Attualità
Lunedì 12 settembre a Pordenone l’evento di solidarietà a Salman Rushdie
Organizzato dall’associazione Neda Day a un mese dall’attentato allo scrittore britannico nato in India. L’invito a partecipare è stato rivolto agli operatori culturali
Anche da Pordenone viene lanciato un monito di solidarietà a Salman Rushdie, lo scrittore nato in India naturalizzato britannico, che lo scorso 12 agosto è stato accoltellato per il suo libro “Versetti Satanici” uscito 34 anni fa. A un mese dall’attentato, in sala Degan in Biblioteca a Pordenone dalle 17.30 alle 19 ci sarà un evento organizzato dall’associazione Neda Day. “Abbiamo invitato intellettuali, scrittori, poeti, musicisti, operatori culturali a partecipare portando un loro saluto o intervento. Verranno letti anche brani dei libri di Rushdie” spiega Taher Djafarizad fondatore dell’associazione Neda Day. L’evento di lunedì sarà l’occasione anche per ricordare Suor Maria De Coppi, la missionaria uccisa in Mozambico nella notte tra il 6 e 7 settembre alla missione di Chipene.
“Ogni poeta e scrittore ha il diritto di scrivere, certamente può essere contestato, ma attraverso altri libri non con la violenza. Bisogna lavorare affinché questo tabù venga tolto, la libertà della scrittura va preservata” ha aggiunto Djafarizad.
Ad aver aderito all’iniziativa fin da subito è la poetessa e scrittrice pordenonese Ludovica Cantarutti: “Ci colleghiamo idealmente a quanto accaduto a New York che ha raccolto intellettuali e scrittori attorno a Salman Rushdie, tra cui Paul Auster – ha motivato Cantarutti – la solidarietà in questa nostra società purtroppo sembra pane raffermo. Occorre invece sottolinearne il valore. Per molti anni abbiamo promosso corsi di lingua araba e di approfondimento della cultura islamica. Occorre iniziare fare delle chiare distinzioni tra la cultura araba il fondamentalismo islamico con i suoi tentacoli terroristici”.
L’invito è stato esteso anche a esponenti della comunità islamica pordenonese, “per rimarcare che quel 3% integralisti nel mondo va isolato rispetto al 97% di musulmani praticanti che sono brave persone” ha sottolineato Djafarizad.
Un evento “a cui abbiamo invitato diverse persone. Alcuni hanno già espresso la loro partecipazione, altri hanno preferito declinare, immagino per paura. Non dimentichiamo che il traduttore giapponese di Rushdie, è stato ucciso, quello italiano fu accoltellato ma si salvò, quello norvegese fu ferito gravemente da tre pallottole. Anche loro vanno difesi, la libertà ha un costo” ha concluso Djafarizad.