato, da parte del parroco, dopo circa nove anni di servizio alla comunità parrocchiale di San Francesco.