Il vescovo Pellegrini alla stampa: Collegati alla verità per scrivere il vero

Pur se impegnato nella Visita Pastorale, il vescovo mons. Giuseppe Pellegrini ha presieduto la santa messa, celebrata alle 17 nella cappella del Centro diocesano. Pubblichiamo ampi stralci della sua omelia

Venerdì 24 gennaio i collaboratori de Il Popolo, unitamente ai colleghi degli altri media del territorio e al Circolo della Stampa di Pordenone hanno celebrato il patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales. Pur se impegnato nella Visita Pastorale, il vescovo mons. Giuseppe Pellegrini ha presieduto la santa messa, celebrata alle 17 nella cappella del Centro diocesano. Pubblichiamo ampi stralci della sua toccante omelia, ispirata al Messaggio per le Comunicazioni sociali che Papa Francesco ha divulgato proprio il 24 (sv).

+ Giuseppe Pellegrinivescovo di Concordia Pordenone

  arissimi, come ogni anno ci troviamo insieme in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione sociale. Questo appuntamento mi offre l’occasione per ringraziarvi per il prezioso servizio che svolgete nel nostro territorio e anche per sviluppare, in un contesto di preghiera e di celebrazione, qualche considerazione sul vostro servizio e sul significato sempre più importante della comunicazione ai nostri giorni.Papa Francesco ce lo ricorda nel Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 24 maggio, che ha per tema: “Perché tu possa raccontare a fissare nella memoria (Esodo 12,2). La vita si fa storia”. Una comunicazione che per essere vera e significativa deve mettere al centro la persona con la sua relazione e la sua innata capacità di informare. Una comunicazione che non deve mai dimenticare il patrimonio custodito dalla memoria. Infatti, attraverso la memoria avviene la consegna alle nuove generazioni di storie, speranza, sogni, esperienze e valori delle persone. Ogni racconto che si produce, nasce dalla vita e dall’incontro tra le persone.[…] Sappiamo bene quanto papa Francesco insista, soprattutto quando parla ai giovani, di non perdere la memoria del passato, perché ricordare favorisce l’incontro tra le persone e tra le generazioni. Ecco perché la comunicazione deve sempre essere uno strumento per costruire ponti, per unire le persone, per aiutarle a condividere la gioia e la bellezza dell’essere fratelli, anche con idee, culture e religioni differenti. E’ bello che questa vostra festa si inserisca nella Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani.San Paolo, nelle Lettera agli Efesini appena ascoltata, è consapevole che il messaggio di Dio passa attraverso la sua predicazione e il suo annuncio. Lui è stato scelto da Dio per essere un suo comunicatore, chiamato ad annunciare non qualcosa di suo, ma quello che ha visto e sperimentato nell’incontro con il Signore Gesù. […] San Francesco di Sales ricordava che ognuno produce dei frutti particolari di devozione, secondo il proprio stato di vita e la propria condizione sociale. Quello che è indispensabile è essere collegati costantemente con la sorgente che è il Signore Gesù. Perché la comunicazione si realizzi, è necessario che ci sia un emittente e un ricevitore! Così anche nella comunicazione spirituale sono necessari i due collegamenti; con Gesù e con i fratelli. Solo così potremmo vedere i frutti e anche raccoglierli. I frutti dell’amore di Dio si devono vedere nell’amore che noi abbiamo verso gli altri.[…] Auguro a tutti voi, in particolare ai giornalisti e operatori della comunicazione sociale, al Circolo della Stampa di Pordenone, di comunicare i fatti e la vita quotidiana, rimanendo radicati e fondati nell’amore; un amore che chiede di essere testimoniato e comunicato nella verità. Buon cammino!