Apertura anno pastorale diocesano a Cordenons

Un anno fondato sulla dimensione dell'Ascoltare: anno di cammino sinodale diocesano

Accolti dal canto “Chiesa di Dio, Popolo in festa”, è avvenuta la celebrazione per l’apertura del nuovo anno pastorale, la sera di domenica 17 ottobre.Erano presenti i parroci, i vice presidenti dei Consigli pastorali parrocchiali e numerosi collaboratori laici, giovani e adulti. Ospiti nell’ampio salone dell’Oratorio San Pietro, a Sclavons di Cordenons, con annesso comodo parcheggio e spazi al coperto, per la distribuzione del materiale, a servizio delle comunità. Il tutto coordinato con competenza da don Davide e l’équipe della pastorale giovanile. Al centro un grande schermo, consentiva ai presenti e ai lontani di seguire l’evento.Il saluto è stato rivolto dal vicario episcopale per l’evangelizzazione, don Elvio Morsanuto. Ha sottolineato l’ecclesialità dell’evento, con la presenza di laici responsabili, di rappresentanti di altre confessioni religiose, formando un’assemblea ecumenica e ministeriale. Il diacono ha intronizzato l’icona.Ha presieduto il vescovo Giuseppe, col vicario generale don Orioldo.Come introduzione è stato trasmesso un video con Papa Francesco: sottolineava la dimensione sinodale, avviata di recente per tutta la Chiesa.La dimensione dell’”ascoltare” è stata introdotta dal brano del libro del Deuteronomio (6,1-9): ha riecheggiato le parole “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio (…). I suoi precetti li ripeterai ai tuoi figli”. Annuncio integrato dal video nel quale il missionario don Lorenzo Barro, dal Mozambico, ha parlato di “inculturazione del Vangelo”; della necessità di uscire dagli elementi culturali per cogliere l’essenza. “Uscita” che si realizza incontrando gli altri, nelle varie situazioni della vita.Il messaggio del “discernere”, è stata posto dal brano degli Atti degli Apostoli (15,1-20), col noto episodio del “Concilio di Gerusalemme”: l’assise sinodale che ha esercitato un primo “discernimento pastorale e comportamentale”, attuato dagli Apostoli Pietro e Giacomo. Annuncio integrato dalla testimonianza di un laico, membro della “segreteria dell’assemblea sinodale”. Ha offerto la sua testimonianza su come si sente chiamato a vivere un cammino, con una specifica identità, rivolto ad affrontare scelte nuove di vita.Per l’”agire”, ha risuonato il brano del Vangelo di Matteo (7,21-27), con l’invito ad accogliere e mettere in pratica le Parole del Signore, come un uomo saggio, che costruisce la propria casa sulla roccia.Il vescovo Giuseppe, nell’omelia, ha condiviso la gioia di ritrovarsi numerosi, “in un’esperienza ecclesiale e sinodale, segnata dall’essere in cammino”. Sentendosi “giovani capaci di sognare”. Sogno rigenerante, che esprime una Chiesa protesa ad edificare il Regno, attraverso scelte snelle, in grado di essere “sale della terra”; con laici responsabili. Capaci di umanizzare e compiere gesti di tenerezza (GS 50). Essi attuano un’opera di discernimento, lasciandosi convertire dall’azione dello Spirito Santo; che comunica nella Contemplazione e nella Preghiera; aiutando a maturare l’incontro con gli altri. Vivendo la sinodalità, così come è avvenuta nel “Concilio di Gerusalemme”. Attuando organismi di partecipazione che, concretamente – sino alla prossima Pasqua (17 aprile) -, vivranno la dimensione dell’ascolto. Anche verso i fratelli “lontani”; con gioia e con passione; docili all’invito, lanciato da Papa Francesco: “di non insonorizzare o blindare il proprio cuore”. Seguendo lo stile espresso dall’icona dei “due di Emmaus”. Essi hanno saputo riprendere il loro cammino, per annunciare il Vangelo ai fratelli.Suggestivo il momento nel quale il Vescovo ha consegnato a ciascun parroco col vice presidente del Consiglio pastorale parrocchiale, la lettera pastorale: “Rimessi in cammino dal Risorto. Ascolto e Sinodalità” e l’icona – citando il nome di ciascuna comunità, per personalizzare il rapporto.Con le preghiere universali e la corale recita della “Preghiera per il Sinodo”, si è concluso il significativo e agile evento.Leo Collin