L’estate dei ragazzi tra tempo libero e impegnato

i consigli della dott.ssa Linda Scardini, psicologo e psicoterapeuta consulente presso il Consultorio Familiare Noncello

L’estate per un adolescente, cos’è? Potrebbe essere tempo tanto atteso di lunghe dormite, alzate pomeridiane e uscite serali con amici. Ma quanto è importante dare struttura e crearsi una routine per bambini e ragazzi? Molto. Certo anche il tempo sospeso non impegnato è necessario, soprattutto nelle prime settimane dopo la fine della scuola. Tuttavia lasciare che il tempo scorra senza routine fino a settembre non è tanto salutare. Come sosteneva lo psicologo e padre dell’Analisi Transazionale, Eric Berne, ogni essere umano ha “tre fami” che, perché la psiche si mantenga in equilibrio, si devono soddisfare: di stimoli, di riconoscimenti e di struttura del proprio tempo. Molte evidente è per i bambini il bisogno di struttura cioè di sapere che cosa faranno di lì a poco, nel proseguo della loro giornata; per gli adolescenti il tempo libero dall’impegno scolastico può diventare tanto atteso e talmente poco strutturato e disimpegnato da favorire lo scambio della notte con il giorno per esempio. È dunque compito degli adulti, della famiglia, aiutare i più giovani a rispondere sia al bisogno di “non fare nulla” che a quello di mantenere una routine che possa soddisfare tutte e tre le “fami”. A tal fine anche la comunità ha il suo ruolo, ovvero quello di offrire attività accattivanti che possano coinvolgere i ragazzi, la loro creatività, responsabilità e capacità sociale. Credo che a tal proposito sia stimolante questa osservazione del filosofo Umberto Galimberti: “Einstein ha scoperto la sua formula a 24 anni, non quando ne aveva 60. Leopardi ha scritto ’L’Infinito’ che ne aveva 21, t’immagini oggi uno che a 21 anni scrive l’Infinito?”. Il fatto che oggi non ci siano più personaggi di tale levatura è espressione di una decadenza reale: Come può una società crescere e andare avanti senza utilizzare il massimo della potenza creativa, in primis quella appartenente ai giovani?”. Forse è proprio questo il ruolo della comunità nei confronti dei giovani: predisporre spazi e occasioni per esercitare il potenziale creativo giovanile e, in tal senso, i centri estivi divengono una tangibile opportunità. Nelle attività estive infatti, la comunità può usufruire di tali potenzialità dei giovani, quale risorsa per le attività ricreative dei più piccoli, e allo stesso tempo gli adolescenti possono soddisfare la fame di stimoli (fare esperienze), di riconoscimenti (avere dei ruoli) e di struttura del tempo. Dunque, non possiamo lamentare di ragazzi appesi ai propri telefoni se questi ultimi sono le uniche “piazze” a loro accessibili e in cui possono soddisfare queste “fami”. Ecco che i centri estivi, le iniziative che richiedono la partecipazione e coinvolgimento attivo e creativo dei ragazzi possono diventare “colleghi” (non sostituti!) degli smartphone, garantendo da una parte una routine estiva morbida e attiva e dall’altra uno spazio per continuare a socializzare e riscoprire talenti e responsabilità. Ricordiamoci che, è compito di sviluppo di ogni adolescente investire e sperimentare al di fuori delle mura domestiche il proprio essere persona (una persona in divenire), e che i ragazzi hanno bisogno di adulti che tengano a mente questo loro compito evolutivo per favorirlo e sostenerlo con autorevolezza e entusiasmo.