Counselling: formazione adulta per adulti

Apre i battenti il 4 settembre la scuola diocesana di Fanna guidata da Don Dario Donei

Apre i battenti il 4 settembre nei locali del Santuario di Madonna della Strada a Fanna la Scuola diocesana di counselling.Il progetto è stato approntato da don Dario Donei, prete diocesano psicologo e psicoterapeuta, che della scuola è direttore, in collaborazione con la Scuola di counselling Italian Medical Research, in particolare nella persona del Prof. Roberto Gilardi che sarà direttore didattico della scuola, già docente nella Facoltà di Scienze dell’Educazione Università di Trieste.Il progetto ha conosciuto una gestazione biennale, anche a motivo all’emergenza Covi-19, passando attraverso il Consiglio Presbiterale e altri organi di partecipazione.L’obiettivo che si propone è contribuire ad innalzare la qualità delle relazioni interpersonali che sono alla base di ogni impegno pastorale: ascoltare e interpretare una situazione, impostare una relazione educativa nella catechesi o nelle associazioni, imparare a collaborare e progettare insieme, conoscere le dinamiche di gruppo, gestire conflitti e tensioni.Cos’è il Counselling? È una relazione di aiuto che ha come fine il miglioramento del livello di salute delle singole persone, dei gruppi e delle organizzazioni.Sviluppa un ascolto “di qualità” per trattare situazioni in ambito educativo, pastorale, sanitario, aziendale.Promuove un maggiore livello di autonomia e competenza decisionale per apportare cambiamenti nella vita personale e sociale, con maggior consapevolezza delle esigenze e degli obiettivi propri e altrui.Perché una scuola di counselling pastorale? Da alcuni anni negli Stati Uniti la Chiesa ha sviluppato il counselling nella sua accezione pastorale, facendo dialogare insieme il sapere teologico, quello psicologico e quello pastorale, ovvero – come afferma p. Angelo Brusco, già superiore generale dei Camilliani e direttore del Centro di Verona che propone corsi di counselling – “applicare alla relazione pastorale d’aiuto le conoscenze della psicologia e le tecniche comunicativo-relazionali proprie delle scienze umane del comportamento. Questo ha portato al formarsi di una relazione d’aiuto particolare, appunto il counselling pastorale, che… si rivolge non a persone affette da patologie psicologiche, bensì a persone sane in sé, ma colpite o disturbate da problemi di vario tipo, come può essere un lutto, una crisi spirituale, la perdita di lavoro, un conflitto coniugale”.A chi si rivolge? Laici, presbiteri, consacrati/e, diaconi permanenti e candidati agli ordini, fino ad un numero di venti partecipanti per corso. Secondo p. Brusco “tutti, e in particolare gli operatori pastorali, trarrebbero beneficio dallo stile del counselling. Dovrebbe essere patrimonio comune, specie tra chi ha a che fare con le persone… Non si tratta di diventare tutti professionisti, ma di arricchire il proprio stile comunicativo relazionale con abilità di counselling, ovvero la capacità di ascolto, l’empatia, il porre le domande in modo corretto, il non giudicare…”.La nostra Diocesi davanti alle sfide che pone la vita, anche quella pastorale ed ecclesiale, ha colto attraverso il progetto counselling la possibilità di sperimentare nuovi strumenti formativi, offrendo un ulteriore percorso finalizzato per la prima volta in maniera particolare alla cura della dimensione umana, con un itinerario metodologicamente strutturato e organizzato, avendo come interlocutori gli adulti.Le tracce che sta lasciando su di noi l’esperienza del Covid-19, ma anche le nuove sfide pastorali e non da ultimo il cammino sinodale che stiamo intraprendendo come Chiesa diocesana sono solo alcuni dei tanti luoghi nei quali riconosciamo tutti – pastori, collaboratori, singoli fedeli e comunità – che abbiamo bisogno di una formazione diversa.Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere uomini e donne capaci di ascolto e accoglienza, così da saperci confrontare, intenderci e trovare quelle risposte condivise che sentiamo necessarie per affrontare il futuro: non solo risposte esatte, ma maturate insieme, perché è camminando insieme che si riesce ad andare lontano e ad affrontare la fatica della strada, aiutandoci a portare i pesi gli uni degli altri.Don Roberto Tondato