Commento al Vangelo
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25 Dicembre, Santo Natale: il commento di don Renato de Zan

Il mistero dell’Incarnazione (Natale) è così grande che la comunità cristiana ha pensato bene di articolare la celebrazione attraverso quattro messe diverse. Oltre alla Messa della notte, c’è la Messa della vigilia in cui viene proclamato il testo matteano. Nella Messa dell’aurora si trova il vangelo dei pastori che riferiscono la loro esperienza angelica. Nella Messa del giorno viene proclamato l’inno al Logos (Gv 1,1-18) dove la Parola di Dio diventa carne.

Parole chiave: Natività (2), Natale (57), Presepe (16)
25 Dicembre, Santo Natale: il commento di don Renato de Zan

IL TESTO

1. Nella Messa della notte, che è la Messa più sentita dalla comunità cristiana, la Liturgia legge la pericope evangelica che narra la nascita di Gesù: La pericope, però, è circoscritta in Lc 2,1-20, mentre la Liturgia sceglie solo Lc 2,1-14. Il resto dei versetti (Lc 2,15-20) li riserva per la formula evangelica della Messa dell’aurora. Tra pericope evangelica e formula liturgica non c’è alcuna differenza.

2. Il testo della formula è suddiviso in tre momenti. Nel primo (Lc 2,1-3) l’evangelista presenta la scena dove si svolge l’azione. Nel secondo (Lc 2,4-7) viene descritta la discesa di Giuseppe e Maria a Betlemme, dove nasce Gesù. Nel terzo momento (Lc 2,8-14), infine, lo scrittore sacro descrive l’esperienza angelica avuta dai pastori, vicini a Betlemme.

L’ESEGESI

1. I dati ci permettono di dire che la nascita di Gesù avvenne nel 6 a.C. Il governatorato straordinario di Quirino avvenne nel 6 a.C. (ce ne sarà un secondo, non straordinario, nel 6 d.C:). Nello stesso anno Erode venne consigliato di compiere un gesto di sudditanza nei confronti dell’imperatore per riparare alla guerra fatta contro i Nabatei senza il permesso di Roma.

2. Gesù è nato a Betlemme. Alcuni esegeti sostengono che Gesù sia nato a Nazaret perché è chiamato Gesù di Nazaret. Non è così. Nel testo greco non si dice mai "Gesù di Nazaret", ma si dice "Gesù nazzareno" (Mc 1,24; 10,47; 14,67; 16,6) o "Gesù nazoraio" (Mt 2,23; 26,7; Lc 18,37; Gv 18,5.7; 19,19; At 2,22; 3,6; 4,10; 6,14; 22,3; 24,5; 26,9). Il termine "nazoraio" indica il "virgulto" o discendente di Davide. Durane il regno asmoneo, diversi nazorai da Babilonia scesero in Galilea. Popolarono Nazaret. Da qui nacque una certa confusione tra nazareno e nazoraio. Si tenga poi presente che Giustino martire, nella sua prima Apologia (XXXIV,1), scrivendo all’imperatore Antonino Pio, dice che l’imperatore può apprendere dai registri del censimento di Quirinio che Gesù nacque a Betlemme. Si ricordi, infine, che Betlemme è in Giudea e Gesù, venendo dalla Giudea e andando verso la Galilea, disse: "Un profeta non riceve onore nella propria patria" (Gv 4,44), e subito dopo l’evangelista annota "Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero…"(Gv 4,45). Betlemme è in Giudea e Nazaret in Galilea.

3. Alcune brevi note di vocabolario sono utili. Gesù è chiamato "primogenito". Nel mondo biblico uno è primogenito non rispetto ad altri fratelli, ma rispetto agli sposi che vengono promossi genitori. Ciò è comprovato dall’iscrizione di Arsinoe che morì dando alla luce il suo "primogenito". Per Maria e Giuseppe non c’era posto nella "stanza" (katalùma). La casa ebraica era in genere fatta da una grande stanza e da un ripostiglio. I due vani erano separati da un basso muro che lasciava un’apertura di transito. Sopra il muro c’era un incavo per mettere il fieno per l’asino (che veniva alloggiato nel ripostiglio). Quell’incavo è la mangiatoia di Gesù. I parenti di Giuseppe erano poveri, ma pieni di dignità. Maria ha partorito nella riservatezza.

4. L’angelo che annuncia ai pastori la nascita del Messia (Lc 2,11) sarà presente nel sepolcro per annunciare che il Crocifisso è Risorto (Lc 24,5-7). Alla grande gioia per il Bambino (Lc 2,10) fa da controcanto la gioia per il Risorto (Lc 24,41). Questo Bambino, dunque, è la luce del mondo (cfr la prima lettura, Is 9,1-6) ed è "la grazia di Dio che porta salvezza a tutti gli uomini" (seconda lettura, Tt 2,11-14).

IL CONTESTO
LITURGICO

1. Il mistero dell’Incarnazione (Natale) è così grande che la comunità cristiana ha pensato bene di articolare la celebrazione attraverso quattro messe diverse. Oltre alla Messa della notte, c’è la Messa della vigilia in cui viene proclamato il testo matteano della genealogia di Gesù (Mt 1,1-25). Nella Messa dell’aurora si trova il vangelo dei pastori che riferiscono la loro esperienza angelica, mentre Maria ricorda e interpreta(Lc 2,15-20: il vangelo verrà ripreso il primo giorno dell’anno). Nella Messa del giorno viene proclamato l’inno al Logos (Gv 1,1-18) dove la Parola di Dio diventa carne.
don Renato De Zan

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