Diocesi
Vescovo Pellegrini: consegnata la Lettera pastorale “Cammino di speranza per uan nuova evangelizzazione”
La sera di domenica 29 settembre, in concattedrale San Marco in Pordenone il Vescovo Pellegrini ha consegnato la Lettera Pastorale per gli anni 2024-25 e 2025-26. Si tratta della prima lettera con le indicazioni pastorali per i fedeli della diocesi dopo il Cammino Sinodale conclusosi a gennaio 2024 e che aveva visto la partecipazione di più di 400 delegati da tutta le 190 parrocchie.
La sera di domenica 29 settembre, in concattedrale San Marco in Pordenone il Vescovo Pellegrini ha consegnato a tutti i parroci e vicepresidente dei Consigli Pastorali parrocchiali la Lettera Pastorale per gli anni 2024-25 e 2025-26. Si tratta della prima lettera con le indicazioni pastorali per i fedeli della diocesi dopo il Cammino Sinodale conclusosi a gennaio 2024 e che aveva visto la partecipazione di più di 400 delegati da tutta le 190 parrocchie.
Nel suo intervento, mons. Pellegrini ha affrontato le tre tematiche che ha ritenuto più urgenti per intraprendere un “Cammino di speranza per una nuova Evangelizzazione” che porterà anche a vivere nel 2025 il Giubileo ordinario dal titolo “Pellegrini di Speranza”.
In primis il presule invita le comunità a cambiare la propria prassi pastorale: “nelle nostre parrocchie – afferma il vescovo – è necessario avere un po’ più di coraggio per riannunciare e testimoniare la gioia del Vangelo e la presenza viva di Gesù che non ci lascia soli e cammina insieme con noi.” Ciò lo si può fare solo se si lascerà spazio ai laici considerandoli “collaboratori del clero e riconoscendoli realmente corresponsabili dell’essere e dell’agire della Chiesa.”
Nel secondo punto affronta il fondamento della fede cristiana, il Battesimo, che apre le porte all’azione dello Spirito: compito delle comunità è di accompagnare tutti a vivere il proprio Battesimo e quindi il proprio essere cristiani, promuovendo “dalla fase di accoglienza per chi chiede di entrare nella Chiesa, alla formazione di chi accompagna, soprattutto per garantire un accompagnamento della comunità cristiana nella scoperta dei molti doni di grazia che nascono dall’essere inseriti in Cristo.” Un attenzione particolare lo chiede alle comunità rispetto alle famiglie che chiedono il battesimo dei propri bambini investendo anche in “percorsi di accompagnamento delle famiglie dopo la celebrazione.”
L’ultimo aspetto è quello della Carità che deve diventare la scelta preferenziale della Chiesa perchè “sulla povertà la chiesa si gioca la sua fedeltà al Signore”. Ringraziando le molte persone che dedicano tempo ai poveri nelle nostre comunità attraverso molteplici servizi, il vescovo elenca come esemplificazione diverse povertà sociali presenti in Diocesi come “numerosi ammalati che in lista d’attesa devono aspettare mesi per una visita medica o diagnostica; alla crisi di tante persone, soprattutto ragazzi, provocata dalla rottura dei legami familiari; il mondo dei NEET (giovani che non studiano, né lavorano, né sono inseriti in qualche occupazione); violenza contro le donne che talora porta al femminicidio; abusi e violenza verso i minori; emarginazione e talvolta anche violenza verso chi fa scelte diverse di vita, al crescere fenomeni di dipendenza.” Invita pertanto le diverse comunità ad avere “attenzione e cura, in particolare dei Consigli Pastorali Parrocchiali. Le comunità cristiane, in sinergia con il territorio e le istituzioni pubbliche. e private, sono chiamate a monitorare il territorio, favorendo e creando luoghi di ascolto e di confronto, per servire meglio chi è nel disagio. Nel fare questo, – continua il mons. Pellegrini – l’attenzione sia rivolta non solo a collaborare, per trovare risposte concrete, ma anche un deciso impegno nel dare voce a chi vive situazioni di povertà, al fine di far maturare nella comunità e nelle autorità competenti una maggiore giustizia sociale.” Tra questi “poveri”, il vescovo fa un cenno concreto anche ai migranti che spesso, anche nelle comunità cristiane, sono messi ai margini e si auspica che molte più realtà possano collaborare al loro aiuto. Nel suo intervento di questa sera, il vescovo farà cenno ai dati ISTAT usciti ad agosto rispetto al censimento permanente del 2021, che va di pari passo con i dati di Confartigianato che dicono che in provincia di Pordenone ci sono 34.000 abitazioni sfitte, significa circa 1/5 degli immobili presenti, invitando ad una riflessione non solo ecclesiale ma anche politica della situazione abitativa in provincia.
IN ALLEGATO IL TESTO INTEGRALE