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Neonati prematuri: Osp. Bambino Gesù, intervento salvavita in enodinamica su bimbo nato alla 25ª settimana
Un bimbo di appena un chilo e due etti nato con un difetto del sistema circolatorio che stava mandando in “tilt” il suo organismo è stato operato (via catetere) al pediatrico di Roma evitando i rischi di una classica operazione a torace aperto.
Un bimbo nato estremamente pretermine alla 25ª settimana con un ampio “dotto di Botallo” aperto, un difetto del sistema circolatorio che stava mandando in “tilt” il suo organismo. Con un intervento mini-invasivo per via trans-catetere in emodinamica, (procedura con cui si correggono le anomalie dei flussi di sangue attraverso micro-cannule inserite nei vasi che portano al cuore) l’équipe multidisciplinare dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha chiuso il dotto difettoso, evitando al bambino molto piccolo – appena 1.200 grammi di peso al momento dell’intervento – i rischi di un’operazione a torace aperto. A poche settimane dalla procedura salvavita il neonato è potuto tornare a casa con mamma e papà.Ne dà notizia oggi l’ospedale precisando che il dotto arterioso di Botallo è un vaso sanguigno che mette in comunicazione l’aorta con l’arteria polmonare del feto. Al momento della nascita esaurisce la sua funzione e di norma si chiude spontaneamente. Quando ciò non avviene, si parla di dotto arterioso persistente “pervio”, cioè aperto. La mancata chiusura può portare a un super lavoro per il cuore e all’aumento della pressione nell’arteria polmonare con conseguenze anche gravi sulla maturazione e sul funzionamento di vari organi (polmoni, cervello, reni, intestino, occhi). Questa anomalia interessa circa il 30% dei prematuri, in particolare gli “extreme preterm” ovvero i bambini nati con un peso molto basso tra la 24ª e 28ª settimana di gestazione, come il piccolo trattato al Bambino Gesù, nato alla 25ª settimana con un peso di soli 730 grammi.Il 22 gennaio scorso, l’équipe multidisciplinare dell’Ospedale – cardiologi interventisti, cardioneonatologi, cardiochirurghi, anestesisti, neonatologi, radiologi e infermieri – ha eseguito la procedura mininvasiva in circa 30 minuti, senza complicanze. “Una valida alternativa all’operazione a torace aperto che è significativamente più invasiva e potenzialmente più rischiosa – spiega Gianfranco Butera, responsabile di Cardiologia interventistica del Bambino Gesù –. Questa nuova tecnica, infatti, è meno traumatica, non lascia cicatrici e consente un recupero più rapido”.