Celebrato l’anniversario della consacrazione della Chiesa di San Lorenzo a Roraigrande

Iniziativa del parroco don Flavio Martin in ricordo della cerimonia officiata dal Vescovo Muccin

enz’altro opportuna la scelta fatta dal parroco don Flavio Martin e collaboratori, di sottolineare l’anniversario di consacrazione del tempio di Roraigrande. Evento avvenuto il 16 luglio 1949, ad opera del vescovo di Feltre e Belluno, mons. Giacchino Muccin. Allora si provvide a collocare in fondo al tempio, una lapide che riporta questo messaggio, affidato a quanti, nei decenni a venire, avrebbero frequentato questo luogo sacro, incardinandosi ad esso, presso il fonte battesimale. Favorendo così la maturazione del “senso di appartenenza ecclesiale”.”Questo tempio, Sacro a Dio ottimo e massimo, in onore di San Lorenzo diacono e martire, fu progettato, essendo parroco don Celestino Sclabi, nell’anno 1909. Iniziato e costruito nel successivo decennio, dal parroco don Luigi Coromer; arricchito infine di marmorei altari e ornamenti e dell’organo e da fastosa decorazione, per lo zelo amoroso dell’arciprete don Umberto Gaspardo. Nel di lui XXV ministero parrocchiale. Dal vescovo di Feltre e Belluno s.e. mons. Gioacchino Muccin, già arciprete di San Marco in Pordenone, il 16 luglio dell’anno 1949, con il gaudio di tutto il popolo, fu solennemente consacrato. L’annuale festa della dedicazione si celebri la III domenica di luglio”.Anche se parte della vita della comunità, specialmente delle nuove generazioni, si suddivide tra le sale della canonica; negli ambienti della Scuola materna parrocchiale Santa Lucia e nel salone dedicato alla memoria del parroco don Veriano Unghietti, è opportuna la scelta effettuata, di riportare, sul foglio parrocchiale settimanale, una pagina della storia di questa comunità, a suo tempo fissata in un volume, da parte di Luciano Sorgi, riproposta qui di seguito.”Ai primi del Novecento la popolazione di Rorai era notevolmente aumentata. Urgeva la necessità di una chiesa più ampia e più capace. Si fece carico di questa situazione il nuovo parroco don Celestino Sclabi (1901-1912). Egli espresse il desiderio che la somma stabilita per solennizzare la sua entrata in paese fosse destinata a costituire il primo fondo, per la costruzione della nuova chiesa. Si era nell’agosto del 1901. Questa decisione otteneva l’approvazione anche dei fabbricieri. Don Celestino affidava il progetto del nuovo tempio all’architetto Domenico Rupolo, originario di Caneva di Sacile. Questi assolse felicemente il compito affidatogli, elevando un magnifico tempio in stile tardo-romanico basilicale, includendo nello stesso la cappella del coro dell’antica chiesa, in modo da formare un insieme armonico. Sono state conservate così la parte più importante della chiesa degli avi e le opere del Pordenone. La posa della prima pietra ebbe luogo nel 1909 e fu benedetta da S.E. il vescovo di Concordia, mons. Francesco lsola (1897-1919). I lavori proseguirono lentamente per cinque anni, durante i quali a don Celestino, nel 1913, era succeduto don Luigi Coromer (1913-1924), ma allo scoppio della Prima Guerra Mondiale (24 maggio 1915) tutto rimase sospeso. Durante la guerra del 1917, anche le campane furono asportate dal nemico (tre bronzi del peso di 20 quintali). Nel 1923 la nuova chiesa venne completata nelle strutture murarie, mentre la navata della precedente veniva demolita. Da questa data l’edificio sacro veniva a delinearsi nella sua forma e nelle sue strutture”.Va riconosciuta ai laici e ai preti di allora, anche una certa “attenzione urbanistica”. Il tempio infatti ha un piazzale che consente il confluire dei fedeli, come ad esempio si verifica in occasione di talune celebrazioni, tutt’ora.