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2024: i 100 anni della radio e i 70 della tv

Nel 2024 si festeggiano il secolo di vita della radio in Italia e i 70 anni della televisione, partita nel 1954.

Parole chiave: Radio (6), Tv (8), Anniversari (21)
2024: i 100 anni della radio e i 70 della tv

Nel 2024 si festeggiano il secolo di vita della radio in Italia e i 70 anni della televisione, partita nel 1954.

 

La radio ha una lunga storia, che parte dalla scoperta dell'esistenza delle onde elettromagnetiche da parte del fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz (1857-1894). L'invenzione della radio è frutto di una serie di esperimenti tenuti alla fine dell'Ottocento che dimostravano la possibilità di trasmettere informazioni tramite le onde elettromagnetiche ed è legata a due nomi in particolare: l'italiano autodidatta Guglielmo Marconi (1874-1937) e il fisico russo Aleksandr Stepanovič Popov (1859-1906). Entrambi, negli stessi anni, lavorarono alla realizzazione e messa a punto di uno strumento analogo, in grado di inviare e ricevere segnali a distanza. Il primo a costruire un ricevitore per captare le onde radio che circolano liberamente nell’aria è stato Popov, tra il 1895 e il 1896. Il 10 dicembre 1909, a Stoccolma, Guglielmo Marconi riceve il premio Nobel per la fisica, condiviso con il fisico tedesco Carl Ferdinand Braun. La motivazione della Reale Accademia delle Scienze di Svezia recita: "A riconoscimento del contributo dato allo sviluppo della telegrafia senza fili".

 

Il 23 febbraio 1920 in Gran Bretagna vi fu il primo regolare servizio radiofonico della storia, e nel 1922 viene fondata quella che ancora oggi è la più antica stazione radio tuttora esistente al mondo, la famosa BBC (British Broadcasting Corporation). In breve tempo, la radio si diffonde in maniera così rapida che negli Stati Uniti già nel 1922 si contano ben 187 stazioni.

In Italia il 27 agosto 1924 nasce l’Unione Radiofonica Italiana (URI), con sede a Roma, e la prima trasmissione radiofonica avviene il 6 ottobre. È un programma ancora scarno, composto di musica operistica, da camera e da concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.

Con un regio decreto, in data 1° maggio 1924, fu definito il contenuto delle filodiffusioni: teatro, notizie, conversazioni, concerti. Nel 1927 l'URI diventa EIAR e lo Stato Italiano le affida in concessione esclusiva le trasmissioni radiofoniche.

 
Fino al 1974 nel nostro Paese, la radiodiffusione rimane ad esclusivo appannaggio dello Stato. Poi, nel 1974, la Corte Costituzionale consente ai privati di trasmettere localmente via cavo. Una sentenza di portata storica, che dà il via libera, in molte città italiane, all’apertura di radio private via etere. Due anni dopo, nel 1976, una seconda sentenza della Corte Costituzionale liberalizza la trasmissione via etere in ambito locale. In casa, con gli apparecchi radiofonici, si riceve sia la Modulazione di ampiezza (AM) che quella di frequenza (FM). Tutte la radio private riuscirono in questo modo a sfruttare le enormi potenzialità dell’FM.

Il 13 febbraio di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Radio, proclamata dall'Unesco nel 2011 in ricordo della prima trasmissione della radio delle Nazioni Unite, andata in onda il 13 febbraio 1946 (fonte: raiscuola.rai.it/storia).

 

La radio compirà 100 anni il 6 ottobre 2024, un secolo di parole e note iniziato con un annuncio storico, per anni attribuito a Maria Luisa Boncompagni, successivamente associato alla voce di Ines Viviani Donarelli, moglie del primo direttore artistico della radio italiana, Ugo Donarelli

In questi anni la Radio ha accompagnato gli italiani diventando un asse portante della cultura del paese, e per festeggiare il compleanno, il 25 settembre, alle 17.05, in onda sulle frequenze di Rai Radio1 è partito "Cento. Un secolo di radio" un programma radiofonico speciale condotto da Umberto Broccoli, autore, conduttore radiofonico e televisivo, che ripercorre il secolo di vita della radio estraendo voci e note dagli archivi della radiofonia, rievocando i momenti più importanti della storia e della cultura del Paese e raccontando eventi ed aneddoti che evidenziano il ruolo della Radio dalle sue origini ai giorni nostri: gli anni Quaranta, la Guerra e il dopoguerra, la nascita della Televisione e il moltiplicarsi di mezzi, linguaggi e format che ne decretano il successo. In onda dal lunedì al venerdì dalle 17.05 alle 17.30 (www.raiplaysound.it/programmi/centounsecolodiradio).

A raccontare la storia della Radio pubblica italiana c'è anche il libro di Massimo Emanuelli "L'avventurosa storia della Radio pubblica italiana. Dall'Araldo Radiofonico a RadioRai cent'anni di radio" (Oltre edizioni, Vol. 1 pp. 638, Vol. 2 pp. 616, 2023), con Prefazione di Umberto Broccoli. In due volumi, l'autore ripercorre la centenaria storia della radio italiana attraverso i suoi conduttori e le sue conduttrici, i programmi che ne hanno fatto la storia, le canzoni lanciate dalla radio, i funzionari, gli effetti del media sulla politica e sul costume italiano. Docente e speaker radiofonico, da oltre 30 anni Emanuelli conduce la trasmissione radiofonica L'angolo della scuola.

 

Il 3 gennaio del 1954 la Rai inizia con il suo primo canale il regolare servizio di trasmissione su tutto il territorio nazionale. Negli studi Rai di Torino si accende il piccolo schermo: un evento epocale e una rivoluzione delle abitudini degli italiani.

Nel giro di pochi anni la televisione entrerà nelle case delle famiglie italiane. Nel 1965 gli abbonati saranno oltre 6 milioni. In ogni casa e ritrovo pubblico si raccoglie tutto il vicinato per vedere la Tv. Una tv in bianco e nero che, come Servizio Pubblico, viene pensata non solo come occasione di intrattenimento ma anche come strumento di educazione e informazione: il mezzo televisivo possa aiutare a combattere il diffuso analfabetismo. In tal senso contribuisce a creare una lingua nazionale molto più di quanto sia stata in grado di fare la scuola. "Non è mai troppo tardi" del Maestro Manzi (programma riconosciuto dall'Unesco e adottato in tanti altri del Mondo quale esempio di alfabetizzazione di massa), Lascia o raddoppia, Il musichiere, Carosello, Studio Uno, Canzonissima, sono solo alcuni dei titoli che hanno fatto la storia della Tv italiana.

La trasmissione più longeva della televisione italiana - ha compiuto settant’anni -, è la "Domenica Sportiva": la prima puntata andò in onda l’11 ottobre 1953.

(fonte: rai.it/dl/rai/text/ContentItem-20844e48-74d8-44fe-a6f4-7c224c96e8e4.html?refresh_ce).

 

Quel periodo sarà rievocato da "La luce nella masseria", film tv prodotto da Luca Barbareschi per Èliseo Entertainment con la collaborazione di Rai Fiction, che racconta l’arrivo della televisione in una famiglia di Matera, nel Sud-Italia, negli anni ‘60, e andrà in onda in prima serata su Rai 1 domenica 7 gennaio

Il narratore della storia, che racconta il delicato passaggio da quella che è stata definita la civiltà contadina all'industrializzazione del territorio materano, è Pinuccio, un bimbo con la passione per la televisione. I suoi occhi diventano testimoni dei tempi che cambiano e che coincidono con l'arrivo del televisore nelle case benestanti prima, poi nei negozi e infine nelle case della gente comune. È lui che gioca a fare la televisione, fingendosi speaker dentro quel che resta di un apparecchio rotto.

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