Pordenone: ritorna la statua di San Giorgio

  Sabato, 22 giugno, alle 16.30, sul sagrato della chiesa di San Giorgio martire in Pordenone: presentazione alla città della statua di San Giorgio, dopo gli interventi di restauro

  Sabato, 22 giugno, alle 16.30, sul sagrato della chiesa di San Giorgio martire in Pordenone ci sarà la cerimonia di presentazione alla città della statua di San Giorgio, dopo gli interventi di restauro. Così annuncia il parroco don Roberto Laurita, assieme al Consiglio Pastorale parrocchiale e degli Affari economici, nel semplice e cordiale invito: “Cari amici, dopo un lungo tempo di accurati interventi per la messa in sicurezza, la tutela e il restauro della statua, posta sulla sommità del nostro campanile, il San Giorgio ritorna in Città”.Il programma prevede il saluto dell’arciprete mons. Roberto Laurita e gli interventi di Simonetta Bonomi, per la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia; di Piero Mauro Zanin, Presidente del Consiglio Regionale; di Alessandro Ciriani, Sindaco di Pordenone; di Giuseppe Morandini, Presidente della Fondazione Friuli. Verrà poi dato un ragguaglio sintetico dei lavori di restauro della statua e del campanile, attingendo alla relazione dell’ing. Sergio Dell’Anna. La cerimonia si concluderà con la Benedizione impartita dal vescovo di Concordia – Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini.Si conclude così la terza fase dei lavori, riguardanti la messa in sicurezza e il restauro del campanile della chiesa di San Giorgio di Pordenone. Lavori organizzati in quattro fasi, in relazione a ragioni di priorità e urgenza e in funzione della disponibilità dei finanziamenti. La prima fase riguardava i lavori di somma urgenza per la messa in sicurezza del campanile, dal 12 aprile al 10 maggio 2016. Si sono conclusi con la rimozione e l’abbassamento a terra della statua di San Giorgio, la rimozione del castello delle campane e la posa delle stesse sul pavimento della cella. Decisivo fu il contributo iniziale della diocesi di Concordia Pordenone.Nella seconda fase è avvenuta la messa in sicurezza e il restauro della parte sommitale, con la riparazione della cella campanaria, la fornitura e la posa del nuovo castello delle campane. Lavori finanziati con contributo della Regione Friuli V.G. di 300.000 euro, concesso ai sensi della L.R. 10.05.2016, n. 7, art. 9. agosto 2018.Nella terza fase la parrocchia si è fatta carico del restauro della statua di San Giorgio, affidato alla ditta L. A. A. R., Conservazione e Restauro Beni Culturali di Udine, che si è avvalsa, per le parti metalliche della struttura interna, del contributo della ditta Metal Comelli, di Torlano di Nimis. La completa esecuzione di questi lavori ha goduto di uno specifico finanziamento assicurato dalla Fondazione Friuli. A sostegno degli interventi per il campanile non è mancato anche il contributo di molti parrocchiani e amici della parrocchia, impegnati personalmente nel progetto di restituire al campanile di San Giorgio il ruolo di riferimento simbolico urbano e la sua bellezza.

Cenni di storia

Costruita la nuova chiesa di San Giorgio, nella prima metà dell’Ottocento, l’iniziativa del campanile nasce nel 1850, col parroco Pietro Civran, che avvia la raccolta di fondi.L’elaborazione del progetto viene affidata al pordenonese Giovanni Battista Bassi (1792-1878), il quale aveva progettato anche il Teatro Sociale e la facciata della stessa chiesa di San Giorgio. Aveva pensato a un’opera di sapore neoclassico: una colonna rotonda in pietra bianca. Un’innovazione coraggiosa che portò un nuovo e originale tocco al panorama pordenonese.Agli inizi i lavori procedettero rapidi: con 49 file di blocchi di pietra viva di 70 centimetri d’altezza e di notevole spessore, per giungere all’anello alla base della cella campanaria. La rilevante spesa di 46 mila lire, venne sostenuta dalla popolazione. Poi i mezzi si esaurirono e la colonna rimase incompiuta.Interprete dei voti della popolazione, il parroco don Giuseppe Peressini riuniva, nel dicembre 1910 i capifamiglia, i quali si pronunciarono per la ripresa dei lavori. Modificato il progetto del Bassi, fu accolto il disegno Rupolo-Salice che rendeva più leggera la copertura della cella e dava alla torre la sua principale funzione. Nella parte finale venne attuato il progetto del prof. Vincenzo Rinaldo di Venezia, sotto la cui direzione la torre fu ultimata dalla ditta ing. Serra e Zecchini. Per economia, ma soprattutto per alleggerire l’ingente peso, in luogo della pietra viva si usò, in questa seconda parte dei lavori, il calcestruzzo.Col “Comitato pro torre”, all’inizio del 1914, si costruì la cella, sulla quale vennero posti i quattro giganti, alti metri 2,70 e la sfera, del diametro di tre metri e mezzo. Seguì, in giugno, la salita della statua, dovuta a Durighello, eseguita su bozzetto del prof. Rinaldo: un’opera riuscita, alta 6,25 metri, dal peso di 16 quintali.Nell’attesa dell’inaugurazione, la statua venne ricoperta con un telo di 170 metri quadrati, donato dal cav. Zannini, direttore del Cotonificio di Roraigrande. Erano frattanto salite nella cella le tre nuove campane, ricavate in parte da quelle vecchie, mentre il Comune aveva disposto un riatto di via San Giorgio e del piazzale.Domenica 18 ottobre 1914, col primo conflitto mondiale già nell’aria, la celebrazione fu soltanto religiosa: benedizione del campanile e consacrazione delle campane da parte del vescovo, mons. Francesco Isola.Squillarono ben poco, vittime della stessa guerra, nella cui alba avevano iniziato i loro rintocchi di pace. Nella primavera del 1918 ridiscendevano forzatamente la torre. Gli austro-tedeschi, che allora occupavano Pordenone, le trasformano in cannoni.Col bronzo delle armi degli invasori, appena partiti, vennero fuse quelle nuove che salirono molto presto, un anno dopo la vittoria, l’8 dicembre 1919, con la benedizione del vescovo, mons. Paulini. Erano campane fornite dallo Stato e fuse in fretta, tanto da non risultare molto intonate. Così la sera del 14 agosto 1929 lo stesso vescovo Paulini consacrò altre tre nuove campane: Maria Assunta, la maggiore, del peso di 13 quintali; San Giorgio, la media, di 9; Santa Lucia, la minore, di 6. Complessivamente 28 quintali: dieci in più delle precedenti.Nel novembre 1957 la statua di San Giorgio, a 43 anni dalla sua costruzione, minacciava di cadere a pezzi. L’acqua piovana, filtrando attraverso le fessure di congiunzione delle lastre di rame, ne aveva guastato l’intelaiatura interna, di legno. Per misura precauzionale venne sospeso il suono, e nel gennaio dell’anno successivo la statua lasciava per sempre il suo piedestallo.Nel 1961 fu disposta la costruzione del nuovo San Giorgio, riproducendo il più fedelmente possibile quello originale: interamente in metallo, con ossatura di rame sbalzato, realizzato dagli scultori Pierino Sam e Giulio Piccini e dagli artigiani Pietro Gorasso (rame) e Mario Plai (ferro). Fu benedetto solennemente il 3 dicembre 1961.Il 18 marzo 1962 le tre parti della statua (complessivamente 650 chilogrammi) furono collocate in opera dall’impresa Giovanni Pavan.Sintesi a cura di Leo Collin