Pasqua, il pensiero dei parroci

Messaggio dei sacerdoti delle parrocchie della città ai fedeli in questo tempo di Pasqua particolare

Si propongono alcuni messaggi di speranza, provenienti dalle parrocchie cittadine, esplicitamente formulati o racchiusi e veicolati con iniziative concrete, interattive, che sostengono sopratutto il cammino di ragazzi e giovani che frequentano la comunità, coinvolgendo la propria famiglia.San Marco Mons. Otello Quaia, arciprete di San Marco, propone, attraverso questa pagina, un messaggio affinché le persone non abbiano a pensare che Dio non si curi di noi e ci lasci soli, in balia di noi stessi.”E’ sabato e il Corso brulica di gente. C’è chi torna frettoloso con le borse della spesa perché oggi è giorno di mercato. C’è chi entra ed esce dai negozi con gli acquisti della moda e discute sulla quantità del denaro speso con i familiari che li accompagnano. C’è chi, seduto ai tavolini dei numerosi caffè, si scambia opinioni e battute con amici e amiche. Tutti sembrano godere dello stare insieme. Stasera, fuori dai bar, si accalcheranno frotte di giovani con il loro vociare allegro mentre, lungo i portici, una fisarmonica o un’arpa faranno da sottofondo al passeggio serotino di coppie di innamorati e di famigliole alle prese con gli innumerevoli capricci dei bimbi.Oggi però, e da più giorni ormai, non è così. Guardo dalla finestra e vedo la piazza e la strada completamente vuote; il bar e i negozi malinconicamente chiusi. Regna solo un silenzio assordante che ti avvolge e una solitudine che isola e intristisce il cuore.Quando poi incontri coloro che in questi giorni hanno perduto una persona cara e partecipi alla loro angoscia per non aver potuto salutare neppure con una carezza una mamma o una sposa, ti viene spontaneo il grido interiore: ’Ma tu, o Dio dove sei?’ e ti senti solo e abbandonato.E così entri in chiesa. Una chiesa sì aperta ma vuota, anch’essa silenziosa e desolata. Allora di nuovo ti assale la domanda disperante: “Dio, dove sei?”. E cerchi una risposta che forse non viene ma ti viene, come ancora per il naufrago, l’invocazione del Salmista: ’Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto’.Rimani in attesa e la Parola si fa sentire attraverso Ezechiele: ’In mezzo a loro sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo’ e Geremia ’Il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge’. Non sono solo, non siamo soli”.San Giorgio “Come nutrire la fede dei cristiani, impossibilitati a partecipare fisicamente all’Eucaristia?” si chiede il parroco don Roberto Laurita, che lancia questi suggerimenti: “Raddoppiando, se ci si passa il termine, la possibilità di confrontarsi con la Parola di Dio. Un’offerta che ha raggiunto grandi e piccoli in cartaceo, all’ingresso della chiesa e col sito web (www.parrocchiasangiorgiopn.it). C’è pure una proposta per le famiglie che vogliono pregare insieme in casa la domenica; per gli adulti che desiderano trovare il tempo di riflettere sul significato della pratica quaresimale, con 6 fascicoletti: l’itinerario della Quaresima, il digiuno, la preghiera, l’elemosina/solidarietà, i segni del Battesimo e vivere il triduo pasquale. Per i ragazzi ci sono alcune pagine per capire e vivere il vangelo di ogni domenica, ma anche il giovedì, venerdì santo, la veglia e il giorno di Pasqua. Per i più piccoli ci sono due libretti con tanti disegni, da percorrere con papà e mamma e colorare. Quanto alle celebrazioni, la scelta di viverle in comunione di occhi, orecchi e cuore, con la Chiesa Diocesana e Italiana”.Don Boris, cooperatore in parrocchia e nell’oratorio, prima di tutto, augura alle persone ammalate, una pronta guarigione e che tutti possano riprendere al più presto la propria attività lavorativa, nella consapevolezza dell’importanza di assicurare alle famiglie una fonte di sopravvivenza.Inoltre, in questo periodo, nel quale i ragazzi sono a casa da scuola e dalla catechesi di gruppo, con l’ausilio dei catechisti, assicura una rete di contatti – una sorta di chat, classe per classe – avvalendosi di whatshapp o dei vari canali informatici.Don Bosco Don Salvatore, il parroco del Bon Bosco, ha telefonato, uno per uno, ai vari ammalati ai quali abitualmente fa una visita e porta la comunione, intrattenendosi con loro per una parola di conforto e una preghiera recitata assieme.Sacro Cuore e Immacolata Anche don Maurizio Lessio e il missionario padre Alex non si sono arresi davanti alle restrizioni. Così narrano: “Mossi dal fatto che vogliamo bene a noi e agli altri, abbiamo trovato dei modi alternativi per rimanere in contatto con gli altri e mantenere vive relazioni e ’sentirci vicini, seppur distanti’. Attraverso video, videomessaggi, WhatsApp e telefonate, abbiamo voluto dare un segno di attenzione, preghiera e vicinanza alle famiglie delle nostre comunità. Il bello è che chi ha ricevuto questa attenzione, ha voluto condividerla con le altre famiglie. Si è così creata una rete di relazioni. L’aver poi ricevuto in canonica tante telefonate di ringraziamento, è stato per noi sacerdoti motivo di grande gioia. Un segnale di speranza che ci sta dando coraggio e forza, per vivere con fiducia questo tempo difficle. Per noi è diventato un segno di risurrezione”.Borgo Cappuccini Don Gianfranco Furlan, nel foglio settimanale reperibile in vari esercizi aperti, ove le persone si recano, propone una serie di suggerimenti di spiritualità, oltre alla segnalazione delle celebrrazioni, a porte chiuse, del Papa, del Vescovo (Il13) e della parrocchia. In chiesa, di passaggio, alla spicciolata, in alcuni orari segnalati, è possibile fare la comunione.La coordinatrice dei catechisti segnala il fatto che nel presbiterio della chiesa è stato tracciato un percorso, sul pavimento, con varie tappe simboliche che evocano dei messaggi: il buon uso delle tecnologie informatiche; l’invito a non disperdere i rifuiti; una ’porta aperta’ per accogliere i fratelli; una carrozzina che evoca la vita familiare; e infine la ’colomba in gabbia’: è lo Spirito Santo che attende d’essere liberato.San Lorenzo Roraigrande Anche il parroco don Flavio Martin, lancia da questa pagina un messaggio di speranza: “Una Pasqua particolare, con un sapore particolare, con una gioia contenuta, ma non per questo meno profonda. Quest’anno le campane suoneranno ancor più forte, ma la comunità non si radunerà in chiesa. Una Pasqua particolare, più raccolta, da celebrare in famiglia. La nostra fede pasquale, nel Risorto, ci dà la certezza che a Lui nulla sfugge, la sua presenza non viene meno, la sua forza continua ad essere sorgente di speranza e di novità. Una speranza ricca di creatività e concretezza; ripenso, con stupore, al fatto che in questo tempo d’emergenza sanitaria abbiamo salutato, per l’ultima volta, diverse persone della nostra Comunità. Tra queste, Luigia: dopo la benedizione, andando verso il cimitero, passando per la sua via di residenza, ho visto gran parte dei suoi vicini di casa e non solo, attenderla lungo la via, per un’ultima preghiera e un segno d’affetto. Gesù è risorto e il suo Spirito continua a soffiare nel cuore di tanti, a rianimare la loro fede. Buona Pasqua!”.