La Parola del Papa
Maggio: Papa Francesco sostiene il Rosario e scrive due nuove preghiere a Maria
"A maggio il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria" scrive papa Francesco e invita le famiglie chiuse in casa per il Coronavirus a recitarlo insieme
A maggio il popolo di Dio esprime con particolare intensità il suo amore e la sua devozione alla Vergine Maria”: così esordisce papa Francesco nella lettera che il 25 aprile, festa di san Marco evangelista, ha rivolto a tutti i fedeli e alle persone di buona volontà. Prosegue, spiegando che in questo mese di maggio, da tradizione, c’è la consuetudine di “pregare il Rosario a casa, in famiglia. Una dimensione – quella domestica -, che le restrizioni della pandemia ci hanno ’costretto’ a valorizzare, anche da punto di vista spirituale”.Da qui l’invito che egli fa, di riscoprire il fascino della recita personale del Rosario, oppure assieme, in famiglia.Pone in risalto un tratto di questa preghiera e devozione: “la semplicità”. Oltre al fatto che “è facile trovare – anche in internet -, dei buoni schemi di preghiera da seguire”.Sottolinea inoltre alcuni pregi di questa forma di spiritualità: il fatto che è preghiera contemplativa, e l’importanza della preghiera d’intercessione o solidale, per invocare il superamento delle prove e il sostegno delle persone più fragili, specialmente i sofferenti.Infine, com’è solito, si raccomanda alla preghiera di tutti.La lettera è arricchita dal testo di due preghiere, rivolte a Maria, che egli stesso si impegna a recitare personalmente, unitamente alla benedizione che rivolge su tutti.
Il Rosario nel tempodel CoronavirusAnche da queste pagine, eravamo soliti proporre una rassegna dedicata alle varie parrocchie che promuovevano, con creatività, dei luoghi – soprattutto i capitelli – con l’animazione del “fioretto” o recita del Rosario. Ora i tempi sono incerti: se non nelle comunità proprie, però, è sempre possibile la recita giornaliera seguendo le emittenti nazionali come Tv2000 o locali, attraverso la radio; o attraverso facebook della propria parrocchia.
I PAPI EIL ROSARIORipercorrendo a tratti – per ovvi motivi di spazio -, la storia di questa pratica religiosa, troviamo che fu papa Sisto IV, nel XV secolo, a far sì che la preghiera del Rosario fosse approvata dalla Chiesa. Nei secoli precedenti era molto diffusa in ambiente monastico. I Domenicani la privilegiavano come meditazione sulla vita di Cristo, intervallata dal Padre nostro e dall’Ave Maria.Pio XI nel 1937, nell’enciclica “Ingravescentibus Malis” sottolinea come “una innumerevole moltitudine di uomini santi di ogni età e condizione, recitano il Rosario”.Pio XI, prima dell’inizio della seconda guerra mondiale ricorda che: “Il Rosario non soltanto serve a vincere i nemici di Dio e della religione, ma è pure uno stimolo e uno sprone alla pratica delle virtù evangeliche”.Giovanni XXIII nell’enciclica “Grata Recordatio” del 1959, incoraggia la recita quotidiana del Rosario, confidando che “egli lo recita per intero ogni giorno”.Paolo VI dedica un’esortazione apostolica al culto mariano: la “Marialis Cultus”, nel febbraio 1974, sottolineando l’aspetto contemplativo di questa preghiera e ne raccomanda la recita in famiglia.Giovanni Paolo II, nei 27 anni di pontificato, incoraggia la recita del Rosario e nel 2002, con la lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” ricorda, tra l’altro, che “nella sobrietà dei suoi elementi, concentra la profondità del messaggio evangelico” e indice l’anno del Rosario, dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003.Infine, Benedetto XVI, nel maggio 2008, parlando del Rosario afferma: “E’ senza dubbio uno dei segni più eloquenti dell’amore che le giovani generazioni nutrono per Gesù e per la sua Madre, Maria”. Infatti “nel mondo attuale, così frammentato, questa preghiera ci aiuta a mettere Cristo al centro”. Fu lui, inoltre, ad aggiungere, ai misteri dolorosi, gaudiosi e gloriosi, quelli “luminosi”.Leo Collin
MARIA
O Maria, Tu risplendi sempre nel nostro cammino come segno di salvezza e di speranza.
Noi ci affidiamo a Te, Salute dei malati, che presso la croce sei stata associata al dolore di Gesù, mantenendo ferma la tua fede.
Tu, Salvezza del popolo romano, sai di che cosa abbiamo bisogno e siamo certi che provvederai perché, come a Cana di Galilea, possa tornare la gioia e la festa dopo questo momento di prova.
Aiutaci, Madre del Divino Amore, a conformarci al volere del Padre e a fare ciò che ci dirà Gesù, che ha preso su di sé le nostre sofferenze e si è caricato dei nostri dolori per condurci, attraverso la croce, alla gioia della risurrezione. Amen.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.