Domenica 30 ottobre, commento di don Renato De Zan
E' l'episodio di Zaccheo: alla critica acida della folla risponde bene Gesù con un’affermazione (Lc 19,10) già trovata con altre parole in Lc 5,32 (“Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano”).
30.10.2022. 31° TO-C
Lc 19,1-10
In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2 quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9 Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo. 10 Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Lo accolse pieno di gioia
Il Testo
1. La formula evangelica del Lezionario inizia con una espressione (“In quel tempo, Gesù..”) che non è presente nel testo originale della pericope. Il brano è suddiviso in tre parti. La prima (Lc 19,1-4) presenta lo scenario dell’incontro tra Zaccheo e Gesù. La seconda parte (Lc 19,5-6) descrive in poche parole l’incontro tra i due e viene evidenziato l’atteggiamento di Zaccheo (“lo accolse pieno di gioia”). La terza (Lc 19,7-9) illustra le tre reazioni: quella della folla, infastidita per l’atteggiamento di Gesù (v.7); quella di Zaccheo, totalmente convertito (v. 8) e quella di Gesù, totalmente soddisfatto perché “oggi per questa casa è venuta la salvezza” (v. 9). L’ultima parte (Lc 19,10) comprende la conclusione teologico-sapienziale di Gesù che illustra il suo progetto di salvezza.
2. Nel brano di Zaccheo due sono le reazioni più importanti. Quella della folla e quella di Zaccheo. La reazione della folla è negativa. Il verbo greco, “diagonghìzo”, viene adoperato nel Nuovo Testamento solo dall’evangelista Luca e lo ritroviamo in Lc 15,2; 19,7: si tratta di mormorazioni di disapprovazione. La risposta alla prima mormorazione si trova nella parabola del figlio prodigo, alla seconda mormorazione in Lc 19,10 (“Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”). La reazione di Zaccheo è tutta concentrata nell’espressione “lo accolse pieno di gioia” (in greco: lo accolse gioendo). L’accoglienza e la gioia sono tutt’uno. Zaccheo vive già oggi la gioia del Paradiso, come i perseguitati per il nome di Gesù (cf Lc 6,23).
L’Esegesi
1. Il racconto è molto antico e appartiene alla Sondergut (fonte propria) di Luca. Gli specialisti ci dicono che il racconto, quando esisteva nella Sondergut lucana, aveva il compito di difendere i cristiani ricchi dalle mormorazioni dei cristiani poveri, purché fossero persone giuste, donassero molto (metà dei beni) a chi era povero e accogliessero tutto il messaggio di Gesù.
2. La figura di Zaccheo è tratteggiata in modo esemplare. Egli non è solo pubblicano, ma è loro “capo”. Aveva, perciò, una percentuale maggiore nelle tasse che riscuoteva per i romani. Per questo motivo era ricco. Sebbene fosse capo, era basso di statura. Era curioso di vedere Gesù. Certamente, ma non per delle ragioni spirituali. Era capo dei pubblicani. Doveva vedere bene chi era questo straniero e chi lo accompagnava. All’uscita della città avrebbe richiesto il “pedaggio”.
3. Il cambiamento, però, dopo l’imperativo di Gesù (“scendi subito”), è radicale. Zaccheo accoglie in casa sua (questo è il significato del verbo “upodèchomai”) il Maestro in un clima di gioia grande. Il contrasto è evidente con il giovane ricco di Lc 18,23 (“Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto ricco”. La generosità di Zaccheo si associa alla giustizia: egli restituirà quattro volte tanto a chi ha derubato. Non era questa la legge in Israele, se non in casi eccezionali. In Es 21,37 la legge di Mosè prescrive: “Quando un uomo ruba un bue o un montone e poi lo sgozza o lo vende, darà come indennizzo cinque capi di grosso bestiame per il bue e quattro capi di bestiame minuto per il montone”. Qualche biblista ritiene che la restituzione del quadruplo possa essere una prescrizione romana. Per l’evangelista è importante evidenziare la generosità di Zaccheo.
Il Contesto Celebrativo
1. Alla critica acida della folla risponde bene Gesù con un’affermazione (Lc 19,10) già trovata con altre parole in Lc 5,32 (“Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano”). Ma risponde anche la prima lettura (Sap 11,22-12,2): “Hai compassione di tutti, perché tutto puoi, chiudi gli occhi sui peccati degli uomini, aspettando il loro pentimento” (v.23). Questo atteggiamento “misericordioso” di Dio proviene dal fatto che egli è “amante della vita” (v. 26). È il motivo fondamentale che guida la correzione di Dio “Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano”.
2. I grandi tempi dell’accoglienza nella propria casa e della condivisione dei beni della terra con i fratelli sono propri delle due petizioni della Colletta propria che nell’invocazione e nell’amplificazione riprende la dicitura della prima lettura (“Odio, amante della vita”) e del vangelo (“che nel tuo Figlio sei venuto a cercare chi era perduto”).
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