In Terrasanta con il Vescovo S.E. Pellegrini

Alla fonte della nostra fede guidati dal Vescovo Pellegrini: resoconto di un viaggio che è stato molto di più di un andare e vedere, ma un immergersi nella spiritualità più viva sulle orme dei luoghi del Vangelo.

  Andare alle fonti della nostra fede per poi vivere da discepoli nella nostra quotidianità: questo è il senso di un pellegrinaggio in Terra Santa. Ripercorrere le strade che ha calcato Gesù e sentire risuonare la sua Parola nei luoghi stessi dove lui l’ha pronunciata, può fare bene al nostro cammino da cristiani. Del resto, “cristiano” deriva da Cristo: si può essere tali solo se il nostro incontro con lui è vero, se il dialogo è quotidiano, se ascoltiamo la sua voce.Così la Terra Santa si offre a noi non solo per la sua bellezza geografica, per la sua storia ricca e travagliata o per la sua archeologia: è per noi il luogo in cui comprendere meglio il contesto dove Gesù ha vissuto per conoscere meglio lui, il suo modo di ragionare e quindi la parola che lui ci rivolge. È naturale, quindi, che non si tratti di una visita turistica: è innanzitutto un tempo con Lui, quasi un corso di esercizi spirituali.Come gli esercizi, anche il pellegrinaggio ha delle tappe. Innanzitutto il lago di Galilea, dove Gesù ha predicato e ha chiamato i primi discepoli: si comincia da qui ad ascoltarlo e a lasciarci di nuovo affascinare da lui. Poi Nazaret e Betlemme, per capire che quest’uomo non è solo un maestro, ma è il Figlio di Dio disceso sulla terra per amore nostro. Infine a Gerusalemme si contempla fin dove è giunto questo amore per noi: fino a dare la sua vita, per poi risorgere e vincere sul peccato e sulla morte, dandoci la possibilità di una vita più piena e gioiosa.Sono state queste le tappe anche del pellegrinaggio diocesano con il Vescovo Giuseppe dal 24 giugno al 1° luglio, per le foranie già toccate dalla visita pastorale. Dopo la visita dell’apostolo nelle nostre parrocchie, siamo andati nella terra di Gesù per rinnovare la nostra fede e ripartire da credenti nella nostra vita quotidiana.Modello della nostra testimonianza è santo Stefano, la cui tomba a Bet Jimal, scoperta il 3 agosto 415 e all’origine della titolazione dell’attuale cattedrale di Concordia, abbiamo visitato prima di ritornare nelle nostre case.don Stefano Vuaran