Ultimo incontro con Lo Scrigno: il Vescovo ai giovani

Il Vescovo Pellegrini ai giovani: L'assenza o spegne o accende: vi invito ad accendere in voi l'amore per gli altri"

Prima che facesse il suo ingresso a gamba tesa il Covid-19, un bel numero di giovani era solito ritrovarsi ogni mese a pregare nella chiesa del Seminario, nel percorso pluriannuale denominato “Lo scrigno”.

Ieri sera il Vescovo, in collegamento via streaming dal sito Youtube della Pastorale Giovanile diocesana, sotto la regia del responsabile diocesano (e anche del Triveneto) della pastorale giovanile don Davide Brusadin, ha incontrato i giovani collegati dalle loro case e dai loro schermi digitali. 

Nell’ultimo incontro dello “Scrigno” il Vescovo Giuseppe Pellegrini ha donato ai giovani collegati la nutrita meditazione che qui riportiamo per punti di sintesi, quasi come un lancio per l’estate tutta da inventare e ripensare al tempo del Covid-19:

 

–          «Sono contento carissimi giovani di essere qui insieme con voi questa sera a conclusione di questi incontri dello “Scrigno”, uno scrigno quest’anno particolare. Però anche questo tempo è frutto e dono dello Spirito. Ringrazio anch’io Don Davide e tutti i suoi collaboratori e le persone che hanno contribuito a vivere anche quest’anno l’esperienza di camminare con i discepoli di Emmaus.

–          Che significato dare a questi due-tre mesi? Mesi di preoccupazione del virus invisibile, oppressi dallo stare chiusi, da non avere relazioni con gli altri.

–          Vi è anche in noi, giovani, la tentazione in noi di concludere questo cammino come hanno fattoi due di Emmaus “speravamo”.

–          In questi 2 mesi abbiamo avuto la possibilità anche noi di percorrere questo cammino dell’esodo: è stato un cammino veramente di deserto, dentro il deserto. Quante cose avete sentito, avete sperimentato.

–          La morte, la sofferenza non è stata per Gesù un incidente di percorso, non gli è capitata accidentalmente e anche questi mesi di pandemia.

–          Allora penso come Vescovo a questi due mesi di assenza. Vi invito a riflettere – ancora in questi giorni della Fase 2 (e dell’attenzione prudenziale nell’uscire per evitare che il numero di contagiati risalga repentinamente) sul significato e sul valore della assenza: penso all’assenza del papà che per salvaguardare i figli non è andato a incontrar a casa loro; penso a tutte quelle persone che non hanno potuto andare all’ospedale a salutare il proprio caro che stava per morire.

–          Cari giovani: come l’avete vissuta questa assenza? Assenza di amici, di persone, di gruppi, di stare insieme, di Gesù nell’eucaristia.

–          L’assenza ci offre due percorsi: ho di spegnere quello che abbiamo dentro, oppure di alimentare il desiderio, la passione. Da che cosa dipende se spegne o se alimenta? Credo che sia proprio dall’intensità dell’amore che c’è dentro di noi.

–          Se amo veramente, se amo con tutto me stesso, è allora che la lontananza, l’assenza mi fa consumare. Se invece sono tiepido, chiuso in me stesso tutto svanisce. Sono le vere amicizie che nascono dal profondo di noi stessi che ci danno forza e capacità non solo di andare avanti, ma anche di compiere cose ancora più grandi. I due di Emmaus non si chiudono in loro stessi, non si piangono addosso, ma subito partono e sono confermati da questo amore vero con Gesù Risorto: “Non ci ardeva forse il cuore”.

 La Pastorale Giovanile Diocesana sta elaborando – con un lavoro sinergico con equipe di esperti – delle proposte per poter vivere in tutta sicurezza i grest estivi, le attività dei tanti oratori presenti in diocesi, con le norme anti assembramento e anti diffusione del virus.quando saranno state definite le proposte, saranno comunicate ai media.