Estate al servizio della mensa Caritas di Roma

L'esperienza proposta ad alcuni giovani della parrocchia di San Francesco per il periodo estivo.

E’ da alcuni anni che porto un gruppo di adolescenti di seconda e terza superiore a Roma, per fare l’esperienza del servizio alla mensa della Caritas – spiega al telefono, da Roma, don Gianfranco Furlan, il parroco di San Francesco, in borgo Cappuccini a Pordenone, ricco di esperienza educativa, anche nel settore dello scautismo. Riprende: “Serve molto a loro, per aprire gli occhi e accorgersi delle varie situazioni di umanità, di attenzione agli ultimi, oltre che scoprire il fascino di Roma, ricca di storia, di opere d’arte e architettoniche, da San Pietro, al Colosseo, al Panteon”.E’ una tappa che egli ha collocato nel cammino del “dopo cresima” e alimenta grazie alle testimonianze dei giovani che l’hanno già fatta gli anni precedenti, ricchi delle scoperte che nascono dal contatto con la capitale e con le persone che incontrano.Il viaggio viene fatto in treno, da Pordenone. L’ospitalità è assicurata presso l’Ostello della Caritas, nei pressi della stazione Termini.Ogni sera riunisce il drappello, che quest’anno è costituito da 17 adolescenti, più l’animatrice Franca. Li invita a narrare le scoperte fatte, le perplessità incontrate durante il servizio alla mensa Caritas che, ogni giorno, si snoda dalle 16 alle 21. Nella consapevolezza di non essere lasciati allo sbaraglio, ma aiutati a dare un senso al cammino che stanno facendo, imparando a scoprire la gioia che nasce quando ci si pone a servizio degli altri. Non manca il giro del classico “turismo religioso”, con la visita guidata alle quattro basiliche, alle catacombe, alla necropoli vaticana, posta sotto le grotte, con la sosta presso le tombe dei papi e il cammino della “Scala Santa”, in ginocchio, come salutare esperienza di devozione e ascesi. A metà settimana c’è la puntatina ad Ostia, con l’accogliente spiaggia, per una serena interruzione del ritmo “esigente ed impegnativo, dal punto di vista culturale e spirituale”.Confida Alberto, al secondo anno del liceo scientifico, cresimato il 4 luglio dello scorso anno, anch’egli raggiunto al telefono, in diretta da Roma: “Ho ricevuto questa proposta all’interno del cammino che facciamo durante l’anno, per il dopo cresima, incontrandoci una domenica ogni quindici giorni. L’idea mi è piaciuta. In parrocchia ho collaborato al grest e al campo parrocchiale ad Andreis, come aiuto cuoco. Qui alla mensa mi colpisce l’umanità delle persone che incontro, con le loro vicende: sono anziani, giovani, tossici; a volte gentili a volte scontrosi. In ogni caso ti ringraziano per quanti fai per loro, anche se solo un saluto o un sorriso. E’ bella anche l’esperienza condivisa col gruppo della parrocchia: dal caldo, al sudore, all’odore, alla complessità delle relazioni. Mi sta aiutando a capire me stesso”.Aggiunge Camilla, terza liceo scientifico, in parrocchia impegnata come aiuto catechista, inserita nel cammino quindicinale del dopo cresima, con una trentina di amici: “Mi colpisce la grande organizzazione della mensa Caritas, in grado di accogliere tante persone e di aiutarli, con un ottimo cibo, che non ha nulla da invidiare da quello di casa. I frequentatori ci vedono come persone importanti, che danno loro speranza. Diversi di loro li senti disperati o arrabbiati. Mi ha colpito la storia di un signore che ha perso tutto, a causa del figlio drogato. A volte posso donare loro solo un sorriso, anche se dentro di me vorrei fare molto di più”.Leo Collin