Diocesi
Assemblea sinodale: incontro del 16 dicembre
Dopo i primi due incontri dei delegati nelle cinque zone della diocesi e propedeutici al lavoro che da gennaio li vedrà impegnati in compagnia dell’Instrumentum Laboris, venerdì 16 dicembre si incontrano i facilitatori e segretari dei 15 gruppi di lavoro per vivere un momento formativo con Matteo Cornacchia, esperto di pedagogia con gli adulti.
Dopo i primi due incontri dei delegati nelle cinque zone della diocesi e propedeutici al lavoro che da gennaio li vedrà impegnati in compagnia dell’Instrumentum Laboris, venerdì 16 dicembre si incontrano i facilitatori e segretari dei 15 gruppi di lavoro per vivere un momento formativo con Matteo Cornacchia, esperto di pedagogia con gli adulti. La Segreteria Generale ha chiesto al prof. Cornacchia di fornire alcuni suggerimenti pratici per i facilitatori, affinché possano seguire al meglio le indicazioni contenute nel “Quaderno 4” ovvero: aiutare tutti i componenti del gruppo a non uscire fuori dal tema; mantenere lo stile democratico nel prendere la parola, ovvero permettere sempre a tutti di esprimersi moderando eventuali interventi che possono impedire ad altri di parlare; fare sintesi di quanto emerso, sempre nel profondo rispetto di ogni intervento ascoltato, chiedendo il consenso e l’approvazione di tutti per ogni verbale redatto; tenere fisso lo sguardo verso il sogno, vincendo la tentazione del “tanto non cambierà nulla”.Ecco allora che nelle due ore della serata Matteo porta il suo contributo, di tipo “tecnico”, presentando innanzitutto che cos’è l’educazione degli adulti e su quali principi si basa, fissando quindi le caratteristiche che contraddistinguono i gruppi adulti rispetto ad altri (bambini, adolescenti, giovani). Poste le basi evidenzia le differenze fra un “apprendimento per trasmissione di informazioni” e un “apprendimento come pratica sociale”. Importante sottolineatura del prof. Cornacchia, che vuole essere una delle caratteristiche cardine dell’intero cammino sinodale, è quella relativa alla preminenza del processo e degli stili di relazione rispetto al risultato e alla sua forma. Il professore stimola facilitatori e segretari a fare una ricognizione delle condizioni di esercizio che avranno (come ad es. l’avere gruppi non omogenei da 30/40 persone; la minima conoscenza fra i partecipanti; l’avere tot incontri; capire qual è il risultato atteso, ecc.).Da ultimo si offre uno strumento di valutazione, ovvero l’analisi SWOT (Strenghts, Weaknesses, Opportunities e Threats) per riconoscere i punti di forza e di debolezza riscontrabili fra le condizioni di esercizio, nonché i rischi e le opportunità che si possono incontrare durante la conduzione dei gruppi.Don Enrico Facca