Malnisio: l’organo Bazzini del 1893 restaurato grazie ai fondi dell’8xmille

E' situato nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista in Malnisio, in Montereale Valcellina (Pn), comunità con un migliaio di abitanti, distribuiti in circa 390 famiglie. L’intervento si è reso possibile grazie ai finanziamenti elargiti dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana con le donazioni dell’8x1000

E’ stato restaurato l’Organo Bazzani, situato nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista in Malnisio, in Montereale Valcellina (Pn), comunità con un migliaio di abitanti, distribuiti in circa 390 famiglie. Il tempio è situato in piazza, affiancato dal campanile.L’intervento si è reso possibile grazie ai finanziamenti elargiti dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana con le donazioni dell’8×1000 che gli stessi fedeli dispongono, in occasione dell’annuale denuncia dei redditi.Lo strumento ora potrà essere nuovamente usato ad ogni celebrazione festiva dell’eucaristia, per accompagnare il canto liturgico ed eventuali tempi di meditazione e ringraziamento. È don Renzo De Ros, nativo da Montereale, classe 1947, che lo suona e ne ha incoraggiato il restauro. Da sempre egli è attivo nel territorio da Montereale, fino a Grizzo, Malnisio, Barcis e Andreis, sia per il servizio pastorale che per quello musicale; anche in qualità di assistente spirituale diocesano della Federazione “Pueri Cantoires”.Ogni anno a maggio, don Renzo è promotore dell’apprezzata rassegna organistica che collega i vari comuni, da Montereale a Fanna, favorendo la presenza di numerosi cultori della cosiddetta ’Musica religiosa’. Quando don Renzo si accorge dell’insorgere di qualche problema tecnico, sollecita l’intervento dell’organaro Renzo Grosso da Bertiolo (Ud).L’organo di Malnisio è stato costruito nel 1893: lo attesta la targhetta posta nel pannello sopra la tastiera. Il prezioso manufatto è l’opera n 398 della ditta “Fratelli Bazzani”.Lo strumento svetta sulla cantoria; a trasmissione meccanica per la tastiera, pedaliera e registri. La cassa lignea è di stile neoclassico, policroma nelle decorazioni che trovano continuità lungo la cantoria; è racchiusa da un fornice ad arco lobato.La tastiera è di 56 note (Do1-Sol5) con i tasti diatonici in osso e quelli cromatici in ebano. Sono 27 i pedali in legno di noce, paralleli tra loro, in collegamento con la tastiera (Do1-DO#, con l’ultimo pedale che aziona il rullante). Quattro ’pedaletti’ supplementari consentono di avere questi ulteriori suoni: Tremolo, Super Ottava (Terza Mano), Ripieno, Tromba. C’è pure il pedalone per la “Combinazione Libera alla Lombarda”. Le 27 canne in stagno sono raggruppate in tre cuspidi, allineate, col labbro superiore a mitria. Il suono è alimentato da un unico mantice a lanterna, con tre pieghe, con due pompe che lo alimentano manualmente. I comandi dei registri, situati a destra della tastiera, azionano meccanicamente le stecche, mediante manette “alla Lombarda”. Sono in noce. I cartellini sono aggiunti successivamente, sopra gli originali. Il somiere è a tiro, in noce, con 56 ventilabri a doppia pelle, collegati alla ’catenatura’ in ottone.L’organo è stato realizzato dalla famiglia Bazzani, organari di tutto rispetto, come attestato anche dai riferimenti on line. Il capostipite dell’ultima dinastia di organari veneziani, Giacomo Bazzani, nasce in Friuli, a Cavasso Nuovo (Pn) il 26 dicembre 1771; il padre Pietro era marangone; collaborò nel 1761 alla costruzione dell’organo nella pieve di Cavasso. A dieci anni si trasferisce a Venezia per imparare il mestiere del padre e intorno ai sedici anni passa alle dipendenze dell’organaro Gaetano Callido, nella costruzione dei somieri. Nel gennaio 1804 sposa Maria Fortunata Trapolin. Abbandona i Callido, ma continua a lavorare nel ramo, collaborando con l’organaro veneto don Francesco Merlini. Bazzani abita per un periodo nella casa di don Merlini e nell’anno di morte di quest’ultimo (1818), costruisce il suo primo organo a Dignano in Istria. Nel 1833 rileva da Antonio Callido la bottega del maestro, acquistando anche gli attrezzi. Negli anni Quaranta occupa vari operai e produce numerosi strumenti, destinati al Regno e agli Stati esteri (Costantinopoli, Ungheria, Dalmazia). I figli Alessandro (1814-72) e Pietro (1816-80) prestano il loro aiuto e nel 1840 la ditta prende la denominazione di “Giacomo Bazzani e Figli”. Anche dopo la sua morte, il 2 febbraio 1856, la società prosegue con la stessa denominazione. Dopo la morte di Alessandro, con l’ingresso dei suoi figli Giacomo (1847-1916) e Pietro (1851-1950), prende il nome di “Premiata fabbrica veneta d’organi Pietro e nipoti Bazzani”. In Friuli gli organi Bazzani si trovano a Villa Vicentina (1875) e in alcune località della pedemontana pordenonese: Meduno (1860), Bagnarola (1889), Budoia (1890), Solimbergo (1892) e Poffabro (1893), oltre a Malnisio, felicemente restaurato.Leo Collin