Pordenone
Borgo Cappuccini, tanti volontari impegnati in parrocchia per servire la comunità
Dalle pulizie in chiesa all’attività in oratorio, la squadra guidata da don Gianfranco Furlan
Lo potremmo quasi definire un “ministero ecclesiale” quello svolto dai gruppi delle pulizie, i manutentori del verde o dell’aprire e chiudere la chiesa. Si regge sull’opera di volontariato ed è alimentato da motivazioni di fede e senso di appartenenza ecclesiale, manifestate nella cura delle cose semplici, che riguardano il tempio e gli ambienti circostanti. A loro dedichiamo il primo di una serie di articoli.
Il tempio
“Sono suddivise in tre gruppi di cinque o sei persone, le signore che curano la pulizia della chiesa – spiega il parroco don Gianfranco Furlan. Sono munite non solo di strofinacci, ma anche di una potente macchina che lava e aspira e di una ‘vaporetta’ che col suo getto toglie lo sporco più ostinato; la spatola per raschiare la cera dei lumini; i prodotti che ravvivano lo splendore dei banchi e, soprattutto ora, il prodotto che serve ad igienizzare le superfici con le quali i fedeli vengono a contatto. Non mancano aste telescopiche, per rimuovere le ragnatele”.Il gruppo si ritrova una volta la settimana, di preferenza il venerdì mattina, a seconda della disponibilità delle partecipanti. Sono coordinate dalla signora Renata.Và aggiunto un quarto gruppo di cinque signore, capitanate da suor Francesca, elisabettina, che si dedicano a lavare, stirare e, se serve, a rammendare le tovaglie, i sacri lini, o gli asciugamani. Confezionano pure le “vestine” o tunichette usate per il battesimo, a simboleggiare la “veste bianca” della quale il neo battezzato viene invitato a rivestirsi, per sottolineare il dono della “vita nuova”, sgorgato dall’acqua battesimale. Sono all’incirca una quindicina all’anno. Il rito del battesimo viene periodicamente celebrato nella messa della comunità, o in altre occasioni.Anche la quindicina di tuniche dei ministranti o chierichetti sono sotto la cura di questo gruppo, abile nell’allungare o accorciare la veste, a misura dei protagonisti della celebrazione, dispiaciuti, quest’anno, di non poter partecipare alla loro attesa festa, in Seminario, il 1° Maggio.Adelchi e Antonio infine, aprono e chiudono la chiesa ad orario e si occupano della cinquantina di piante disseminate all’interno: le bagnano quando serve, le curano, come pure i porta candele e puliscono le artistiche vetrate. Intervengono inoltre, creando degli addobbi o dei scenari sul presbiterio, in base al tempo liturgico o alle feste particolari, come quella patronale, in onore di San Francesco, ponendo in risalto la statua del “Poverello d’Assisi”; oppure l’”altare della riposizione”, durante le 40 ore; o in prossimità del Natale o della Pasqua.
L’oratorio
All’esterno della chiesa opera un gruppo di uomini, muniti di cesoie, rastrelli, zappe, pali, scale e una motosega, per la cura del verde; periodicamente svuotano le grondaie del tetto; eseguono la potatura delle piante: ulivi, aceri, pini, o arbusti da fiore, come l’ibisco e gli oleandri, sopratutto dalla primavera, verso la buona stagione e per tutta l’estate, sino all’autunno. Una particolare attenzione viene dedicata ai tigli, collocati a confine, tra via Cappuccini e il territorio parrocchiale.Degno d’essere ricordato anche il volontario Robert, il quale “restituisce” il sostegno assicurato dalla Caritas parrocchiale, offrendosi per lo smistamento delle immondizie e la pulizia del verde dell’Oratorio, con i campi gioco: calcio a 5, basket, tennis e bocce – ora a soqquadro, per i lavori della nuova edificazione in corso dell’oratorio stesso, di cui si è già scritto.
Il quartiere
La parrocchia cerca di gettare un ponte verso il quartiere di Borgo Cappuccini. Avviene, ad esempio, con l’allestimento per la messa all’aperto, nella solennità del Corpus Domini, seguita dalla processione. A rotazione, essa parte da una delle quattro zone in cui è suddiviso il territorio della parrocchia: Burida, Noncello, Stadio o Largo Cervignano.Questa scelta pastorale è adottata anche durante il “fioretto”, nel mese di maggio. E nella Via Crucis, animata dalle classi del catechismo, in quaresima; oppure nella processione in onore del patrono san Francesco. Al termine, proprio sotto la sua protezione, vengono poste tutte queste generose persone. In loro onore e quale segno di riconoscenza, viene organizzata la “cena del volontariato”.