Pordenone
Alpini Pordenonesi impegnati a Bergamo
Iscritti all’Ana, prestano per lo più servizi di sicurezza e logistica
Sono otto gli Alpini in servizio presso le strutture della Fiera di Bergamo – adibite per metà ad ospedale e l’altra metà a magazzino -, in rappresentanza dei gruppi ANA della provincia di Pordenone. Fanno parte di un drappello di Alpini della Protezione Civile, che si è assunta, per questo periodo, il compito di svolgere i servizi logistici e della sicurezza. A rotazione, assicurano una presenza di 24 ore su 24. Quelli dell’Ana di Pordenone, provengono da Casarsa (3), Marsure (2), Azzano, Sesto e Giais; sono: Alberto, Alessandro, Daniele, Ferruccio, Giuseppe, Graziano, Maurizio e Roger. Gli altri giungono da Udine e Bolzano. Sono tutti accomunati dallo “spirito alpino”, che abbatte le distanze e unisce i cuori.Il settore adibito ad ospedale è in grado di accogliere fino a 120 ammalati Covid, fornendo loro la massima assistenza, da parte del personale medico ed infermieristico competente, anch’esso affiancato da volontari specializzati.Mentre i Russi, per lo più militari, assicurano la continua sanificazione degli ambienti, i nostri sessanta Alpini della Protezione Civile – dopo un previo addestramento – hanno ricevuto il compito di verificare periodicamente le varie strutture anti incendio e sicurezza; di accogliere l’elicottero che fa continuamente la spola dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII a quello allestito in Fiera, per gli ammalati Covid. Vengono infatti elitrasportati i tamponi, continuamente eseguiti per seguire il decorso dell’infezione; riportano medicinali, risultati clinici e ogni altro materiale utile, ed eventuale personale, per delle necessità specifiche.Il nostro drappello è inoltre presente agli ingressi della struttura, in una sorta di sala di controllo. Rispondono al telefono e tengono i contatti con tutta la struttura e con i tanti giovani volontari della zona. Ovviamente, oltre agli abituali strumenti di sicurezza che ognuno deve indossare, c’è una continua disinfestazione e decontaminazione, con l’obbligo di togliere quanto indossato, all’inizio e alla fine del servizio, per un’accurata disinfezione, all’interno di un container.Il loro “campo”, situato nella Bergamo Bassa, ove si ritirano e vivono quando non sono in servizio, composto da una sessantina di soggetti, è fatto di classiche tende da sei persone anche se, in ognuna, alloggiano solo due o tre persone, per ovvi motivi di sicurezza. Anche per la consumazione del “rancio” che essi confezionano, è prevista una distanza di sicurezza, tra i singoli posti a sedere. Le tende fanno parte del famoso “Ospedale da Campo”, in perenne dotazione degli Alpini, integrato da altre moderne tende, fornite dal Ministero dell’Interno, auto gonfiabili, con riscaldamento ad aria.Oltre a Maurizio, che ha gentilmente fornito le informazioni al telefono, abbiamo sentito Ferruccio, ricco di esperienze di volontariato, in quanto è stato anche in Albania e coi profughi del Kossovo; come pure nei terremoti dell’Aquila, di Amatrice e Foligno. Commenta: “Nonostante si incontrino continuamente situazioni difficili e sempre nuove, il ’solidale spirito alpino’ che ci accomuna, consente di superare ogni difficoltà”. (l.c.)